breve di cronaca
25 aprile, An e Lega snobbano Ciampi e la Liberazione
l'Unità - 18-04-2005
25 aprile 1945 - 25 aprile 2005: tra una settimana ricorre il Sessantesimo anniversario della Resistenza. Una ricorrenza tutt'altro che formale, vista la continua campagna di denigrazione alla lotta di Liberazione. La manifestazione più importante si svolgerà a Milano, alla presenza del Capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi. E per la prima volta anche Silvio Berlusconi da detto che il 25 aprile sarà accanto al presidente della Repubblica. Tutta la Casa di governo unita? Alleanza Nazionale e la Lega hanno già fatto sapere che diserteranno. Ignazio La Russa, vicepresidente di An, per protesta contro il mancato ricordo anche dei Repubblichini: «Quel giorno - ha detto - ho meglio da fare. Andrò nella Romagna rossa». La Lega, con l'europarlamentare Matteo Salvini, per non stare accanto al presidente Ciampi: «La sua presenza strumentalizza e ammanta tutto di retorica. L'ultima volta che abbiamo partecipato al 25 aprile - ha sottolineato al quotidiano nazionale - ci hanno tirato le uova».

Ecco cosa ne pensano esponenti dell'opposizione e i partigiani.

Aldo Aniasi, comandante partigiano di Valdossola ed ex sindaco di Milano. «An e la Lega il 25 non saranno a Milano? E che c'è da stupirsi e francamente non ne vedo lo stupore. Alleanza Nazionale è un partito fascista. Il cosiddetto sdoganamento è una mistificazione. Il partito di Gianfranco Fini non ha mai in nessuna occasione condannato i crimini fascisti - al di là delle definizioni relative alla Shoah -; non ha preso le distanze dalla Repubblica di Salò. Per quanto riguarda la Lega, sono almeno dieci anni che i leghisti non manifestano simpatie per la lotta di Liberazione. Ora poi... non dimentichiamo che è il partito che vuole approvare la riforma della Costituzione: la Carta che nata con la Resistenza». Infine, Aniasi, dice: «Ciampi sì che sarà a Milano. Ma non è la prima volta che un Capo dello Stato partecipa ad una manifestazione per la Liberazione: Oscar Lugi Scalfaro ricordo che venne a Milano. Su Berlusconi, invece, non c'è nulla di ufficiale. Il premier si è limitato a dire che il 25 aprile, contrariamente al solito, sarà accanto al Capo dello Stato. Dove e come non si sa».

Livia Turco, responsabile Welfare dei Democratici di Sinistra. «Quelle dell'onorevole Ignazio La Russa sono gravi volgarità. Ciò dimostra che non è vero che si è costituito uno spirito condiviso di fronte ai valori della Costituzione. Sono preoccupata ed amareggiata: esistono esponenti politici che fanno parte di questo governo si permettono di offendere una istituzione. A mio avviso, il 25 aprile è una istituzione e Ciampi rappresenta la più grande istituzione che abbiamo. Che vergogna! E An insiste nel dire che il suo partito è ispirato ai valori della Costituzione».

Dario Franceschini, deputato della Margherita: «Nessuna sorpresa. È l'alta prova del senso dello Stato e delle istituzioni che hanno questi signori. Purtroppo non è una sorpresa: Berlusconi ha sempre disertato il 25 aprile e quest'anno ci va. La Lega e An... nessun stupore».

Tino Casali presidente dell'Anpi di Milano e vicepresidente vicario dell'Associazione nazionale: «Berlusconi in base agli atteggiamenti che sempre avuto nei confronti della Resistenza e dei suoi valori non credo proprio che sia intenzionato ad intervenire alla manifestazione nazionale che da sempre di svolge a Milano. Per quanto riguanda An, ho letto le dichiarazioni di La Russa: cose incredibili... Vuole ergersi a giudice dei principi e valori della Resistenza. Tant'è che afferma la sua disponibilità a recarsi in luoghi ove vi sono stati momenti importanti della lotta di Liberazione ma come riconoscimento del contribuito dato alla guerra dai partigiani bianchi. Mentre il contribuito dato dai partigiani rossi - parole sue - se fossero andati al potere avrebbero instaurato una dittatura peggio di quella dei fascisti e dei nazisti. L'ignoranza e la malafede in materia di La Russa è totale - sottolinea Casali -. Non conosce questa pagina di storia e ritiene che si possa giocare sui valori e il contributo dato dalla Resistenza nel suo assieme alla causa della libertà e della democrazia. Voglio ancora una volta ribadire che la guerra di Liberazione - pur tra infinite difficoltà, ha avuto come valore essenziale proprio l'unità di tutte le sue forze che ha permesso di realizzare un contributo straordinario di tutti coloro che anche con il contributo e il sacrificio di oltre 200mila caduti - ha creato le condizioni per la vittoria del 25 aprile e per riportare l'Italia dopo la lunga notte del fascismo tra i paesi liberi, civili e democratici».

Maristella Iervasi

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