Redazione_fuoriregistro - 24-08-2005 |
Riceviamo il comunicato del Comitato fiorentino, al quale auguriamo una buona ripresa, e volentieri lo diffondiamo, convinti a nostra volta che chiarezza e senso di responsabilità siano necessari e doverosi, nell'anno che sta iniziando. Come Redazione ci esprimiamo decisamente a favore dell'abrogazione della Legge Moratti, in vista di un'alternativa che sia tale non solo di nome o di facciata. Siamo stanchi delle parole e delle prese in giro, che penalizzano prima di tutto noi come uomini e donne, cittadine e cittadini, lavoratrici e lavoratori. Ed insieme a noi penalizzano un modello di convivenza democratica capace di fondarsi su valori prima che su interessi. Uniamo la nostra voce a quella di chi chiede soprattutto ai partiti, tutti, e ai sindacati, tutti, di esprimere fino in fondo la loro idea di scuola, mostrandoci la coerenza tra fatti e principi, perchè da un confronto serio e sostanziale nascano consapevolezze senza ombre e decisioni una volta tanto concretamente alternative. |
Tecnica della scuola - 24-08-2005 |
Abrogare o riformare ? Il dibattito riprende Il Comitato fiorentino del Tavolo "Fermiamo la Moratti" propone che il prossimo Governo abroghi subito la legge n. 53; il movimento milanese di ReteScuole lancia l'idea di una proposta di legge di iniziativa popolare; ma Cgil, Cidi e DS si mostrano piuttosto tiepidi. In attesa che il dibattito sul destino della legge n. 53 riprenda nelle scuole, nei convegni, nelle sedi sindacali e in quelle dei partiti dell’opposizione il Comitato per la scuola della Repubblica coordinato da Corrado Mauceri decide di riaprire la discussione chiarendo i rapporti fra la propria proposta e quella di Retescuole di Milano. Il Comitato di Mauceri al quale fa riferimento soprattutto il movimento fiorentino e toscano fin dal giugno scorso aveva messo in circolazione una proposta di legge abrogativa della riforma Moratti. "Nonostante tale proposta fosse la traduzione concreta della parola d'ordine con cui in questi ultimi anni si è sviluppata nel mondo della scuola una vasta mobilitazione - osserva ora Mauceri - non appena l'abbiamo formalizzato in termini concreti ed inequivocabili, si sono manifestati da più parti dubbi e perplessità" - osserva ora Mauceri - Dubbi che il nostro sito aveva fin da subito raccolto e che provenivano proprio da componenti decisive del fronte anti-morattiano: Panini (Cgil-Flc), Alba Sasso e Andrea Ranieri (DS) oltre a Domenico Chiesa (Cidi) si erano mostrati molto tiepidi sull’idea di Mauceri. Poche settimane dopo il movimento milanese che fa capo a ReteScuole presentava una vera e propria proposta di legge di iniziativa popolare, complessa e articolata che, per essere messa in discussione in Parlamento (ammesso che raccolga le 50mila firme necessarie) richiede tempi lunghi, anzi forse lunghissimi. Ora il Comitato fiorentino chiarisce ogni equivoco e sottolinea che "sulla contestualità della proposta di abrogazione e della proposta alternativa siamo d'accordo". Ma il nodo della questione è un altro e il Comitato ne è ben consapevole: "poichè è impossibile che la proposta alternativa possa diventare legge nei primi "cento giorni " della prossima legislatura, riteniamo che sia necessario che l'abrogazione delle leggi Moratti sia approvata subito". A questo punto, spiega Mauceri, "si tratta di scegliere se, ferma restando la contestuale proposta alternativa alla riforma Moratti, vogliamo tenere ferma la proposta dell'immediata abrogazione delle leggi Moratti con il temporaneo ripristino della normativa del T.U. del 1994 oppure se, mentre ci impegniamo per la proposta alternativa, nel contempo applichiamo le leggi Moratti con tutti gli effetti devastanti che producono". Nel dare la notizia dei dubbi e delle perplessità sollevate dalla proposta del Comitato fiorentino, eravamo stati facili profeti nel sostenere che i nodi sarebbero arrivati al pettine in poco tempo. Ma la realtà si sta rivelando anche più complessa: il Tavolo "Fermiamo la Moratti" ha molte anime, troppe; ed il contrasto fra l’ipotesi fiorentina e quella milanese potrebbe essere un segnale di un suo progressivo dissolvimento. Ad ogni modo il Comitato dà appuntamento a tutti per il prossimo 10 settembre: l'incontro si terrà a Firenze e sarà una occasione importante per capire meglio come potrà evolvere la situazione. Reginaldo Palermo |
Giuseppe Aragno - 25-08-2005 |
Due puntualizzazioni dissenzienti e molto personali all'interno di un accordo sostanziale con la proposta del Comitato: a) le primarie: anticipano modifiche istituzionali che non condivido e che purtroppo uniscono tutto lo schieramento politico. Presidenzializzano e personalizzano la politica: Bush o Kerry? Prodi o Berlusconi? A Firenze vanno bene ed io sento per questo puzza di Ulivo, ulivisti, margherite, margherististi, cosa uno, poi cosa due, poi Pds, poi Ds poi lo sanno loro. E anche, purtroppo, di rifondatori che non sanno cosa rifondare. b) Firenze chiede che si pronuncino l'Unione e i candidati alle primarie. Ma tutte le opposizioni hanno candidati a questa americanata? Non mi pare. Chi non ha candidati che fa? Se ne sta zitto, non prende impegni? Un'ultima considerazione. Più passa il tempo più l'Unione mi pare la sinistra della destra. Prodi e compagni sono sulle stesse posizioni di Berlusconi e soci su quell'orrore che è la costituzione europea. Mi dite come fanno a fare una scuola vera? Non basta. Recentemente Prodi, per attirare consensi alle primarie, se n'è venuto fuori con una dichiarazione che mi induce a prendere in considerazione l'idea di non andare a votare. Prodi ha detto: se l'Unione vince, i soldati italiani in Irak saranno ritirati come "truppe di occupazione", ma resteranno per dare un contributo alla ricostruzione del paese. Mi ha fatto piacere che Prodi abbia scoperto che siamo degli "occupanti" (avrebbe potuto dirlo prima che si approssimassero le "primarie"), ma mi pare davvero che ormai abbiamo toccato il fondo. Chi ha chiesto a Prodi di restare? Il governo irakeno? Quale? Quello di paglia tenuto in piedi dai criminali anglo-americani? E questo non è occupare? Prodi dirà che no, che ce lo chiede l'Onu. Ma anche Berlusconi sostiene questa tesi e da prima di Prodi (cosa pensare, dunque, del Professore?): dice che ci sono le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza per il quale ora l'occupazione è finita, c'è un "legittimo" governo - è incredibile ma è così - e che perciò, per aiutare quella tragica barzelleta che è il "governo" irakeno si può restare. A me pare che dovrebbe essere la Resistenza irachena, che si è organizzata addirittura prima dell'invasione, a chiederci di rimanere. Mi pare anche che le N.U. violino il diritto internazionale dando patenti di legittimità a governi fantaccio, contro i quali è in corso una lotta di Liberazione. In questo caso "ricostruire" è solo sinonimo di occupare. Morale: Firenze si fida di Prodi (& C.). Io no. |