Nuovi ispettori: prove tecniche di spoils system?
Dedalus - 07-06-2005
La notizia, confermata anche da un comunicato stampa della segreteria regionale della FLC-Cgil, è di quelle che fanno un certo effetto: sette dirigenti scolastici della Lombardia nei giorni scorsi sono stati promossi ispettori direttamente dal MIUR, senza il superamento di alcun corso-concorso. Notizia terribilmente seria che induce a qualche riflessione su una questione ancora più seria e preoccupante. Non si vuole qui discutere sui nomi degli "unti dal Signore", entrare nel merito del valore delle persone promosse a compiti ispettivi (possono essere degne, meno degne, non è questo il punto), quanto piuttosto discutere il metodo di queste nomine.

La sostanza è che vengono "promossi sul campo" alcuni dirigenti scolastici, senza neanche l'esplicitazione di criteri o l'indicazione di particolari meriti o competenze ma d'ufficio, per decisione dell'organo di governo politico-amministrativo, in un ruolo che dovrebbe essere squisitamente "tecnico" e che ha sempre richiesto il superamento di prove di concorso. Nomina quindi direttamente politica e che riguarda evidentemente dirigenti "di area", ritenuti "affidabili" dall'attuale maggioranza, certamente non noti per aver assunto posizioni critiche o per collocazione politico-sindacale diversa o di opposizione. Un saggio di vero e proprio spoils-system dunque?

Come ci ricorda Pasquale Cerbo in lavoce.info "la locuzione spoils system ha avuto origine nei sistemi anglosassoni e indica la facoltà riconosciuta alla parte politica vincitrice nella competizione elettorale di collocare persone di fiducia nei posti chiave dell'apparato burocratico: da qui il nome, che evoca la presa delle spoglie da parte del vincitore".

Il sistema delle spoglie in un bottino di guerra, secondo il significato di questa formula di moda, con la legge Frattini ha avuto un'indubbia accelerazione con un forte avvicendamento dei dirigenti pubblici, dalla Sanità ai Lavori Pubblici, all'Istruzione. Basti pensare ai direttori generali e regionali nominati dal Miur. Questi, già sostituiti in parte all'epoca del centro sinistra, con il governo Berlusconi hanno subìto un radicale avvicendamento (solo 2 su 16 sono sopravvissuti al cambio di ministro). Ma, se non andiamo errati, nessuno si era ancora spinto a nominare d'ufficio gli ispettori tecnici, ruolo per il quale era previsto il superamento di prove concorsuali, peraltro notoriamente impegnative.
E' evidente che siffatte nomine (di derivazione politica) finiscono inevitabilmente per snaturare una funzione che è sempre stata tecnica. Non solo, ma poiché gli ispettori avranno sicuramente un ruolo importante nella valutazione dei dirigenti scolastici - una volta messo definitivamente a punto il modello di valutazione degli stessi - è altrettanto evidente che si finisce per introdurre un'ipoteca, una variabile "politica" anche in questa operazione.

D'altra parte è bene ricordare che queste riserve e perplessità non sono solo nostre. Luciano Molinari, autorevole esperto di legislazione scolastica, Ispettore centrale del Miur nonché direttore di "Il Dirigente Scolastico" (mensile di cultura professionale, suppl. a Scuola SNALS) in un articolo ("La dirigenza scolastica sempre più schiacciata su quella amministrativa") pubblicato il 30.6.2003 su Libera Scuola addirittura scriveva:
"La legge 15 luglio 2003, n. 145 (detta legge Frattini), sullo spoils system, trova piena applicazione anche nei confronti della dirigenza scolastica. Detta legge modifica ed integra il dlgs. n. 165 del 2001 e il CCNL dei dirigenti scolastici, in attesa di rinnovo, fa pieno rinvio alle norme -in materia di dirigenti- contenute nel dlgs. n. 165, per come ora modificato dalla legge n. 145/2002. (...)
In merito all'art. 19 del dlgs. n. 165, per come modificato dalla legge n. 145/2002, noi abbiamo sempre rilevato - nelle pagine di LIBERASCUOLA - che :
a) la dirigenza scolastica e il nuovo sistema di autonomia scolastica , che nascono dall'attuazione di quanto contenuto nell'art. 21 della legge di delega 15 marzo 1997, n. 59 e dall'art. 5, Cost., hanno una propria peculiarità ordinamentale che deriva direttamente dalla Costituzione (art. 33, 1° co. Cost.). Infatti, la dirigenza scolastica nasce dalla funzione docente. La dirigenza amministrativa, invece, discende da altra fonte: l'art. 97, 2° co. Cost.; in ragione di ciò, detta dirigenza, risulta essere emanazione organica del potere esecutivo ed ad esso legata da rapporto di fiduciarietà;
b) la riserva di legge, che riguarda l'attività didattica organizzata, che si compendia nel piano dell'offerta formativa, esclude tassativamente che possa essere il ministro (o il direttore generale dell'ufficio scolastico regionale ) ad assegnare i compiti da svolgere al dirigente scolastico o a fissare gli obiettivi da conseguire. La riserva di legge esclude qualsiasi intervento in materia da parte del ministro attraverso proprie direttive; l'organo di vertice non ha alcuna competenza a definire priorità, piani programmi - attraverso propri atti d'indirizzo - in materia coperta da riserva di legge".
E concludeva sostenendo che: "La illegittimità dell'art. 19 del dlgs. n. 165/2001, per come modificato dalla legge n. 145/2002 - ove applicato ai dirigenti scolastici - è di tutta evidenza."

