Autonomia, sindacato e scuola
Stefano Colombini - 27-06-2005
Il ruolo dell'autonomia scolastica è cresciuta e sta crescendo in maniera esponenziale, a livello di personale della scuola, in questi ultimi anni.
Tutto questo è dovuto a diversi fattori: innanzitutto perché è stata percepita come una dimensione essenziale sul campo della partecipazione diretta delle scuole, degli insegnanti nell'elaborare un progetto educativo valido. Infatti, nel fare i conti con l'attuazione della legge Moratti, ogni scuola è stata messa di fronte all' assunzione di responsabilità professionali rispetto alla propria storia, al proprio territorio, ai diritti degli alunni.
Tutti abbiamo dovuto riflettere se ridurre l'orario e il progetto, se limitare l'organizzazione interna o, invece, sostenere la validità delle nostre scelte, delle nostre idee, delle nostre ragioni.
Ciò ha portato in alcuni casi a confermare il POF dell'anno scolastico precedente, ma in altri a lottare per mantenere quella qualità della scuola che tutti insieme, docenti, sindacato, enti locali abbiamo in tanti anni costruito. Chiunque liquidi questo fronte sostenendo che siamo di fronte a scelte illegittime, sbaglia.
Come CGIL-SCUOLA e poi come FLC-CGIL abbiamo sostenuto con tante assemblee sindacali, con la presenza costante al tavolo della contrattazione, il ruolo di aiuto ai collegi dei docenti, alle nostre RSU nel contrastare un'idea del "prendere ciò che viene" in maniera acritica, senza valorizzare lo spazio di manovra offerto dall'autonomia, verso un disastro annunciato:la legge 53/03.
In particolare la vicenda del tutor ha portato tanti insegnanti a riprendere in mano il proprio contratto di lavoro e ad evitare il tentativo unilaterale di imporre una figura in modo surrettizio, finto. Ora registriamo il silenzio di sconfitta del Ministro, in quella volontà di eliminare per legge il confronto con i sindacati.
L' autonomia scolastica si è rivelata uno strumento potente perché contenuta nella nosta Carta Costituzionale. Essa rappresenta quel conferimento di poteri e responsabilità alla comunità scolastica in rapporto con il territorio. Per questo il DPR 275/99 attribuisce alle istituzioni scolastiche non solo autonomia didattica, ma anche organizzativa.
A settembre è necessario partire da punti consolidati, favorendo la collaborazione che si è venuta a creare tra i vari soggetti della scuola: docenti, genitori, associazioni e movimenti, enti locali e sindacato per coinvolgere quel territorio scolastico dove si è "accettato" l'attuazione della legge Moratti così pedissequamente perché non si è trovata la forza di resistere, di migliorare le nostre conoscenze e capacità di produrre un progetto pedagogico-didattico di valore nel rispetto della legge e della nostra Costituzione.
interventi dello stesso autore  discussione chiusa  condividi pdf