Meglio tardi che mai!
Roberto Renzetti - 23-04-2005
La federazione dei sindacati europei spiega alla CGIL Scuola in cosa consiste davvero Lisbona 2000. Insomma, contrordine compagni! Ma vi rendete conto della figura che fanno coloro che qui hanno difeso questo mitico obiettivo ?

Certo che quando si ha a che fare con chi NON vuole discutere, avremo sempre atteggiamenti che pretendono la ragione solo in base alla forza dell'organizzazione.

Atteggiamento ottuso e perdente.


Dalle news della CGIL Scuola n. 15 del 22 aprile 2005:

Rapporto della UE sugli obiettivi di Lisbona: il comunicato dell'ETUCE

Il comunicato dell'ETUCE/CSEE, la federazione dei sindacati della scuola dei paesi membri della UE sul rapporto intermedio relativo agli obiettivi di Lisbona nel settore istruzione e formazione si sofferma soprattutto su due elementi: la scarsa attenzione data agli obiettivi d'inclusione sociale e di educazione all'uguaglianza e alla cittadinanza attiva e le nuove proposte relative al proseguimento degli 11 gruppi di lavoro, attivati nel 2002, che hanno avuto il compito di monitorare gli obiettivi di Lisbona.
Per quanto riguarda il primo tema, l'ETUCE rileva come non si possano definire solo obiettivi quantitativi e a carattere economico per quanto riguarda i settori educativi, dimenticando che la strategia di Lisbona aveva come obiettivo non solo la ripresa economica europea, ma anche lo sviluppo della coesione sociale. Obiettivo che sembra essere stato dimenticato nel corso del tempo, come dimostrano le politiche scolastiche di molti paesi membri e la bozza di direttiva Bolkestein sul mercato interno dei servizi.
Rispetto alle proposte di proseguimento dei lavori di gruppo, l'EUCE paventa che il passaggio da gruppi multilaterali, in cui sono presenti anche le parti sociali, a gruppi organizzati sulla base dell'interesse dei singoli paesi su specifici obiettivi, volti allo scambio delle buone pratiche e all'apprendimento tra pari, escludano i sindacati da ogni possibilità di confronto. Infatti, a livello nazionale, in ben pochi paesi è attivo il dialogo sociale.

Roma 22 aprile 2005

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