da Peace Reporter - 28-09-2005 |
Vietato protestare pacificamente Cindy Sheehan arrestata e rilasciata insieme ad altri 370 manifestanti Ha potuto piantare le tende per 26 giorni nella campagna del Texas vicino al ranch di Bush, ma appena si è seduta davanti alla Casa Bianca a Washington, sono scattate le manette. Così Cindy Sheehan, la 48enne californiana madre di un soldato caduto a Baghdad, per la prima volta in vita sua è stata arrestata. La polizia l'ha portata via a forza da Pennsylvania Avenue, nel pezzo di strada pedonale davanti alla residenza presidenziale, perché la legge dice che in quel tratto non si può sostare, bisogna continuare a muoversi. La Sheehan, insieme ad altri 500 dimostranti, si era invece seduta sul marciapiede per inscenare una protesta di "disobbedienza civica" contro la guerra in Iraq. Dopo aver per tre volte esortato la folla ad alzarsi in piedi, gli agenti hanno perso la pazienza. La Sheehan e circa altri 370 manifestanti non hanno opposto resistenza, e sono stati caricati sulle camionette della polizia mentre gli altri dimostranti gridavano "Tutto il mondo sta guardando", per la gioia delle decine di fotografi e cameraman presenti. La risposta della Sheehan. Gli arrestati sono stati rilasciati dopo qualche ora, ma prima sono stati fotografati e sono state prese le loro impronte digitali. Per "manifestare senza un permesso", un'infrazione minore, dovranno comunque pagare 75 euro di multa oppure comparire davanti al giudice: la Sheehan ha già annunciato che non ha nessuna intenzione di pagare, la sua udienza è prevista per il 16 novembre. La donna, che dopo aver lasciato "Camp Casey" nel Texas si è lanciata in un tour degli Stati Uniti in compagnia di altri attivisti pacifisti e di veterani di guerra, ha affrontato l'arresto con un sorriso ma subito dopo ha criticato il presidente Bush per la sua solerzia nell'applicare la legge in questo caso, in una lettera pubblicata sul sito HuffingtonPost.com: "La persona che ora è alla Casa Bianca non rispetta mai la Costituzione. E' stato nominato dalla Corte Suprema, ha invaso e continua a occupare un Paese sovrano senza una dichiarazione di guerra da parte del Congresso, e ha violato diversi trattati. Per non parlare della tortura da lui condonata, che pervade le prigioni militari in questi giorni. Queste sono tutte violazioni della Costituzione. George è così ipocrita nel preoccuparsi della Costituzione dell'Iraq, che ignora e fa a pezzetti la nostra". Una protesta pacifica. La protesta, anche prima degli arresti, è stata comunque pacifica, e anche con la polizia non c'erano stati problemi. Anzi, l'intera manifestazione era stata concordata con le forze dell'ordine. Sull'onda della marcia di sabato, che ha portato almeno 100mila persone nelle strade di Washington per chiedere il ritiro immediato dei soldati dall'Iraq e dall'Afghanistan, i circa 500 dimostranti si sono riuniti davanti all'ingresso nord della Casa Bianca, nel tentativo di consegnare a Bush la lista con i nomi dei soldati americani caduti in Iraq e dei civili uccisi. Quando era chiaro che il presidente non li avrebbe incontrati, si sono seduti per terra. In precedenza, poco dopo l'alba, davanti al Pentagono altri 41 manifestanti erano stati arrestati per "condotta disordinata". Bush non ha voluto commentare gli episodi di ieri, né la marcia di sabato. Per lui l'ha fatto il portavoce della Casa Bianca, Scott McClellan. "Il presidente non è assolutamente d'accordo con chi dice che dobbiamo ritirare le nostre truppe dal Medio Oriente. Sarebbe l'approccio sbagliato, ci renderebbe meno sicuri", ha detto ai giornalisti. Alessandro Ursic |
A.Q. - 29-09-2005 |
Non ha bisogno di commento alcuno la nobile e serena lettera di Cindy Sheehan “Come sono stata arrestata davanti alla Casa Bianca “ che giunge con echi sinistri ed oltremodo inquietanti da quell’impero del bene, esportatore della democrazia sulla punta delle sue micidiali ogive, che nel contempo provvede a restringere gli spazi democratici e di libertà dei suoi cittadini. I nostri trinariciuti vassalli dell’impero del bene, da questa parte dell’oceano, avranno modo di scatenare la loro canea al riparoo del totalitarismo mediatico più sfacciato e di gridare, con la rabbia solita e propria dei sottoposti, “ all’antiamericanismo “ di tutti coloro che, in forza di una sincera convinzione di pace nel mondo, richiedono un rapido ripensamento di quella dottrina della “ guerra preventiva “ che ha prodotto i frutti amari di questi tragici giorni. “ Questa volta le voci rispondono al vero. Sono stata arrestata dinanzi alla Casa Bianca. Non ero mai stata arrestata prima d’ora. Siamo andati da Lafayette