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Il primato della coscienza
Adista - 19-05-2005
Appello per il rispetto della sacralità della coscienza in occasione del referendum del 12 e 13 giugno per la modifica della L. 40/2004 (procreazione assistita)

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"Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d'oggi, dei poveri soprattutto e di coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore". Non è forzato, per noi e per molti cristiani, di fronte al referendum sulla procreazione assistita questo riferimento alle parole iniziali della Costituzione pastorale sulla Chiesa promulgata "a perpetua memoria" dal Concilio. Perché questa partecipazione in solido alla condizione umana porta necessariamente a partecipare anche alla trasversalità interna a ognuna delle aggregazioni che si creano in base a contrastanti opinioni e opzioni politiche attinenti direttamente all'etica. Non si pone qui la questione di coalizzarsi in un solo schieramento. Compito dei vescovi è indicare valori, non imporre ai credenti scelte che competono alla coscienza e alla fede di ognuno. Ne va della autenticità e credibilità della loro solidarietà umana.

Il cristianesimo non è mai stato solo potere e lotta fra poteri. Il Vangelo e la profezia hanno incessantemente animato la crescita dell'umanità lungo l'asse dei valori democratici, fra cui il primato della coscienza, il pluralismo, l'etica della responsabilità. Che dire allora di questa chiamata all'ubbidienza verso l'autorità e all'appartenenza ecclesiale in occasione del referendum? Che ne è del primato della coscienza, che ne è del pluralismo, che ne è dell'etica della responsabilità? Che ne è della lettera e dello spirito del Concilio?

Vogliamo rileggere la magnifica apertura della "Costituzione dogmatica sulla Chiesa"? Il Concilio si serve di parole antiche, citando cioè il profeta Geremia e l'apostolo Paolo, per dire la parola nuova quasi rivoluzionaria che tanti, compreso in primo luogo Papa Giovanni, si aspettavano da tempo: "Ecco venir giorni (parola del Signore) nei quali stringerò con Israele e con Giuda un patto nuovo...Porrò la mia legge nei loro cuori e nelle loro menti l'imprimerò; essi mi avranno per Dio e io li avrò per mio popolo... Tutti essi, piccoli e grandi, mi riconosceranno, dice il Signore" (Geremia 31, 31-34). Cristo istituì questo nuovo patto, cioè la nuova alleanza nel suo sangue (cfr. I Cor. II, 25)...".
Questo è scritto nel documento conciliare fondamentale. Se tutti hanno impressa nella loro mente e nel loro cuore la legge di Dio perché non dare fiducia agli uomini e alle donne? Perché non affidare la ricerca delle soluzioni più giuste al contesto della partecipazione democratica in cui coscienze responsabili si confrontano e infine trovano mediazioni politiche? Perché forzare le coscienze col principio di autorità per fare un fronte politico contrappositivo?

Si obbietta da parte dei vertici ecclesiastici che "I parlamenti che approvano e promulgano simili leggi (quelle che legalizzano l'aborto, ndr) devono essere consapevoli di spingersi oltre le proprie competenze e di porsi in palese conflitto con la Legge di Dio e con la legge di natura" (Giovanni Paolo II, Memoria e identità).
E' vero che la democrazia non è esente da errori, da ingiustizie e da misfatti anche gravi. La guerra preventiva, ma si può dire la guerra senza aggettivi, è un esempio attuale eclatante che brucia a due anni dall'inizio della guerra contro l'Iraq. Ma la soluzione è il principio di autorità? Quando l'autorità ecclesiastica gestiva, direttamente o indirettamente, il potere civile non ha forse commesso gli stessi errori e misfatti e massacri?

No, la soluzione al problema del rapporto fra la legge umana imperfetta e la legge divina perfetta non è l'appello al principio di autorità, non è il ritorno al primato dell'appartenenza, non è un nuovo intruppamento dietro il potere che si fa scudo di Dio. La risposta è quella di Gesù: la profezia disarmata, la testimonianza che rifiuta il potere e che allontana da sé la tentazione stessa del potere. Lo indica bene l'apostolo Paolo in una sua lettera: "(Gesù) pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce".


