Luca - 21-04-2002 |
sottoscrivo in toto |
Giovanna Chianelli - 21-04-2002 |
cosa fare se tua figlia non vuole leggere? Leggi tu, anche a lei. La curiosità prima o poi avrà la meglio.... Qualche volta funziona. |
Giuseppe Tizza - 21-04-2002 |
in Germania viene organizzata ogni anno dalla società degli editori in collaborazione con le casse di risparmio una gara di lettura a livello di scuola, poi cittadino, regionale e infine federale. Avendolo organizzato diverse volte per i ragazzi italiani in Germania posso garantirvi la riuscita. Qualcuno ha detto: "Non si è letto ma i così tanto!" Un cordiale saluto. |
Ermanno Detti - 21-04-2002 |
Egregio signor Francesco Di Lorenzo, trovo molto interessanti le sue osservazioni sulla lettura. Che poi ad occuparsene sia un insegnante trovo interessante la cosa di per sé: la scuola non si è mai preoccupata di formare lettori, ha dato solo - e badi che non è poco anche se non è tutto - gli strumenti per leggere. Mi permetta una sola osservazione al suo scritto: con i decaloghi non si va da alcuna parte. Essi sono utili per sollevare una questione, ma occorre dell'altro, sforzarsi per andare oltre. Per esempio che ne dice di fenomeni tipo il calo dei lettori tra i 5 e i 13 anni registrato all'ultima Fiera del libro per ragazzi di Bologna (dati Aie)? E che ne dice del fatto che comunque i ragazzi leggano di più degli adulti? E che le bambine leggano di più dei maschi? E di fenomeni tipo Harry Potter? E...? Si potrebbe continuare ma mi fermo qui. Grazie per il suo interessamento a una questione tanto delicata come quella della formazione dei lettori. Temo che questo sia uno dei temi di fondo della nostra società, che non legge o legge troppe schifezze. E' d'accordo? Saluti cordialissimi Ermanno Detti |
Pina gasparro - 21-04-2002 |
Condivido la tua riflessione.PINA GASPARRO |
Maria Grazia Bonanno - 22-04-2002 |
Gentile Francesco, apprezzo in pieno quanto da lei scritto perchè, se è vero che con i decaloghi non si va da nessuna parte ( come le ha risposto un lettore ) è pur vero che occorre trovare un punto di partenza sulla lettura e la scuola; per esempio non credo che possa valere ancora la distinzione fra i libri " buoni " e le schifezze, il gusto di leggere può iniziare nei modi più svariati ( anche con le ricette da cucina )e continuare ,cambiando nel tempo, fino ad arrivare alle cosiddette " opere di valore universale ". Del resto : si è mai vista una persona che per imparare a nuotare inizia col fare il subacqueo ? Ed ancora : che dire del modo in cui viene concepito da molti insegnanti il modo di fare la famosa" ora di narrativa "? Un solo libro per tutto l'anno, leggendone un pezzetto per uno ( mentre gli altri dormono ),e con gli esercizi da svolgere alla fine di ogni capitoletto ( gloria a tutti gli "apparati didattici " ). se la lettura è questa va da sè che sia meglio fare altro. |
Ercole Arcone - 23-04-2002 |
Diffidare di chi legge? Bella provocazione quella di Brecht e di ...Francesco. Certo, un punto di vista decentrato per ragionare sulla lettura (o sulla non lettura, se si preferisce). Ma è sufficiente, da solo, a dar conto di uno dei paradossi della modernità? Libri ovunque, in libreria, in edicola, sulle bancarelle, al super mercato, edizioni di lusso e super economiche, prezzi stracciati, libri per corrispondenza, libri a rate, e-book, libri in rete, libri letti alla radio o in tivù, libri in audiocassette: di fronte a tutto ciò, le statistiche sono quelle che conosciamo! Eppure la provocazione può essere accettata, diffidando dunque di chi sa leggere ed è attento a non regalare mai un libro perchè altri non imparino. Contemporaneamente, è d'obbligo resistere nella ricerca di strade che portino a conquistare, ad esempio, la fiducia di quegli insegnanti che comprano, forse, un solo libro l'anno senza completarne la lettura, dei genitori che leggono solo le bollette, dei figli che finanche i fumetti guardano di traverso, degli studenti che non riescono a mettere in rima discoteca con biblioteca. Tante belle letture a tutti. |
Gianni Trezzi - 28-04-2002 |
Come invogliare i bambini a leggere? Per esempio... con il nostro buon esempio (ed è un punto già sottolineato). Una pratica a mio parere molto efficace è, semplicemente, leggere ad alta voce al bambino, fin dalla prima infanzia (cfr. l'iniziativa ABI-Ass. Culturale Pediatri denominata "Nati per leggere", a sua volta ispirato al progetto USA "Born to read"). Io mi sono autodefinito "maestro leggistorie" e utilizzo questa pratica, proficuamente, da alcuni anni per suggerire ai bambini che la lettura può anche (e soprattutto) trasmettere emozioni e non solo essere una noiosa pratica didattica imposta dagli adulti (Piumini dice che la lettura è un "gioco" e che è controproducente renderla un "giogo"). Quando nelle nostre scuole la distinzione tra "lettura strumentale " e "lettura emozionale" avrà finalmente diritto di cittadinanza, avremo fatto un grosso passo avanti sulla strada del rinnovamento didattico-educativo. Evviva la lettura gratuita! (come dice Pennac). P.S.: dato che sto lavorando ad una tesi sull'uso della lettura ad alta voce nella scuola elementare, eventuali commenti o suggerimenti sono... assolutamente invocati! Per il momento, grazie a Francesco per aver gettato il sasso nello stagno... |