Cobas Emilia Romagna - 28-04-2005 |
COMUNICATO STAMPA - 27 aprile 2005 In questi giorni gli ispettori inviati dall'Ufficio scolastico Regionale dell'Emilia Romagna stanno rovistando tra le carte di due scuole della provincia. Ispezioni per verificare presunte irregolarità, come quelle usate dal ministro Castelli contro i giudici scomodi. Non si tratta quindi di attività di routine, ma siamo di fronte ad attività "mirate"; le istituzioni scelte sono l'8° Circolo didattico e l'8° Istituto comprensivo di Bologna. Ad un primo sguardo sembrerebbe trattarsi solo di due tra le tante scuole che hanno scelto - attraverso i loro organi collegiali ed in rapporto stretto con i genitori - di non applicare gran parte degli elementi della riforma Moratti; forti delle competenze che ancora rimangono agli organi interni di governo democratico della scuola e dei diritti e doveri collegati alla libertà costituzionale di insegnamento. Eppure così facendo non si capirebbe perché quelle e non altre scuole; poiché molte sono le istituzioni che sul tutor, sulle schede di valutazione, sui modelli di iscrizione, sulla scelta dei libri di testo hanno operato scelte analoghe. Andando a vedere nel dettaglio, però, emergono i due fattori che con tutta evidenza hanno guidato la scelta dell'Ufficio scolastico ed il senso e la finalità che queste ispezioni hanno. Infatti in questi circoli sono comprese due delle scuole più attive e capofila nella lotta contro la riforma: la scuola Longhena e la scuola Fortuzzi. Per esempio: a Longhena è nata già dal 2002 una nuova forma di mobilitazione, l'occupazione della scuola concordata e condivisa da lavoratori e genitori, che si è poi diffusa a livello nazionale in centinaia di scuole per oltre due anni ed ha messo in evidenza il profondo e condiviso dissenso della società nei confronti di questa riforma calata dall'alto. Per esempio: alle Fortuzzi l'occupazione condivisa è stata praticata due volte nell'anno scolastico successivo e le scuole Fortuzzi sono il luogo fisico e simbolico in cui si sono svolti i due convegni nazionali sul Tempo Pieno che hanno portato alla nascita del coordinamento nazionale in difesa del Tempo Pieno e Prolungato, convegni che sono stati i primi da quando, negli anni Ottanta, questa forma di scuola era stata sfiduciata da istituzioni e sindacati concertativi. Dalle due scuole è partita la raccolta di firme a difesa del tempo pieno e contro la riforma Moratti che in sei mesi ha portato 145.000 firme alle commissioni parlamentari. Potremmo continuare. E' evidente che la scelta di agire con le ispezioni in questi istituti vuole essere un atto rivolto a dirigenti e lavoratori al fine di intimidirne le capacità di praticare la democrazia, il protagonismo sociale e il libero pensiero, per minacciare ritorsioni se non si riallineeranno nel ruolo di mere esecutrici delle direttive ministeriali, a prescindere dalla legittimità di quelle direttive. Ma un altro fattore, ancora più inquietante, si aggiunge ai precedenti: in queste scuole infatti sono al lavoro e sono stati eletti come rappresentanti rsu, anche i due membri emiliano-romagnoli dell'esecutivo nazionale dei cobas, che da sempre si sono distinti per aver contestato questa idea di scuola e che hanno fatto crescere il movimento di opposizione. E' davvero difficile pensare che la scelta dell'Ufficio Scolastico su oltre 500 istituzioni della regione sia stata casuale. Si tratta di un ulteriore attacco ai cobas, esclusi da tempo da ogni tavolo di contrattazione dagli accordi tra sindacati concertativi ed amministrazione, privati dei più elementari e minimi diritti sindacali ed attaccati, questa volta, nell'agibilità democratica sul luogo di lavoro e nei positivi rapporti costruiti con la comunità scolastica. Per queste ragioni denunciamo la pratica intimidatoria dell'Ufficio scolastico regionale, rivolta contro la comunità scolastica tutta e contro il nostro sindacato in particolare; invitiamo la Direttrice dell'Ufficio Scolastico a tornare sui suoi passi. Inoltre invitiamo i lavoratori della scuola, i genitori, i cittadini ad esprimere il proprio dissenso verso l'ennesimo atto di protervia e autoritarismo di una istituzione che dimentica sistematicamente le vere problematiche della scuola reale: tagli di organico, tagli al sostegno, tagli alle scuole carcerarie, classi affollate, strutture obsolete e inadatte, carenze di scuole dell'infanzia, . Cobas - Comitati di Base della Scuola. Emilia Romagna |
