Virginia Mariani - 15-04-2005 |
Accidenti! Sapevo alcune cose ma non tutto, evidentemente. Grazie! |
Grazia Perrone - 17-04-2005 |
(...)"Questo è un Paese laico che solo per una disgraziata circostanza rapportabile a fascismo e craxismo ha un Concordato con la Chiesa. (...)" Non sono mai stata tenera con l'Opus Dei e il mio giudizio sul Papa "grande" non è meno severo del tuo ... ma non posso fare a meno di rilevare che la tua ricostruzione storica è lacunosa in, almeno, un punto. Quello che ho evidenziato in premessa. Il concordato Stato/Chiesa costituisce parte integrante della Costituzione (art. 7) grazie al voto - determinante - del PCI con le uniche - e dignitose - eccezioni di Concetto Marchesi e Teresa Noce. La votazione per appello nominale - nella testimonianza che ci lascia Piero Calamandrei [1] (...)"si concluse dopo la mezzanotte (...) in un'atmosfera pesante e depressa: gravava nell'aria, per i più opposti motivi, un senso di delusione, di dispetto, di mortificazione, anche di disgusto (...) Se i comunisti avessero votato contro, è assai dubbio se l'articolo sarebbe stato approvato: tutt'al più sarebbe passato con una maggioranza computabile sui diti di una mano; ma non si può escludere che, se tutte le sinistre si fossero trovate compatte nel votar contro, avrebbero potuto trascinare con sé qualche voto incerto e riuscire a mettere i democristiani in minoranza. Fino all'ultimo momento l'atteggiamento dei comunisti è stato misterioso e tutti i partiti hanno atteso ansiosamente la loro decisione (...)" . [1] cfr. P. Calamandrei - Storia quasi segreta di una discussione e di un voto - Il Ponte III - 5 maggio 1947 - pagg. 409/421 |
Roberto Renzetti - 17-04-2005 |
Grazia, sono assolutamente d'accordo con te. Non parlavo in termini di diritto ma in termini politici. Il Fascismo nasce anticlericale ma poi rincorre la Chiesa per quel consenso che gli era venuto meno dopo l'assassinio Matteotti (il consenso fu poi l'adesione completa delle gerarchie al Fascismo e fa molto effetto rivedere dei filmati in cui tutti i cardinali si alzano in piedi, battono i tacchi e salutano romanamente Mussolini). Ritengo grave comunque che nessuno (a parte gli squalificati radicali) chieda una revisione del Concordato. Quando lo fece Craxi regalò alla Chiesa un'altra fortuna (dopo quella immensa, anche in contanti, regalatale da Mussolini). L'Otto per mille è una parte di questa fortuna. Si vorrebbe che, almeno, si modificassero le modalità di assegnazione del denaro: coloro che non firmano la dichiarazione dei redditi assegnano i propri soldi alla ricerca sul cancro, alle distrofie... La ripartizione proporzionale è truffaldina. Occorre poi capire se Giordano si può inquisire per sospetto strozzinaggio oppure no. C'è da capire se il Comune di Roma può bloccare gli autobus fuori del Raccordo Anulare per evitare ingorghi di traffico. Se le interferenze nella vita politica italiana siano ammesse o debbano essere denunciate con fermezza .......... Di lacune ve ne sono poi molte altre in quello che ho scritto. E' che l'ho fatto in poco tempo per tentare di arginare la marea montante dei miei smemorati o disinteressati (o interessati in altro senso) concittadini. Ci sarebbe da analizzare il parallelo tra la politica papale, ispirata dagli USA, verso l'Est e quella verso i Paesi del Centro Sud America. Da una parte lotta dura al potere comunista con la speranza anche di evangelizzare la Russia (speranza contrastata da Alessio II anche in epoca di URSS atea); dall'altra collaborazione con tutte le dittature "capitaliste" latino americane (si ricordino i rapporti amorevoli di Giovanni Paolo II con il cardinale Pio Laghi, collaboratore delle giunte assassine di Videla, Massera e Bignone in Argentina). Le aperture a Somoza e la chiusura ai sandinisti. L'affetto per