breve di cronaca
Stracciare la legge 53
Liberazione - 24-06-2005
Scuola, l'Unione: stracciare la legge Moratti, rilanciare l'istruzione pubblica

La piattaforma alternativa delle opposizioni

Stracciare la legge 53, quella che Letizia Moratti chiama riforma. Su questo l'Unione è d'accordo e ieri una serie di deputati tra cui Titti De Simone (Prc) e Alba Sasso (ds) hanno indicato i punti essenziali di una loro proposta programmatica da sottoporre a un ampio dibattito. La legge Moratti «dovrà essere sostituita da una serie di provvedimenti che garantiscano il carattere unitario e nazionale del sistema, che rilancino la sua strategica funzione sociale e culturale, che recuperino i principi costituzionali violati, che rafforzino l'autonomia scolastica, che recuperino e consolidino le esperienze innovative che la scuola ha prodotto e sperimentato sotto il profilo pedagogico, didattico ed educativo (tempo pieno e prolungato ad esempio)». Per questo dall'Unione si chiede l'innalzamento dell'obbligo da espletarsi nel sistema dell'istruzione (16 anni entro i primi 100 giorni e a 18 entro la legislatura); l'istituzione di un biennio unitario per le superiori, che escluda ogni forma di canalizzazione precoce e di alternanza scuola-lavoro; la valorizzazione degli istituti tecnici professionali; un sistema qualificato di formazione professionale regionale in grado di fornire occupazione, di intercettare bisogni di formazione e di collegarli alle vocazioni dei territori; un forte investimento di risorse pubbliche non inferiore al 6% del Pil (in mattinata i parlamentari avevano incontrato i sindacati confederali che hanno fatto il punto sull'impoverimento della scuola dovuto ai tagli delle ultime finanziarie); la lotta alla precarietà con un piano programmatico di immissioni in ruolo con attenzione al ruolo fondamentale degli insegnanti di sostegno; la valorizzazione delle professionalità insegnanti; il rilancio delle politiche di diritto allo studio.

Che. Ant.

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 Pierangelo Indolfi    - 24-06-2005
Al proposito segnalo:

(ANSA) - ROMA, 21 GIU - Alla vigilia degli esami di maturità i gruppi dell'Unione di Camera e Senato lanciano l'allarme per l'avvio del prossimo anno scolastico: a fronte di un incremento, negli ultimi tre anni, di circa 55.000 studenti gli insegnanti sono diminuiti di quasi 12.000 unità e la situazione non sembra destinata a migliorare visto che delle più volte annunciate immissioni in ruolo dei precari ancora non c'è traccia.
In una conferenza stampa, nel salone del gruppo della Margherita al Senato, i parlamentari delle forze dell'opposizione hanno denunciato la "situazione di collasso" in cui versa attualmente la scuola italiana impegnandosi a proporre un progetto per risanare il settore "condiviso e non calato dall'alto come la riforma Moratti".
"Per noi - ha sottolineato Fiorello Cortiana dei Verdi - la scuola ha una dimensione strategica". "E proprio per questo - ha aggiunto la diessina Alba Sasso - vogliamo più tempo a scuola, più risorse e più insegnanti. Ci daremo da fare perché la fine del prossimo anno scolastico segni anche il tramonto di questa riforma rifiutata da tutti e la fine della carestia per un comparto cruciale per lo sviluppo del Paese".
Un comparto cruciale al quale l'attuale Governo ha destinato, secondo i parlamentari del centro-sinistra, ben poca cosa. "Le cifre che la Moratti va a sbandierare in Tv sono fasulle. La verità è - ha osservato la senatrice Maria Chiara Acciarini (Ds) - che nell'arco di 5 anni l'aumento dell'investimento a favore dell'istruzione è stato di soli 120 milioni di euro, una somma che non serve neppure al recupero del tasso di inflazione".
È sbagliato - accusano i parlamentari dell'opposizione - l'approccio del Governo Berlusconi "che considera la scuola un costo da ridurre e non un investimento". Per l'anno scolastico 2005-2006 - hanno sottolineato i sindacati confederali di categoria che stamani hanno incontrato deputati e senatori dell'Unione - sono previste oltre 20.000 cessazioni dal servizio per il personale docente e circa 7.500 per il personale tecnico e amministrativo. Questo dato, in assenza di immissioni in ruolo - hanno denunciato - inevitabilmente aumenterà il divario tra il personale di ruolo e quello precario. In più - hanno aggiunto stamani i parlamentari - la riduzione dei posti in organico nella secondaria si traduce nella riconduzione forzata delle cattedre a 18 ore, aumentando il numero dei docenti che operano nelle classi e aumentando le situazioni di discontinuità didattica. Preoccupa dunque anche "la scarsa considerazione del fattore qualità". "C'è ovunque - constata Acciarini - una forte riduzione dei progetti, da quelli per l'integrazione degli alunni stranieri a quelli per l'educazione degli adulti o per i disabili (uno dei fronti sui quali si taglia e si precarizza di più)". Tagli su tutti i fronti che - ha avvertito Titti De Simone (Prc) - "mettono a dura prova la tenuta del sistema".
Da non trascurare, poi, in questo contesto, secondo Albertina Soliani (Dl), la "forte demotivazione degli insegnanti". "Bisogna restituire autorevolezza ai professori e responsabilizzare i ragazzi per far fronte - ha osservato l'esponente della Margherita - all'attuale smarrimento degli uni e degli altri".
Insomma, anche per quanto riguarda la vita interna della scuola, secondo le forze dell'opposizione, si è al collasso: "cresce un malessere esistenziale e il parallelo indebolimento dell'asse culturale".

Ma l'Unione non starà a guardare. "Ci stiamo attrezzando - ha assicurato Soliani - per voltare pagina, impegnandoci sulla Finanziaria 2006 e mettendo a punto nei prossimi mesi un programma dell'Ulivo che sia in grado di dare anche alla scuola lo slancio necessario per rinascere. Un obiettivo a cui puntare individuando alcune grandi finalità politiche: la qualità del servizio e dei suoi risultati, l'uguaglianza delle opportunità, l'intesa con Regioni e autonomie locali, investimenti su autonomia scolastica e progettualità".(ANSA).