Prime adesioni
p. Felice Scalia, gesuita, Issur (Messina); don Antonello Solla, parroco di San Grato di Saluggia, Vercelli; don Enzo Mazzi, Comunità dell'Isolotto, Firenze; don Leonardo Zega, già direttore di "Famiglia cristiana", direttore di "Club 3";, Milano; p. Pierangelo, p. Adriano, p. Giorgio, Comunità dei Sacramentini, Caserta; suor Elisabetta (Gina Toscano), Comunità s. Agnese di Livorno-Unione Suore Domenicane S. Tommaso d'Aquino; suor Teresa Caterina (Maria Teresa Nannoni), Comunità s. Agnese di Livorno-Unione Suore Domenicane S. Tommaso d'Aquino; Lina Vicario, associata, Comunità s. Agnese di Livorno-Unione Suore Domenicane S. Tommaso d'A-quino; suor Maria Teresa Ricci, superiora generale della Congregazione Serve di Maria di Ravenna; suor Maria Grazia Gaddoni, Congregazione Serve di Maria di Ravenna; suor Stefania (Leda Baldini), Comunità G. Savonarola e Compagni Martiri di Firenze - Unione Suore Domenicane S. Tommaso d'Aquino; suor Ludovica (Doriana Castellani), Comunità G. Savonarola e Compagni Martiri di Firenze - Unione Suore Domenicane S. Tommaso d'Aquino; don Paolino Trani, Città di Castello; don Paolo Farinella, Genova; don Andrea Gallo, Comunità di san Benedetto al Porto, Genova; don Olivo Bolzon, parroco emerito di San Floriano, Treviso; don Achille Rossi, direttore de "L'Altrapagina", Città di Castello; don Claudio Mondino, Cuneo; don Mario Piantelli, parroco della parrocchia di San Michele Arcangelo, Crema; don Gianfranco Formenton, parroco di S. Angelo in Mercole, Spoleto; don Giacomo Stinghi, responsabile del Centro di Solidarietà di Firenze - Onlus; p. Giorgio Pisano, Portici (Na); don Carmine Miccoli, parrocchia Maria ss. Assunata, Tollo (Chieti); p. Alberto Simoni, domenicano, Comunità Koinonia, Pistoia; don Lorenzo Grigoletto, Padova; don Renzo Fanfani, prete operaio, parrocchia di San Iacopo in Avane, Firenze; don Luciano Scaccaglia, parroco di Santa Cristina, Parma; Giulio Girardi, Roma; Ettore Masina, Roma; Giancarla Codrignani, Bologna; Elisa Lurgo, collaboratrice del "Foglio" di Torino; Enrico Peyretti, pubblicista, Torino; Ivano Pioli, consigliere del gruppo Mac (Movimento Apostolico Ciechi) di Milano; Michele Di Schiena, già consigliere nazionale e presidente dell'Azione Cattolica di Brindisi, presidente onorario aggiunto della Corte di Cassazione; Maurizio Portaluri, esponente di Medicina De-mocratica, già segretario regionale del Movimento Studenti di Azione Cattolica (Brindisi); Giancarlo Canuto, docente di religione e già presidente diocesano dell'Azione Cattolica di Brindisi; Fortunato Sconosciuto, docente di storia e filosofia, già presidente diocesano dell'Azione Cattolica di Brindisi; Claudia Toniolo, ricercatore, Università di Roma "Tor Vergata"; Domenico Jervolino, redazione de "Il Tetto", direttore di "Alternative"; Maria Restello, Castelfranco Veneto; Amelia Girardi, Mestre; Tina Mazzullo, insegnante; Sergio Conti Nibali, pediatra; Antonio Gussio, insegnante; Natale Ullo, pensionato; Vincenzo Romano, magistrato; Luisa Berbero, insegnante; Raffaello De Leonardis, medico; Margherita Messina; Sandro Gorgone, ricercatore universitario; Grazia D'Arrigo, insegnante; Anna Notarbartolo; Zurzolo Albino, educatore; Carmelo Labate, docente universitario; Alfonso Augugliaro, medico; Maria Rigoli, medico, direttore sanitario; Renato Accorinti, insegnante; Rosario D'Anna, medico, docente universitario; Andrea La Torre, impiegato; Lino Prenna, Ordinario di Pedagogia generale e di Etica sociale nell'Università di Perugia; Salvatore Messina, sbattezzato, Valdagno (Vicenza); davide romano, palermo; Gaia Marsico, livorno; Alberto Borello, Borgo S. Dalmazzo (CN); Gabriella Soro, 09047 selargius; Maria Cristina Campodonico, Masciago Primo; Giovanni Colombo, presidente "Rosa bianca", milano; Gianluca Alfieri, San Mauro Torinese; Roberto Furlan, TREVISO; Alfredo Albertoni, zola p. - bo; Marcello Bazzoni, sassari; dott. Francesco Augurio, villammare (Sa); Paolo Sales, (Comunità