Pinochet, documentato anche da un messaggio di suo pugno al dittatore. Il sostegno alle dittature brasiliane, quelle che organizzavano la caccia all'indio per poi mummificarne le teste. Romero ammazzato in chiesa, dimenticato; mentre il sacerdote polacco Popieluszko definito "martire della fede". Da una parte vi è l'incitazione ed il finanziamento, ad esempio a Solidarnosc, per una ribellione di fatto; dall'altra vi è il monito alle disperate popolazioni latinoamericane di pensare al regno dei cieli, condannando addirittura la Teologia della liberazione. Sulla guerra è la stessa cosa: si ammette (e si fomenta, con il riconoscimento immediato di Slovenia e Croazia) quella contro la Yugoslavia per il recupero di Paesi cattolici e si condanna quella che rovina i piani di pace religiosa finalizzati all'espansione. Saluti e buon lavoro Roberto Renzetti |
Don Francesco Martino - 18-04-2005 |
Nell'azione pastorale di ciascun uomo di Dio, compreso il Santo Padre, possono esserci errori e incongruenze storiche, dovute alla fallibilità della natura umana, in tutto ciò che non riguarda la Fede e la Morale, la Dottrina della Chiesa. Governare la Chiesa è una eredità difficile e ardua, perchè essa si estende su 5 continenti e raggruppa uomini di ogni cultura e lingua umana: nella Chiesa non si può parlare di progressisti e conservatori in senso strettro, perchè vi sono presenti le realtà più multiformi e variegate. Ciò premesso, va ricordato che Giovanni Paolo II, da Vescovo, ha lavorato attivamente nel Concilio Vaticano II sopratutto nella stesura nella Gaudium ed Spes, il documento ritenuto il più avanzato tra quelli conciuliari, come risulta dagli Acta del Concilio stessi: è improprio definirlo un conservatore come un progressista. Sula morte di Papa Luciani, sul caso Calvi - Marcinkus - IOR emergono tutte le perplessità della ricostruzione : se fosse vera la linea del professor Renzetti, allora dovrebbe spiegarmi il controsenso di epurare un papa che nel discorso ufficiale al clero romano aveva già delineato la linea di un pontificato di restaurazione, sottolineando con forza e durezza la necessità di una ferrea ed obbediente disciplina nella Chiesa, e in tutti i suoi atti - seppur nel breve periodo - non ha avuto la carica conciliare innovatore del Suo Successore. Sul caso IOR, ereditato dagli ultimi anni di Paolo VI, quando costui era già vecchio e malato, è stato proprio Giovanni Paolo II che ha dovuto mettere ordine, pensionando Marcinkus e diversi Cardinali in carica nel pontificato precedente, e procedere ad una dolorosa risistemazione delle screditate finanze vaticane. Da sottolineare che il Papa, nei primi anni del suo ministero, non essendo uomo di curia ma vescovo in un paese a regime comunista in conflitto con la Chiesa, ha dovuto navigare a vista per conoscere meglio la Curia Romana che gli era estranea. Sicuramente, l'aver sperimentato sulla sua pelle i duri totalitarismi del marxismo e del nazismo può avergli creato seri pregiudizi storici nell'affrontare i problemi concreti della Chiesa nel mondo contemporeaneo, eccedendo, alla base della sua esperienza passata, in valutazioni a volte anche estremistiche in contesti particolari (vedi Nicaragua). Ma nella vita si cambia, si cresce e si matura umanamente : e così è progressivamente avvenuto per Giovanni Paolo II, che in materia di fede, di dottrina e di morale ha mantenuto l'obbligo di confermare i fratelli della fede, avendo cura che il deposito della verità lasciato dal Cristo sia custodito fedelmente, mentre via via ha saputo aprirsi storicamente a letture sempre più congruenti della storia contemporanea: vedi il viaggio a Cuba, per citare un esempio. Nelle cose umane un Papa non è infallibile : lo è nelle cose di Dio. Inoltre, quando nella Chiesa c'è contrasto, ciò è un bene: perchè dal confronto, dallo