Anna Di Gennaro Melchiori - 13-06-2005 |
Sono perfettamente d'accordo col gentile professore che leggo spesso in ogni dove: sono tuttavia note a tutti le allarmanti notizie circa il continuo aumento di abbandono scolastico già a partire dalla medie inferiori, una vera fuga dalla scuola che ci costringe ad aprire gli occhi sulla reale consistenza delle capacità comunicative degli adulti preposti al difficile compito formativo. Qual è la proposta educativa, quale ipotesi esplicativa della realtà passa durante le ore trascorse a scuola? Sono altresì note le percentuali di suicidi tra i giovani, a volte causate dall’insuccesso scolastico. Drop out e burnout sono due facce della stessa medaglia: i sociologi Le Compte e Dworkin lo affermarono nel loro libro “Giving up on school” del 1991, mai tradotto in italiano. Allora chiedo la gentilegga di evitare di pontificare su argomenti per i quali occorre una competenza specifica: l'infallibilità è appannaggio del solo Papa, in certi particolari situazioni. Grazie! |
Calogero Martorana - 16-06-2005 |
Ciao. Tu dici "I ragazzi e le ragazze che fanno uso di stupefacenti o che sono facili all'abuso di alcool hanno bisogno di incontrare adulti o compagni che affrontano positivamente l'esistenza". Beh, trovo questo un modo standardizzato di analizzare la questione, senza offesa, si capisce. Non dovresti tu aver paura della droga, dell'alcol, e comunque delle cose che "sballano", come dici; non dovresti averne paura fino al punto di classificare i ragazzi in "drogati" o "sani", contrapponendoli, e affidando ai "sani" (che tu ritieni sani...) il mandato di far rinsavire i "non sani-quindi-drogati". Lo sballo non può essere drammatizzato o criminalizzato. Lo so bene che in alcuni casi porta dolore, sofferenza e problemi i più vari; ma non è qui il punto. Il punto è non cercare di inculcare nei ragazzi l'idea "etica" secondo cui chi non si droga è migliore di chi si droga. Oltre tutto, non è affatto così: tu forse non bevi? Non fumi? Non ti "sballi" con azioni da adulto, come la passione del calcio piuttosto che ascoltare un concerto rock anni 70? E non sono forse più pericolosamente "sballati" i fedeli più ferventi? O vuoi forse i diciottenni di oggi intruppati in un modello disneyniano tutto casa, scuola e famiglia? I valori sono mutageni, inutile inchiodarli in un periodo. E quelli di oggi sono... quelli di oggi, piaccia o meno. Noi a scuola sbagliamo di grosso a riproporre i "nostri" vetusti valori, forse perché non ci sentiamo all'altezza di quelli nuovi. Invece, vivaddio, che si fumino un po' di tabacco strano ogni tanto, se poi sanno amare, sanno voler bene e sanno apprezzare quei professori che sono vicino a loro anche nel modo di pensare! Non pensi? Cordialità, sempre. |