cristiana di base di Pinerolo - associazione Viottoli), Pinerolo (To); Domenico Raimondi, già Responsabile Diocesano Azione Cattolica dei Ragazzi - Torino, Torino; Franco Nobildonna, perugia; Marcello Peruggia, Mantova; Lucia Ricciardi, Valenzano; Debora Cingano, Mestre; Andrea Tabili, Ascoli Piceno; Francesco Romita, Milano; rosanna picoco , bologna; Giorgio Muccio, Casalecchio di Reno (Bologna); CAROLA TOLA, BATTIPAGLIA; Dott. Daniela Martino, Messina; Sig.ra Antonella Bottiglieri, torino; dottor claudio meloni, roma; Francesco Castelli, ex prete, Torino; Dott. Sara Boriosi, Perugia; sonia roncoroni, laica, Milano; Ilaria Toretti, gia vice-presidente Settore Giovani di Azione Cattolica, Foligno; paola bonalumi, gruppo liturgico, Milano; Andrea Facchini, laico, Tivoli; Angela Butera, Novara; Antonino Chillè, Torregrota (ME); Alessandra PALA, Livorno; Raffaele Corte, Roma; Roberto Bartolucci, San Martino in Rio (RE); Isabella Molinari, D-60385 Frankfurt (Germania); don Angelo Lombardo, Napoli; Alberto CorrentiI, mestre venezia; Antonello Schiavone, credente, socio Azione Cattolica Italiana, Bari; Giuliana D'Olcese, nessuno, Roma; andrea celani, ascoli; Sig.ra Sarah Biandrati, novara; Alessandro Di Benedetto, Raffadali (AG); Lucio Narducci, fasano; Roberto Oliva, napoli; Gabriele De Veris, Perugia; Giacomo Pantaleo, marsala; Lino d. Preatoni, laico credente, Sumirago (Va); Eugenio Scardaccione, facente parte mov.END, Bari; Gianna Vellico, cuggiono; Alessandro Graciotti, chiaverano; Luca Ferri, valenzano; Pierangelo Molena, Martellago (VE); Claudia Gemmi, rosignano solvay - LI; Aismondo Vlado, Lodivecchio LO; Elisabetta Pirolo, 31033 Castelfranco Veneto; Carlo Maria Cananzi, Già consigliere diocesano ACI Napoli, Napoli; Mariassunta Piccinni, Padova; don Andrea Garbellotto, parroco, Piombino; don Albino Bizzotto, Padova; Carmine Stillavato, Minervino Murge; Carlo Ornaghi, Melzo; Annabella Sottile, Napoli; Francesco Baruffi, Modena; Maria Teresa Scarlato, ROMA; Giusy Sammartino, Laica, San Cataldo; ATTILIO DURSO, FANO; Paolo Ruggiu, Porto Torres; fausto caffarelli, torino; Gianni Mula, Cagliari; Padre Alberto Stucchi, ex-priore del Monastero di Chiaravalle, Milano; Dott.Elena Erzegovesi, Milano; Ornella Marcato, laica, 30031 Dolo (VE); Alessandro Malantrucco, Roma; Luciano , Zappella, Bergamo; Stefano Rollero (www.arturin.it), Caselle Torinese; Sabrina Corti, Erba; Sandra Musio, milano; Silvana Alcaino, presidente sezionale U.C.I.I.M, Tricase; Marco PEISINO, aderente Azione Cattolica, TORINO; Angelo Cifatte, 16129 Genova; prof. Lorenzo TOMMASELLI, membro comunità di base Cassano (Na), S. Giorgio a Cremano; Guido Del Re, Firenze; Gianpietro Storti, maestro di cappella del duomo di S.Stefano di casalmaggi, casalmaggiore; FEDERICA NEPOTE, TORINO; Elena Polonioli, Brescia; Maria Cristina LOPEZ, roma; Fra Luca Vivarelli op, nessuno, Zurigo; andrea zanello, seminarista, casale monf.(AL); mauro murino, san martino b.a.; Nicola Florio, caserta; dott. DOMENICO MANARESI, 40141 BOLOGNA; Giovanni Sarubbi, Monteforte Irpino(AV); Mario Grechi, Romanengo; ROSSINI GIANNI, BRESCIA; Pierstefano DURANTINI, Roma; Nadia Neri, Roma; ARMAGNO Pasquale, volontario C.A.V. terziario, Forlì; giovanni satta, torino; don Vitaliano Della Sala, "parroco rimosso", 83010 Sant'Angelo a Scala (Av); brunella bessi, torino; Rocco Biondi, Villa Castelli (BR); Giovanni Realdi, educatore, padova; Antonio Vezzosi, Consigliere provinciale ACLI, Martignana di Po ( Cremona ); ilaria donatio, roma; Masut Francesco, Belluno; luigi d'avascio, maiori (sa); Gabriella Boscolo, Verona; Edoardo Carlesi, Roma; Carlamaria Cannas, Cagliari; Pasquale Quaranta, Battipaglia (Sa); Alessandro Cortesi, domenicano, Pistoia; Gianni, treviso; prof. lucio Pietrantoni, Roma; Dottor Giuseppe Serrone, fondatore sacerdoti lavoratori sposati, Soriano nel Cimino; Fulvio C. Manara, ALBINO BG; luca davico, torino; franco borghi, 44042 cento; Roberto Roveri, San Pietro in Casale (Bo);