Sulla base di questi presupposti ( ispiratore e redattore L.Molinari) erano state presentate infatti da Angela Napoli, parlamentare di Alleanza Nazionale, diverse proposte di legge, la n.2791, 28 maggio 2002, "Disposizioni concernenti i dirigenti scolastici" ed una successiva di modifica al decreto legislativo n.59/1998 "Disciplina della qualifica dirigenziale dei capi d'istituto delle istituzioni scolastiche autonome, a norma dell'art.21 della legge n.59/1997" che aveva lo scopo dichiarato di "garantire alla scuola di Stato una dirigenza scolastica fondata sulla libertà e sull'autonomia della funzione dirigente e docente" contro una dirigenza "tutta schiacciata su quella amministrativa e alla mercé del potere esecutivo in dispregio della stessa Costituzione" (sic).
Rivendicando una funzione dirigente nella scuola assolutamente distinta, separata, autonoma e indipendente dalla funzione dirigente amministrativa, la si voleva sottrarre di fatto ai meccanismi dello spoils system, tipici della dirigenza amministrativa (sulla base della tesi, appunto, della non sussistenza di un rapporto di fiduciarierà tra organo di governo titolare della funzione di indirizzo politico-amministrativo e dirigente scolastico).

Sulla stessa lunghezza d'onda era una precedente proposta di legge (n.2068) presentata sempre da Angela Napoli, il 5.12.2001 alla Camera dei deputati sulla "Istituzione del servizio ispettivo nazionale della scuola", ove si ribadiva la derivazione della stessa funzione ispettiva, quale forma differenziata dell'unica funzione docente, dall'art.33 della Costituzione; si affidavano agli ispettori tecnici compiti di assistenza tecnico-didattica, di consulenza tecnica, coordinamento, promozione e vigilanza e si prevedeva (e/o confermava) che l'accesso al ruolo degli ispettori tecnici avvenisse tramite corso-concorso selettivo di formazione, indetto dal MIUR.
Evidentemente queste proposte di legge non hanno fatto molta strada ed il MIUR ha seguito ben altri comportamenti, tipici del modo di governare berlusconiano. Contraddizioni in seno al Polo?

Come ha scritto qualche tempo fa Beatrice Mezzina in un articolo pubblicato su Educazione&scuola, preoccupano gli effetti a cascata di queste scelte, sui dirigenti scolastici soprattutto, su una dirigenza anch'essa soggetta a contratto privatistico e a valutazione di risultato. "Se prevarrà la logica dello spoils-system, esplicito o implicito, anche per la scuola, sarà aperta la strada a una disarticolazione del sistema pubblico dell'istruzione. Con effetto a cascata, si arriverà alla diretta nomina dei docenti da parte dei dirigenti scolastici in un sistema di appartenenze e di efficienza che avrà poco a che fare con l'efficacia della formazione." ("Spoils-system e scuola", edscuola.it)

Fantapolitica o rischio reale? Cominciamo a pensare che "la seconda" sia quella esatta....


L'articolo ci viene segnalato da Scuolaoggi.org. I collegamenti sono a cura di Fuoriregistro.


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 Roberto Renzetti    - 07-06-2005
Non credo si possa aprire il vaso di Pandora e poi scandalizarsi degli orrori che vengono fuori.
La legge sulla dirigenza che dobbiamo a Bassanini-Berlinguer ha fatto diventare dirigenti tutti i presidi e direttori didattici, senza eccezione. Prima si doveva accertare la loro preparazione, poi si doveva fare un corso di un certo numero di ore, poi queste ore si potevano autocertificare.
Sta di fatto che, soprattutto per la spinta (di un forte conflitto d'ìinteresse) dei sindacati confederali, vi è stato il miracolo dei rospi diventati principi, compresi tutti gli incaricati che hanno avuto filoni di privilegio, prima nell'incarico e poi nel concorso (mi vien da ridere !) riservato.
Se avete la pazienza di rileggervi il contratto collettivo scuola firmato nel1998 troverete che gli esaminandi che dovevano conferire con gli esaminatori, data l'età, avrebbero avuto dei problemi. Si sarebbero potuti presentare all'esame (articolo 41) accompagnati dal sindacalista di riferimento e da un legale di fiducia.
Insomma la gestione della dirigenza è stata VERGOGNOSA ed ora mi pare naurale che si proceda con un ministero che chiama chi gli pare a fare ciò che vuole.
Questo discende dai dirigenti scolastici (anche sindacali) che fanno le battaglie per passare alla prima fascia della dirigenza (moltissimi milioni l'anno per premiare il demerito). Se si punta a quella fascia si è dentro lo Spoil System ed è inutile fare gli offesi. Puntare a quella fascia significa anche intercambiabilità e ciò vuol dire che si passa indifferentemente dalla scuola al carcere e VICEVERSA.
La politica dissennata confederale sta facendo anche questo.
Roberto Renzetti

PS. Si chieda ai dirigenti sindacali (che sono anche dirigenti scolastici) cosa intendano fare per bloccare questi comportamenti, quelli che li vedranno in prima fila al cambio di governo.

 apetrocelli    - 12-06-2005
Concordo pienamente con quanto affermato da Renzetti. E' la fine delle carriere per merito e competetenze certificate, l'introduzione del più sfrenato clientelismo nella scuola di stato. Per la cronaca, si poteva partecipare al concorso per ispettore tecnico solo dopo sette anni dopo la nomina in ruolo per gli insegnanti laureati. Il concorso consisteva in ben tre prove scritte ed una prova orale, con programmi d'esame piuttosto impegnativi.