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La scuola che verrà
Ilaria Ricciotti - 02-06-2005
Scuola come operatori

Questo numero è dedicato interamente a chi lavora nella scuola e cerca al meglio di soddisfare i bisogni
degli utenti.

Iniziamo a parlare di chi è il massimo responsabile locale di questa istituzione: il Dirigente, quello che prima si chiamava Direttore o Preside.

In un modello di scuola nuova, all'avanguardia con i tempi, si potrebbe fare a meno di una tale figura?

A mio avviso, conoscendo un po' coloro che vivono nel mondo della scuola oggi, così come ieri, ritengo che essa non la si possa azzerare. Lo si potrebbe fare se tutti gli operatori fossero tra loro uniti e collaborativi. Ma, dato che ciò è ancora una chimera, purtroppo le scuole debbono avere una tale guida istituzionale.

Tuttavia nella scuola che verrà, questa figura dovrebbe essere meno formale, meno inquisitoria, meno fiscale, meno burocratica e più libera nei confronti delle linee politiche dettate dal ministero o dai direttori generali regionali.

Il Dirigente, esperto di didattica, dovrebbe affiancare gli operatori nell'espletamento del loro lavoro; ascoltare gli studenti, i genitori e gli insegnanti, cercando di creare una perfetta sintonia tra essi. Egli dovrebbe essere super -partes; senza favorire qualcuno e perseguire altri. Non dovrebbe essere totalmente responsabile dell'aspetto amministrativo, in quanto c'è già un direttore per questo, ma piuttosto sempre vigile affinché nella scuola tutto sia trasparente e portato avanti perseguendo la legalità.

Dovrebbe farsi carico con i suoi superiori dei bisogni della scuola e, da buon caposquadra, su suggerimento degli operatori, degli studenti e dei genitori, dovrebbe proporre strategie educative e didattiche ed avere l'opportunità di poterle sperimentare.

Dovrebbe inoltre mantenere i contatti con Comune, Provincia, Regione , Ministero, scuole nazionali ed internazionali, interagendo con essi, permettendo scambi di opinioni e di cultura.

Altro? Dialogare ed ascoltare operatori di sinistra, di centro e di destra, non attribuendo cariche a coloro che sono in sintonia con le sue idee politiche o sanno interpretare molto bene il ruolo di spie.

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Gli insegnanti

Loro, a differenza del Dirigente, anche in una scuola rinnovata debbono continuare ad esistere.

E' infatti impensabile una scuola senza di essi.

Ma come dovrebbero operare?

- Dovrebbero limitarsi a far acquisire agli studenti nozioni, nozioni e soltanto nozioni, seguite da verifiche, verifiche e soltanto verifiche?

- Oppure insegnanti che saltuariamente improvvisano o seguono pari, pari il testo con i suoi consigli didattici, senza preoccuparsi minimamente se i ragazzi stanno acquisendo consapevolmente quanto proposto?

- O docenti che , non tenendo conto degli alunni, si considerano i baroni della scuola, i detentori del sapere, che deve essere forzatamente assorbito dagli alunni, non permettendo a nessuno di mettere in discussione il loro operato? Da bravissimi detentori di tutto lo scibile umano, questi tipi di docenti considerano gli alunni, ma anche i genitori gli unici fruitori dei loro giudizi.

- Ci potrebbe essere poi un'ultima figura di docente, motivato ed indaffarato a seguire le più moderne teorie e metodologie didattiche inerenti l'apprendimento. Teorie che lui applica incondizionatamente come se gli alunni fossero cavie.

Nella scuola che verrà queste figure potrebbero essere funzionali, da cestinare o da incastonare?

