ilaria ricciotti - 25-06-2005 |
Il documento è sintetico, ma appaiono ben definiti alcuni punti chiave che suscitavano tanto allarmismo tra coloro ch paragonavano i partiti dell'Ulivo a quelli della CDL. Come si può evincere non mi sembra che i primi se andranno a governare continueranno la linea morattiana. Come si può leggere c'è un distinguo ben preciso, se non altro si ritorna a parlare di scuola pubblica, di autonomia, di diritto allo studio e di scuola di qualità. Tale documento è certamente da approfondire tutti insieme, ma dovrebbe essere la base, condivisa da tutti coloro che vogliono realmente battere le destre. |
Sergio Delli Carri Istituto Comprensivo - 26-06-2005 |
Non mi pare che ci sia nulla di così chiaro come sostiene Ilaria, anzi. Ma perchè non sono stati più chiari? Ricordate le parole di Rutelli? Ed allora ci facessero sapere cosa resterà in piedi della riforma Moratti. Noi della mia scuola non l'abbiamo applicata quasi per niente resistendo su tutta la linea ed ora vogliamo sapere esattamente che cosa ci aspetta. Questo documento non chiarisce nulla e continuiamo ad essere preoccupati. Continuiamo ad essere per l'abrogazione che lo ricordo non è una parolaccia. Saluti perplessi. |
Giovanni - 26-06-2005 |
FINALMENTE. Una cosa ancora: un piano straordinario per una rivoluzione riedificazione ristrutturazione riqualificazione dell'edilizia e delle attrezzature scolastiche. E SE FOSSE LA VOLTA BUONA? |
M.Cristina Rinaldi - 26-06-2005 |
"NON SI PUO' ABROGARE TOUT COURT LA RIFORMA DELLA SIGNORA BRICHETTO in MORATTI": questa la posizione di molti (alti) esponenti del centro-sinistra che, prima del voto alle politiche, è bene che evitino le grandi enunciazioni di principio e dicano con chiarezza che cosa intendono fare in concreto. Il documento va in questa direzione, lancia una provocazione, ma per me rimane generico e dubito molto che i leader dei vari partiti abbiano tempo e voglia di reccoglierlo, approfondirlo e seguire il dibattito in corso tra gli operatori della scuola e nei sindacati. Grande purtroppo è la confusione nel cortile dell'Unione, disunita su tutto. Ormai devono pensare solo alle candidature nei collegi sicuri... è questa la loro priorità! |
ilaria ricciotti - 27-06-2005 |
"Il futuro del Paese si gioca a scuola" - si dice nel documento. Ma, siamo sicuri che questo sia ancora o anche il credo degli operatori scolastici? Di coloro che, per fortuna non molti, sanno soltanto lanciare strali, senza fare i doverosi distinguo tra persone e forze politiche? Di coloro che ritengono ora più che mai lo sciopero uno strumento inutile, ma che non sanno trovare altre strategie di lotta più incisive? Di coloro che sanno esternare la loro rabbia nei confronti di chi non è ancora al governo, ma che nel piccolo non osano contratare le scelte sbagliate di certi loro dirigenti e si limitano a criticarli nei grigi corridoi scolastici? Cari ex colleghi non credete che questi metodi non siano degni di una categoria che deve contribuire alla formazione dei futuri cittadini? |
Antonio Budruni - 28-06-2005 |
Si tratta di una buona notizia. Ora è necessario fare due passi avanti: 1) far diventare questa "filosofia" dei parlamentari della Commissione cultura in impegno politico dei rispettivi partiti; 2) passare dalle formulazioni di principio ad un preciso progetto di legge con indicazione di costi e tempi. Il centro sinistra - lo dicano i parlamentari firmatari ai rispettivi gruppi dirigenti - aprirebbe in tal modo un vero dibattito politico, culturale ed ideale in grado di coinvolgere milioni di cittadini italiani (insegnanti, personale non docente, studenti e famiglie) su un programma di governo fatto di cose concrete e di scelte precise su intessi altrettanto concreti e ben vivi nella coscienza del Paese. Tutto ciò - è bene rimarcarlo - si trasformerebbe in altrettanti milioni di voti ai quali pare che i gruppi dirigenti dei partiti siano particolarmente attenti e sensibili. E allora: sveglia! |
oliver - 07-09-2005 |
Anche la scuola di base è stata umiliata e ridotta a mercato, dobbiamo renderci conto che non è possibile mercanteggiare la cultura. Aboliamo la riforma Moratti |