scontro, anche se appare duro e a senso unico, emergono nuove sintesi e si chiariscono le posizioni dottrinali: così è avvenuto per la Teologia della Liberazione, che oggi ha chiarito la sua centralità cristologica e non violenta, abbandonando i rischi di deviazione populistica, violenta e marxistica, che mal si conciliavano con il messaggio di Cristo, senza rinunciare ad essere rivoluzionaria. Una lettura superficiale dell'enciclica Fides e Ratio può condurre il professor Renzetti alle sue conclusioni: in realtà nell'enciclica non vi è il disprezzo della Scienza, ma si sottolinea la possibilità di conciliare Ragione e Fede, e che non esiste un pensiero debole, ma dalla stessa natura ontologica dell'uomo emerge la Verità su chi lui è, cosa che non dovrebbe mai essere dimenticata, perchè ciò che è veramente umano è veramente cristiano. Ciò che l'uomo è va rispettato : non la tecnica sull'uomo, ma la tecnica a servizio dell'uomo. Da qui discende un semplice principio: il diritto alla vita e al morire con dignità. Se i due gameti si incontrano, per noi è l'inizio della vita, e il prodotto del concepimento ha diritto a vivere e a realizzarsi in quello che sarà. Nessuno ha il diritto di intervenire a manipolare una vita iniziata: da qui le nostre posizioni su embrioni ed aborto, che non mirano alla tecnica, ma al rispetto dell'uomo non come un prodotto, un fabbricato o commissionato dai genitori a loro immagine o somoglianza, ma nella sua individualità ed unicità. Sul profilattico, il discorso non è quello della tecnica per prevenire l'AIDS, ma sulla verità dell'amore umano: unire in profondità due persone, uomo e donna, che decidono di essere uno come l'atto dice, ed aprirsi con responsabilità al dono della vita. Tra l'altro, Karol Woitjla scrisse un bellissimo libro, Amore e Responsabilità, che raccomando alla lettura. Ora, la Chiesa VUOLE LA CRESCITA DELLE COSCIENZE, una cosa ben difficile, rispetto ad un semplice rimedio tecnico (ed economicamente vantaggioso per qualcuno) : tutti sappiamo che il profilattico riduce ma non elimina il contagio, e la vera strada sarebbe l'astensione dai rapporti a rischio. Giovanni Paolo II - e la Chiesa - non potranno mai, se non tradendo il messaggio del Cristo - accettare soluzioni che vanno contro l'Amore come Cristo ci ha insegnato : unioni gay, coppie di fatto, aborto, fecondazione artificiale omologa ed eterologa... Tuttavia, questo non significa che all'interno della Chiesa non vi sia un dibattito serio e ferrato su questi problemi, per essere vicini alle persone che soffrono queste difficoltà e trovare le forme e le soluzioni nella luce della VErità Rivelata ai problemi concreti e quotidiani. Sulla Scuola Privata, mi trova perfettamente consenziente. |
Roberto Renzetti - 20-04-2005 |
Gentile Don Francesco Martino, lei fa il suo mestiere ed è nel suo pieno diritto. Il fatto è che lei può rivolgersi con le parole che usa solo ai credenti che, per definizione, sono credenti. Lei parla di verità rivelata: io ho altre cose per rivelate ma non sono verità: conosco la povera gente, la fatica, la sottomissione ai potenti, l'impunità dei ricchi, la sofferenza dei malati, l'emarginazione dei diversi, interi continenti che muoiono, la ricchezza dei potenti, gli sfarzi e le prepotenze della Chiesa, il duro lavoro, il sacrificio dei pochi, la ricerca del lavoro... Ho il piacere di essere molto amico e di rispettare profondamente le comunità cristiane di base che fanno lavori eccellenti in tutto il mondo. Il confronto con loro è eccellente perché mai pongono il problema di essere accettato nell'Ecclesia solo se si è credenti e neppure lavorano per convincerti. Semplicemente ognuno è quello che è e collabora con gli altri per un mondo più degno, più vivibile, meno violento. Di queste persone ho sommo rispetto da moltissimi