Se fossi un alunno le scarterei tutte e vorrei un insegnante che sapesse:

* ascoltare gli alunni ed individuare i loro bisogni formativi;

* trasferire nei discenti in modo creativo le sue conoscenze ;

*non proporsi come il cerbero affamato di incomprensioni;

*essere imparziale, positivo, stimolante, creativo, collaborativo, chiaro, autorevole, innovativo, umano, aperto al mondo, di tutti e di ciascuno, umile, dignitoso, libero,onesto, sincero, possibilmente empatico, ecc.;

dovrebbe

*amare il proprio "mestiere";

*lottare per affermare i propri e gli altrui diritti;

*desiderare di rimettersi sempre in gioco;

*riconoscere ed ammettere i propri limiti;

*accettare di essere aiutato ( quando non sa fare qualcosa, quando sta male, quando non è in grado di affrontare una situazione);

*poter frequentare stage, corsi, comperare libri che lo aggiornino sulle nuove metodologie educative e didattiche ecc.

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Collaboratori scolastici

Nella scuola che verrà si ha bisogno di queste figure che non dovrebbero limitarsi ad espletare soltanto funzioni di pulizia o di supporto alla segreteria, ma dovrebbero di fatto collaborare anche con gli insegnanti dal punto di vista educativo.

Essi infatti, possono fornire preziose informazioni sugli alunni, durante la ricreazione, nei cambi dell'ora ed in tutte quelle situazioni in cui l'insegnante non può osservare i comportamenti dei suoi studenti.

Ai collaboratori, col tempo, infatti sono state attribuite queste mansioni educative, ma, con la compiacenza di Dirigenti e/o insegnanti, a volte essi si limitano a svolgere la funzione di agenti segreti, di spie che devono riferire ai loro capi ciò che vedono o non vedono.

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Personale di segreteria

Questi operatori, a cui spesso è stato dato l'incarico di espletare all'interno della scuola funzioni burocratiche, nella scuola che verrà, dovrebbero poter avere l'opportunità di revisionare il loro ruolo.

Essi dovrebbero essere aggiornati sulle norme scolastiche, su eventuali iniziative che vengono intraprese per la scuola ed informare. Quando poi manca un insegnante dovrebbero essere in grado di garantire un' immediata sostituzione. A loro inoltre spetta il compito di far sì che la scuola sia trasparente e rispettosa della legalità.

Sono infatti loro che maneggiano il denaro, che verificano se le competenze retributive spettanti a tutti gli operatori scolastici sono giuste o errate

Che altro dire?

Che essi non possono limitarsi a fare gli scribacchini, i burocrati, ma dovrebbero essere più creativi inventando strategie vincenti per raggiungere le famiglie, altre scuole e le istituzioni presenti nella società.

Dovrebbero saper parlare un'altra lingua per poter fungere da tramite con le istituzioni educative europee e quelle di altri stati, ogni volta che è necessario.

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Esiste in qualche parte del mondo una scuola con operatori del genere o essa è soltanto una chimera?

Io pur non avendola frequentata lotto e spero affinché essa si materializzi, in quanto non possiamo lasciare alle nuove generazioni un tipo di scuola che, soprattutto in questi ultimi anni, non è più una scuola, ma un vecchio barcone che fa acqua da tutte le parti.


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 ilaria ricciotti    - 22-06-2005
Come risponde la scuola al suicidio di quei ragazzi che sono stati da essa BOCCIATI?
Come risponde la scuola ai giudizi che molti alunni piccoli e grandi esprimono su di essa?
La prossima volta parleranno proprio gli studenti, coloro che molti considerano smidollati, privi di tutto forse persino di quel corpo che li avvolge e che non è il loro.
Sì questi studenti che non tollerano le etichette che certi insegnanti con molta naturalezza spunano loro in faccia, senza curarsi delle conseguenze che ne potrebbero derivare.
Di molti di loro che studiano, studiano per ore ed ore, senza possedere un metodo che permetta di vivere non solo la scuola, ma anche la loro infanzia o la loro adolescenza.
Di loro che in fin dei conti sono molto più sfigati di noi che siamo vissuti in un'epoca in cui avevamo ben chiaro in mente chi era il nostro avversario, il nemico da battere con il sapere, con le proteste e quegli strumenti democratici che ci avevano insegnato non solo i nostri maestri, ma soprattutto i nostri genitori. Strumenti che non si contapponevano, ma che si integravano ed erano in perfetta sintonia.