Flora - 29-04-2005 |
In diretta dal ventennio...Le ispezioni! Sembra un incubo disgustoso... |
da Repubblica Bologna - 29-04-2005 |
Continua la polemica dopo l´iniziativa contro le Longhena e le Fortuzzi Stellacci: "Le ispezioni a scuola perché le leggi vanno rispettate" Le ispezioni alle scuole anti-Moratti, denunciate ieri l´altro dai Cobas, sollevano un polverone. E fanno scoppiare un caso. «E´ necessario che tutti sappiano che l´applicazione di una legge dello Stato non è un optional. Non si può permettere che ai ragazzi passi un messaggio diverso da questo», tuona il giorno dopo Lucrezia Stellacci, direttore dell´ufficio scolastico regionale da cui sono partite le visite degli ispettori. «La scuola ha bisogno di maggiore rispetto, è offensivo che si pensi che dirigenti scolatici non applichino la riforma, lo facciamo seguendo le stesse indicazioni dell´ufficio regionale che indica questo come anno ponte, di cambiamento graduale», replica immediatamente Daniela Turci, dirigente dell´ottavo circolo didattico, ma anche membro della Margherita nazionale scuola. Il suo circolo e l´Istituto comprensivo 8, che comprendono le elementari Longhena e le Fortuzzi, scuole in cui è nata la protesta del movimento contro la riforma Moratti, sono stati oggetto delle ispezioni. Nate da piazza XX Settembre per verificare l´applicazione delle nuove «pagelle». Ma sotto accusa non ci sono solo le schede di valutazione degli alunni. Su tutte le novità introdotte dalla riforma tutte le scuole bolognesi saranno chiamate a rispondere con una indagine conoscitiva annunciata dall´ufficio regionale. «Se anche il ministro - spiega Stellacci - non mi avesse dato come obiettivo da realizzare il monitoraggio delle procedure di attuazione della riforma avrei sentito comunque come un mio dovere fare in modo che la legge trovi piena applicazione». Lucrezia Stellacci respinge comunque l´accusa dei Cobas di «atto intimidatorio». «Abbiamo chiesto spiegazioni, dalle due direzioni scolastiche sono giunte risposte evasive che ci hanno spinto a fare ulteriori accertamenti. Non è una azione mirata, se situazioni simili esistono anche in altre scuole al momento non sono emerse». Daniela Turci replica: «La mia risposta non è stata evasiva, ho scritto un lungo rapporto. Dopo mi è stata solo annunciata l´ispezione denominando il mio collegio dei docenti con epiteti negativi. E´ singolare che per due istituzioni scolastiche sia stato riservato un trattamento di questo tipo mentre per tutte le altre scuole si parli di indagine conoscitiva». ILARIA VENTURI |
da Retescuole - 01-05-2005 |
Interpellanza parlamentare Al ministro dell'istruzione, università e ricerca Premesso che: - Si apprende dalla stampa che sono in corso in questi giorni ispezioni in alcune scuole elementari e medie dell'Emilia Romagna inviate dall'Ufficio Scolastico Regionale; - Ufficialmente le ispezioni hanno come obiettivo quello di controllare che nelle scuole sia applicata la riforma Moratti, in particolare per quanto riguarda i nuovi modelli di pagella; - Queste ispezioni rappresenterebbero soltanto una prima tranche di numerose che seguiranno nei prossimi mesi; - Le ispezioni sarebbero comunque successive ad una inchiesta svolta dal CSA bolognese in merito all'applicazione nelle singole scuole della riforma del sistema di istruzione in seguito a precise direttive del direttore dell'ufficio scolastico regionale ; - Nonostante le scuole contattate abbiano risposto i chiarimenti spediti non sono stati giudicati affidabili e sono partite le ispezioni per alcuni istituti le cui risposte sono state giudicare non esplicativi; - Ad una analisi più profonda risulta che le uniche due scuole elementari soggette ad ispezioni sono quelle da cui nel 2002 partì la mobilitazione a difesa del tempo pieno e contro la riforma Moratti - In particolare queste scuole hanno avuto particolare rilevanza