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 da Reporter Associati    - 19-05-2005
L'Opus Dei, il marketing della fede e il Referendum...

Il prossimo referendum sulla legge sulla procreazione assistita potrebbero essere una buona occasione per mandare un forte segnale al cattolicesimo italiano, ed alla sua smodata ingerenza nella vita del paese. Grazie alla vacanza di una cultura genuinamente laica, la caduta del comunismo ha provocato, in Italia, l'aumento dell'influenza e della pressione delle elite cattoliche sulle istituzioni repubblicane. Approfittando del relativismo morale tanto condannato, il lobbysmo cattolico ha assecondato ogni governo negli ultimi 15 anni in cambio di prebende e vantaggi.

Mentre la percentuale dei praticanti cattolici precipitava durante il papato di Wojtyla, in realtà cresceva la morsa del clero secolarizzato sulle istituzioni italiane, quelle religiose come quelle istituzionali ed economiche. Mentre Wojtyla si spacciava per il pastore dei giovani semplicemente inanellando lunghissimi giri promozionali attorno al globo, il felpato clero romano ha fatto terra bruciata in caccia di potere e denaro.

Durante l'ultimo papato, il clero italiano ha evitato di esporsi politicamente, preferendo un'azione più sotterranea quanto subdola. Mentre il papato gridava contro il consumismo ad uso e consumo di un riposizionamento strategico dell'immagine del cattolicesimo, il clero si occupava di monetizzare, aggiornando tecniche di marketing e lobbysmo. Nel nostro paese, approfittando del confuso quadro politico, il fenomeno ha assunto dimensioni tanto estese quanto assolutamente da condannare. Intendiamoci, qualsiasi insieme sociale ha il diritto di organizzarsi per tutelare i propri interessi, ma la cosa assume dimensioni completamente diverse quando questo gruppo agisca in danno della collettività, pretendendo al contempo di porsi come baricentro morale.