Park fino alla Guard House della Casa Bianca: io, mia sorella, altri membri della Gold Star Families for Peace e alcune famiglie di militari e abbiamo rinnovato la richiesta di vedere il presidente. Volevamo chiedergli ancora una volta: quale è questa Nobile Causa? Con nostra grande sorpresa e stupore la nostra richiesta è stata respinta. Si sono persino rifiutati di consegnare alla Casa Bianca lettere o fotografie dei nostri cari uccisi. A questo punto sappiamo benissimo perché George non vuole incontrare i genitori dei soldati che ha ucciso e che non sono d’accordo con lui. Anzitutto detesta il fatto che si possa non essere d’accordo con lui. Non saprei dire fino a che punto lo detesta o se invece è una realtà che rifiuta persino di accettare. In secondo luogo, è un vigliacco che si rifiuta di incontrare la gente che gli paga lo stipendio. Forse la prossima volta che uno di noi sarà convocato dai capi perché vogliono valutare in che modo svolge il suo lavoro o la prossima volta che ci verrà detto che stanno per farci rapporto per una infrazione sul luogo di lavoro ci dovremmo rifiutare di presentarci e di parlare con i superiori citando il fatto che il presidente non è tenuto a farlo. La terza ragione per cui non ci vuole parlare va individuata nel fatto che sa benissimo che non esiste alcuna Nobile Causa per l’invasione e la perdurante occupazione dell’Iraq. È un interrogativo che non ha alcuna vera risposta. Dopo che Mister Incoerente ci aveva rifiutato un incontro, ci siamo piazzati dinanzi a casa nostra, alla Casa Bianca (dinanzi al cancello ovviamente), e ci siamo messi a sedere con l’intenzione di non muoverci fin quando George non fosse venuto a parlare con noi. Ce la siamo spassata, abbiamo cantato vecchie canzoni di chiesa e vecchie canzoni di protesta mentre aspettavamo. Ho incollato una foto di Casey sulla cancellata della Casa Bianca e apparentemente anche questo è illegale. Dopo tre avvertimenti a lasciar libero il marciapiedi dinanzi alla nostra casa siamo stati arrestati. Mi fa ridere l’idea che la persona che abita nella nostra Casa Bianca abbia giurato di rispettare e difendere la Costituzione degli Stati Uniti di America. La persona che attualmente è (p)residente della Casa Bianca non ha la più pallida idea di cosa sia la Costituzione. In occasione del primo mandato presidenziale è stato insediato dalla Corte Suprema, ha invaso e continua ad occupare uno Stato sovrano senza una dichiarazione di guerra da parte del Congresso ed ha anche violato diversi trattati per invadere l’Iraq. Per non parlare del fatto che si passa sopra alla tortura attualmente praticata nelle prigioni militari. Sono tutte violazioni della Costituzione. Il Patriot Act e il fatto di privarci del diritto di riunirci pacificamente sono gravi violazioni del Bill of Rights. George è così ipocritamente preoccupato che in Iraq venga approvata una costituzione da ignorare e fare a pezzi la nostra Costituzione. Essere arrestati non è poi chissà cosa. Pur essendo stati arrestati per «manifestazione non autorizzata», la nostra protesta era molto più seria del semplice starsene seduti sul marciapiedi: la tragica e inutile morte di migliaia di iracheni e americani innocenti (sia in Iraq che qui in America) che sarebbero ancora vivi se non fosse per i criminali che vivono e lavorano nella Casa Bianca. Karl Rove (oltre al fatto di essere un uomo che fa accapponare la pelle) ha rivelato l’identità di un agente della Cia e ha la responsabilità di aver messo in pericolo molti nostri agenti che operano sotto copertura in tutto il mondo. La vecchia azienda di Dick Cheney sta facendo profitti inverosimili aggiudicandosi contratti senza gare di appalto in Iraq, in Afghanistan e a New Orleans. Le attività di John Negroponte in Sud America sono estremamente losche e sanguinarie. Rumsfeld e Gonzales sono responsabili di aver illegalmente e immoralmente autorizzato, incoraggiato e approvato la tortura. A parte la violazione delle Convenzioni di Ginevra, la tortura mette in pericolo la vita degli uomini e delle donne che prestano servizio nelle forze armate in Iraq. Oltre ai succitati traditori, Condi ha mentito spudoratamente nel folle periodo che ha preceduto l’invasione. L’elenco dei reati commessi da questa amministrazione è lungo, odioso e incredibile. Incredibile è che NOI siamo stati arrestati per aver esercitato i diritti che ci derivano dal primo emendamento mentre costoro sono liberi di godersi la loro vita da criminali e di seminare distruzione in tutto il mondo. Debbo comparire dinanzi al giudice il 16 novembre. C’è qualche avvocato disposto ad aiutarmi a contestare una legge incostituzionale? “ |