Tutti contrari ... a parole
Grazia Perrone - 17-09-2005
Contro la legge 53 si sono schierate - a parole - tutte le Organizzazioni sindacali e tutte le forze politiche. Eppure è passata quasi in sordina la nota - a firma di Reginaldo Palermo - con la quale La Tecnica della scuola anticipa un'importante presa di posizione delle parti sociali che, di fatto, apre le porte alla riforma Moratti e mette una seria ipoteca (o ... museruola?) al "partito abrogazionista" (chiamiamolo così) che, negli ultimi mesi aveva riempito le piazze.

Nelle scuole autonome intanto la tanto vituperata (a parole) riforma Moratti va avanti ... con il placet dei dirigenti (cosiddetti) di sinistra. Nella mia, ad esempio, nonostante il collegio abbia deliberato l'attività didattica suddivisa in trenta ore settimanali (come prevede la riforma) stanno facendo circolare un foglietto (che il preside datore di lavoro ha "sponsorizzato" in Collegio) nel quale si raccolgono firme per chiederne la modifica. L'orario proposto è di 29 ore settimanali. Ovvero un'offerta formativa inferiore a quella (massima) possibile con la riforma.

Questo orario è già stato deliberato nell'altro circolo del paesello in cui vivo e lavoro. Circolo - è il caso di ribadirlo? - diretto da un "datore di lavoro" democratico ... e di sinistra.

Vi terrò aggiornati ...
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 Cub scuola Torino    - 17-09-2005
Contro i finanziamenti alla scuola privata e contro la trasformazione in azienda della scuola pubblica Prepariamo lo sciopero generale

Com’è noto, in occasione dell’incontro con le regioni, il governo ha accettato di rinviare di un anno l’avvio della sperimentazione della riforma Moratti nella scuola secondaria superiore.
Sicuramente ha pesato in questa decisione l’aperta opposizione della grande maggioranza delle lavoratrici e dei lavoratori della scuola, e delle famiglie.
Non va, per altro, sottovalutato il fatto che la riforma Moratti, per com’è costruita, è riuscita a scontentare contemporaneamente i lavoratori, la Confindustria, gli enti locali.

Un bel risultato, non c’è che dire!
È importante però ricordare che:

- il governo intende lo stesso approvare la riforma della secondaria superiore e siamo, di conseguenza, di fronte ad un semplice rinvio della sua applicazione;
- la riforma della scuola primaria e della secondaria di primo grado, nonostante l’opposizione delle lavoratrici e dei lavoratori ne abbia attenuato gli effetti, sta procurando gravi danni alla scuola pubblica;
- nella stessa scuola secondaria superiore l’effetto annuncio ha provocato confusione, incertezza, spostamento di quote rilevanti di studenti e personale da un ordine di scuola all’altro.

È, quindi, necessario che la mobilitazione per l’abrogazione della riforma non perda slancio.
Si tratta, soprattutto, di porre l’accento su quello che vogliamo:

- una scuola pubblica di qualità come reale diritto di tutte e di tutti. La riduzione del numero di alunni per classe, consistenti investimenti per l’ edilizia scolastica, l’aggiornamento del personale, il diritto allo studio con la gratuità dei libri di testo, delle mense e dei trasporti;
- l’immediata immissione in ruolo sui posti vacanti dei colleghi precari, docenti ed ATA;
- un reale aumento delle retribuzioni che il blocco dei contratti e la concertazione fra governo e sindacati istituzionali ha fortemente ridotto.

 Massimo Nutini    - 18-09-2005
Condivido la preoccupazione di Grazia Perone. Si veda la conclusione di questo articolo.