Il florilegio di santi di pessimo gusto, la commercializzazione di massa di prodotti come Padre Pio, ormai diffuso ed onorato come i nani da giardino, ormai capace di sostituire il corno antisfiga nel cuore di molti automobilisti, non sono fenomeni naturalmente generati dalla devozione; ma portano con chiarezza l'impronta della speculazione economica e dell'impiego massiccio di tecniche di marketing.

Il gadget, il film, l'album delle figurine, immagini, statuette, articoli promozionali su ogni testata; nulla è lasciato al caso. E' la chiesa del potere temporale, in questa epoca identificato nella quantità di denaro della quale si ha il controllo; la chiesa mercantile contro la quale Lutero gridò il suo sdegno, è la chiesa dei chierici, della quale i fedeli sono ormai tornati definitivamente gregge.

Anche recentemente, l'invadenza cattolica ha procurato gravi danni al nostro paese; dal caso della legge sulla fecondazione assistita, all'assunzione di qualche migliaio d'insegnanti di religione, fino all'infiltrazione del sistema sanitario nazionale e alla partecipazione a pagine oscure della finanza nazionale; una volta l'Ambrosiano, oggi le manovre della Bpl. Una chiesa vigliacca, una chiesa che mentre armeggia con il denaro spande parole sagge irridendo i creduloni, costretti a comprare il pacchetto completo; agli sfortunati capita di credere e di dover ubbidire, pagare per credere; non molto diverso dai meccanismi usati da Wanna Marchi che, infatti, lucrava alla grande.

Nascosta dietro un prete antimafia, la curia siciliana ha in pratica dirottato il servizio sanitario dell'isola verso l'obiezione all'aborto quasi totale, i medici obiettori non fanno carriera senza il placet curiale; il presidente dell'ARS siciliana Totò Cuffaro sfila con contorno di sottane e di madonne e sorride assicurando che la mafia non esiste, ed il don, beffardo, accanto a lui benedice.

Il primo ministro italiano, che si spaccia per benedetto dal signore, esibisce zie e benemerenze da timorato di Dio, appare sempre circondato di prevosti dalla dubbia moralità, mentre nessuna voce si è mai levata dagli altari contro questo massimo rappresentante dell'immoralità e della spregiudicatezza. Di fronte al calo del seguito tra la popolazione, la curia italiana si è data agli affari, alla caccia del potere temporale, mentre allo stesso tempo radicalizza la propria dottrina in chiave antimoderna. La non-novità è che questo avviene attraverso un'azione che fa della doppiezza e della dissimulazione la sua cifra.

La storia di un martire della teologia della liberazione assolve il Vaticano dall'aver coperto i suoi assassini; un prete offeso dalla mafia vale a nascondere tutti gli altri preti che, pavidi, tacciono di fronte all'orrore e ne rafforzano l'influenza. E' il pattume che qualche anno fa ci propinava il cardinale Biffi, il vero volto del cattolicesimo; è l'Opus Dei: la mano di ferro che la chiesa porge nascosta dal guanto della misericordia.

E' la doppiezza di chi da un lato prende i soldi dalla Moratti e dall'altra lamenta lo sfascio della scuola pubblica, di chi chiede maggiori risorse per l'istruzione e sottobanco vilmente trama alle spalle delle teorie di Darwin preferendovi i bambini portati dalla cicogna; la doppiezza di chi prende la parte di malati ed anziani e poi lotta per impadronirsi dei fondi della sanità, di chi accentra il controllo sulle carriere dei medici, tutti; la doppiezza di chi ci dice tutti figli di Dio, ma alcuni un po' meno; che proclama la sacralità della vita, ma sorvola sui massacri orditi dai propri fedeli; che finge di opporsi al consumismo e poi mette in vendita un orsacchiotto di peluche con paramenti papali a 160 € da vendere in piazza S. Pietro, of course.

