breve di cronaca
Riforma Moratti: il ni della Sasso
la Tecnica della Scuola - 17-06-2005
Proposta di abrogazione della legge 53: poco convinta anche Alba Sasso (DS)

Anche Alba Sasso, parlamentare DS, si dice poco convinta della proposta formulata dal Comitato fiorentino del "Tavolo Fermiamo la Moratti". L'ipotesi abrogativa presenta molte difficoltà non solo tecniche ma anche politiche. Secondo Alba Sasso bisognerebbe abrogare la legge ma al tempo stesso individuare anche nuove soluzioni.


Dopo le perplessità espresse da Domenico Chiesa (Cidi) e da Enrico Panini (Cgil-Flc), la proposta del Comitato fiorentino del "Tavolo Fermiamo la Moratti" incassa ora le dichiarazioni poco entusiastiche di Alba Sasso, parlamentare diessina, sempre molto attiva in Commissione Cultura e Istruzione della Camera.

"Devo dire - dichiara Alba Sasso al nostro giornale - che, al momento, per le modalità e per i contenuti con cui è stata formulata, la proposta di disegno di legge elaborata dal comitato fiorentino del Tavolo Fermiamo la Moratti non mi convince del tutto".

Che significa, onorevole Sasso? Forse che anche lei sta pensando che la legge 53 va rivista e non abrogata?

"L'obiettivo è e deve essere quello dell'abrogazione della riforma Moratti".

E allora?

"Oltre all'abrogazione - conclude Alba Sasso - è necessario un progetto, che non può essere rappresentato dal puro e semplice ritorno al passato: c'è bisogno di un progetto condiviso, che possa nascere dalla discussione, dal coinvolgimento e dalla partecipazione delle parti sociali, di tutti quei soggetti che animano il mondo della scuola".

Ma è evidente che, posta in questi termini, la questione rischia di complicarsi ogni giorno di più: un disegno di legge come quello che ha in mente Alba Sasso non può essere un provvedimento da adottarsi nel giro dei primi 100 giorni di governo: coinvolgere le parti sociali (i sindacati) e i soggetti che animano il mondo della scuola (le associazioni) e le stesse istituzioni scolastiche richiede tempi lunghi e mediazioni infinite.

L'operazione non sarebbe né brevissima nè facile facile; e in attesa che il Parlamento approvi un provvedimento abrogativo-propositivo, come suggerisce Alba Sasso, cosa succederebbe nelle scuole? Il decreto 59 che fine farebbe?

Insomma lo slogan "Abrogare la legge 53" incomincia a fare i conti con la realtà ed i primi problemi vengono in superficie. D'altronde che il progetto abrogativo non sia semplice è dimostrato da un dato significativo: i ripetuti appelli del movimento anti-morattiano per un referendum abrogativo sostenuto da 5 consigli regionali sono rimasti del tutto inascoltati e fra tutte le regioni amministrate dal centro-sinistra non se ne sono ancora trovate 5 disposte ad assumere una iniziativa in questa direzione.

Reginaldo Palermo

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 Flora    - 18-06-2005
Il suo stile giornalistico non mi piace affatto.
Perchè fa confusione nelle scelte del movimento sull'utilizzo o meno dello strumento referendario.
La richiesta di referendum ai Pres.delle Regioni è stata istruita prima delle elezioni amministrative e il movimento a cui fa riferimento non ha nulla a che fare con l'iniziativa.
E' stato il Presidente Ameli della Gilda a far partire questa iniziativa fra i suoi iscritti ed il movimento ha dibattuto e di fatto escluso fin dall'anno scorso lo strumento referendario come richiesta di abrogazione della Legge Moratti.
Alba Sasso, Panini, e Chiesa dovrebbero rispondere direttamente al suo articolo, perchè, a quanto mi risulta, tutti e tre vogliono l'abrogazione e la sostituzione radicale della riforma Moratti.
Flora

 Anna Pizzuti    - 18-06-2005
Queste sono le dichiarazioni di Panini e Chiesa che vengono riportate in un precedente articolo sempre su La Tecnica della Scuola; se li confrontiamo – come le stesse dichiarazioni di Alba Sasso - con i tre interventi del Comitato per la Scuola della Repubblica presenti su Fuoriregistro*, ci rendiamo conto che le divisioni che individua Reginaldo Palermo, sono interne al dibattito, non certo spaccature profonde.

Enrico Panini, segretario nazionale di Cgil-Flc, si dice perplesso: "Va benissimo l'ipotesi di abrogare la legge n. 53, ma contestualmente, secondo me, bisogna superare la legge n. 9 del 1999 elevando l'obbligo scolastico almeno al primo biennio della scuola superiore; in altre parole portare l'obbligo a 16 anni con la prospettiva di estenderlo a 18, entro la fine della prossima legislatura".
E Domenico Chiesa, presidente nazionale del Cidi, puntualizza: "Non spetta alle Associazioni indicare il percorso normativo; a noi non sembra importante discutere sulla forma e cioè se si debba abrogare la legge oppure rivederla; certo è che alle forze politiche che sostengono il Tavolo chiediamo di lavorare per fare in modo che le conseguenze negative provocate dalla legge n. 53 e dai decreti applicativi vengano eliminate".


*Per una politica scolastica alternativa a quella delle destre

*Proposta di disegno di legge per l’abrogazione della riforma Moratti

 Reginaldo Palermo    - 21-06-2005
Ringrazio Anna Pizzuti per le precisazioni e per aver messo a disposizioni dei lettori le dichiarazioni di Chiesa e di Panini. Giusta la sottolineatura sul termine "spaccatura" che peraltro non ho mai usato in nessuno dei miei pezzi. Mi sono limitato ad osservare che tradurre in pratica (e soprattutto in un provvedimento legislativo condiviso) lo slogan "abrogare la legge 53" non è operazione facile.