e visibilità nella costruzione e nella crescita del movimento dei genitori e dei docenti che si è posto in opposizione all'approvazione della riforma Moratti dando vita al coordinamento nazionale a difesa del tempo pieno e a numerose manifestazioni e iniziative di protesta contro la legge 53/2003; - Del corpo docente delle scuole oggetto di ispezioni fanno parte persone che si sono rese particolarmente visibili nel movimento di opposizione alla riforma e che ricoprono ruoli rappresentativi nel sindacato Cobas della scuola; - Queste circostanze portano a considerare le ispezioni come atti di intimidazione nei confronti degli istituti in cui il corpo docente e i genitori hanno espresso la propria disapprovazione nei confronti dell'operato del ministero partecipando peraltro ad un movimento di opposizione fortemente diffuso su tutto il territorio nazionale; per sapere: da chi è partita la richiesta di ispezioni nei due circoli didattici bolognesi; Se non ritenga di intervenire in una vicenda che sembra minare fortemente il rispetto della libertà di pensiero dei singoli in una scuola pubblica e democratica dove la libertà di espressione deve essere ribadita e sostenuta ed essere oggetto principale di insegnamento per far crescere cittadini liberi e consapevoli; quali provvedimenti intenda adottare affinché non si verifichino più simili episodi e non siano lesi i diritti e le prerogative degli organi collegiali; se è al corrente del fatto che l'ufficio regionale dichiara che a loro non risulta che le due scuole siano state sottoposte ad ispezioni. on. Titti De Simone |
dalla Gazzetta di Reggio - 01-05-2005 |
«Punito chi boicotta la Moratti» Nuova crociata di Garagnani contro i prof anti-riforma Il deputato azzurro in corsa per succedere alla Bertolini BOLOGNA. Annuncia severi provvedimenti disciplinari contro i prof che boicottano la riforma Moratti negli istituti scolastici dell’Emilia-Romagna. E si appella ai cittadini perché spifferino nomi e cognomi dei fomentatori della rivolta, sobillata in primis dalla Cgil e dagli Enti locali rossi. La misura è colma per Fabio Garagnani, il pugnace deputato di Forza Italia che sta limando una nuova interpellanza parlamentare (la settima in due anni), per denunciare «la situazione anomala di illegalità che vige a Bologna e in Emilia-Romagna». E per chiedere al ministro Letizia Moratti che vengano applicate sanzioni contro chi si ostina a non voler rispettare la legge. Lo ha annunciato ieri con toni piuttosto minacciosi nel suo ufficio nel cuore di Bologna, difficile da trovare perché il portone esterno non ne riporta il nome. «Il fatto è che temo minacce» spiega l’onorevole seduto alla scrivania, sotto un pregiato crocifisso in legno e la foto del Papa. Nella stanza, numerose le bandiere di Forza Italia e di Forza Silvio, e una foto in bianco e nero di Alcide De Gasperi. «No, di recente non ne ho ricevute, ma tempo fa sì. Quindi, meglio prevenire. Meglio l’anonimato». Poi l’onorevole - che non smentisce la voce che lo vedrebbe tra i papabili successori di Isabella Bertolini, l’ex coordinatrice regionale di Forza Italia scaricata da Berlusconi dopo i risultati poco brillanti incassati dal partito alle regionali - torna alla carica. «Siamo di fronte a una persistente illegalità e a un attentato alla Costituzione, perpetrato attraverso l’ostruzionismo e il boicottaggio». Poi snocciola alcuni esempi. «Le schede di valutazione degli studenti sarebbero un obbligo che viene eluso. E i criteri per il tutor non sono stati quasi mai definiti dalle scuole, con una pesante responsabilità di alcuni dirigenti scolastici». Senza contare il rifiuto di molti istituti di adottare i nuovi libri di testo post riforma, e il revisionismo storico, «come il modo fazioso in cui molte scuole hanno ricordato il 25 aprile». Ecco perché va combattuta «la vecchia concezione della sinistra di concepire la scuola come un suo strumento di governo». La denuncia di Garagnani cade a ridosso delle ispezione in alcuni istituiti bolognesi per mano della Direzione scolastica regionale, braccio del ministero. «Ma quali ispezioni - sbotta - si è trattato piuttosto di monitoraggi». CLAUDIA ZAMORANI |