I giorni della morte di Wojtyla ci hanno raccontato dell'esistenza di una macchina perfetta per organizzare il consenso e spettacolari adunanze di greggi commossi, abbiamo visto sfilare l'oligarchia vaticana carica d'ori accanto ai peggiori dittatori, abbiamo visto la corsa alla genuflessione della nostra classe politica. Abbiamo visto il più lungo spot in formato telenovela che la storia ricordi, lo sfruttamento totale dell'agonia di un vecchio e dei sentimenti dei fedeli. Nelle more dell'elezione abbiamo sentito le flebili voci del cattolicesimo di frontiera chiedere attenzione, il cattolicesimo sul campo che con il suo sudore ed il suo sangue copre le impresentabili verità di un clero occupato a consolidare le proprie sostanze. Flebili ed inascoltate, gente buona per esibirne la santità, mentre esaltandone la modestia si specula sui mercati finanziari o si estorcono oboli a chi ha solo la colpa di voler credere in Dio.

Soldi del demonio, verrebbe da dire, se per conservarli occorre coprire ogni indegnità ed ogni azione della nostra classe politica. Soldi che comprano il silenzio sulle ingiustizie, soldi che trasformano la fede in cieca militanza al servizio d'oscuri interessi. Chi può, vada con la mente agli ultimi vent'anni, e provi a ricordare un alto prelato che condanna uno solo dei tanti pessimi politici italiani o un grande imprenditore; provi a cercare nella memoria una sola conseguenza pratica del grido papale contro la guerra in Iraq, provi a cercare anche il minimo sgarbo diplomatico, o una parola fuori posto, verso quei paesi nei il cattolicesimo convive e ha convissuto con feroci dittature e classi politiche corrottissime.

Questa si chiama doppiezza, la doppiezza e la vigliaccheria di chi sa di aver perso, con la rivoluzione francese, la battaglia dialettica contro la ragione; e che quindi si sottrae al confronto aperto per operare nell'ombra del non detto; di chi non vuole rinunciare a quel potere temporale che pure riconobbe come fonte di ogni disgrazia e primo motore dell'allontamento dalla dimensione mistica e religiosa.

La stessa doppiezza che ha guidato il lobbysmo cattolico a venire a patti con i peggiori elementi della Cdl per ottenere l'orrenda legge per la procreazione medica assistita, e che ora vigliaccamente spinge all'astensionismo per evitare il giudizio dei cittadini. Il tutto per sostenere una legge che è il trionfo dell'ipocrisia, alla faccia del proclamato schierarsi contro il relativismo del nuovo pastore d'origine tedesca, davvero tutto d'un pezzo; una legge che grida alla sacralità dell'embrione per attaccare, ancora una volta, i fondamenti della legge sull'aborto. Una bassezza inaudita, possibile solo grazie all'abbassamento delle difese preposte alla laicità del nostro Parlamento nel polverizzato quadro politico e alla diffusione dall'ignoranza e dell'opportunismo tra gli eletti.

Dagli eredi del comunismo ai neofascisti è una sfilata continua a baciare gli anelli cardinalizi, corteggiando pacchetti di votanti in nome dell'apertura ai valori, crisi e conversioni hanno persino colpito diversi noti politici, un dato in clamorosa controtendenza con quello di una popolazione sempre meno praticante. Quali siano i valori che interessano è chiaro, non è un caso, come leggevo in un commento, che tra l'incredibile massa di reliquie del Cristo conservati in templi e monasteri, l'unica a mancare sia unicamente il bastone con il quale questi cacciò i mercanti dal tempio.

Per queste ragioni l'appuntamento referendario diventa l'occasione per l'Italia laica di assestare un salutare quanto sonoro schiaffone alle sottane invadenti, un'occasione per i cittadini laici di ricordare ai fratelli cattolici che devono tenere le manine dei loro pastori, tedeschi o meno, lontane dalle tentazioni dell'economia e della bassa politica. Il prossimo referendum può essere l'occasione per mandare un segnale forte contro l'incesto tra politica e religione nel nostro paese; un incesto che produce mostri ed oscurantismo, cavalcando l'ignoranza in nome della fede, al fine di imporre anche ai laici ogni genere di libello di medioevale memoria.

Diamo questo schiaffo, senza illuderci che ci porgano l'altra guancia; a volte uno schiaffo al momento giusto conta più di mille discorsi.

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