anni e quindi quanto dirò non è certamente rivolto a loro. Lei ha il diritto di sostenere ciò che fa ma quando afferma che la Chiesa non può "accettare soluzioni che vanno contro l'Amore come Cristo ci ha insegnato : unioni gay, coppie di fatto, aborto, fecondazione artificiale omologa ed eterologa "mi deve spiegare dove Gesù avrebbe sostenuto le cose che lei sostiene. Dove Gesù (sia l'esseno che il bar abbas o figlio di Dio) ha parlato contro le unioni gay ? Piuttosto, leggo in Matteo: "Non giudicate, affinché non siate giudicati". Ma dirò di più. Un grande studioso spagnolo di fatti della Chiesa, Pepe Rodriguez, ha fatto una indagine sui costumi sessuali del clero. Il risultato è che il 35% dei preti intervistati (un campione di 2000) si è confessato gay, che un 20% ha rapporti omosessuali, che il resto non si esprime. Quindi di cosa si parla ? Vi è poi tutta la vicenda della pedofilia, con le coperture al Cardinale Law da parte di Roma . Come si può asserire che il preservativo impedirebbe l'amore vero e profondo? Oppure: quando lei dice che il profilattico non è completamente sicuro dice il vero. Ma la Chiesa ne proibisce l'uso per questo motivo ? E perché si oppone alla pillola del giorno dopo ? Qui l'amore sarebbe ancora più profondo ? Questo e molto altro fa dire: come si possono dettare leggi per tutti ? Le coppie, in Palestina, 2000 anni fa come erano ? E Gesù non si accostava a tutti ? Non era egli più unito che mai con i più bisognosi ? Con le prostitute, con tutte le donne ? E come mai la Chiesa allontana le donne ? Se Gesù avesse letto quanto Paolo dice delle donne lo avrebbe frustato. Quanto dei dogmi cristiani sono in realtà invenzioni paoline e prescindono dai Vangeli? Dove Gesù ha istituito il clero professionale, il papato e il tempio come casa di Dio? Dove parla di inferno e di peccati da scontare Che c'entra la falsa donazione di Costantino ? E la vendita delle indulgenze (ricorda la Taxa Camarae di Leone X) ? C'è poi l'aborto, il divorzio, Come può avere autorità chi da un lato parla di rispetto della vita (anche io!) e dall'altro vara un catechismo (1992) in cui nel capitolo "Il rispetto della vita umana", al paragrafo "La legittima difesa", al punto 2266 si dice: "Difendere il bene comune della società esige che si ponga l'aggressore in grado di non nuocere. A questo titolo, l'insegnamento tradizionale della Chiesa ha riconosciuto fondato il diritto e il dovere della legittima autorità pubblica di infliggere pene proporzionate alla gravità del delitto, senza escludere, in casi di estrema gravità, la pena di morte...." Che ne dice ? Lo sa poi che, a proposito di divorzio, la Sacra Rota ha annullato matrimoni di grosse personalità politiche con motivazioni che fanno ridere chi credente non è ? La Chiesa non dovrebbe tacere sulle leggi dello Stato (la cosa risale addirittura al povero Rosmini) che sovvenziona comunque chi è dedito al culto ( Io direi ma questo è solo un pio auspicio, che la Chiesa così forte di tanti fedeli si faccia forte economicamente e si autofinanzi… sarebbe un modo per affermare con forza e decisione la propria dignità) ? E sulla fecondazione artificiale avere il pudore di ascoltare con il pentimento nel cuore (per tutto ciò che ha fatto contro) le povere coppie costrette a ricorrere a questa pratica dolorosa due volte, fisicamente e psicologicamente (oltre che costosissima). Quanti osservano veramente i vostri insegnamenti? Non certo chi può andare all'estero a pagare un altro dazio all'ottusità inquisitoria mai finita. Sulla ricerca scientifica apriamo un altro capitolo doloroso, per quelli come me. Io non sono mai stato un neopositivista ma credo che la scienza debba poter progredire nei modi che uno Stato laico ritiene di doversi dare (Einstein disse parole eccellenti in proposito). Ora chiedo: quando la Chiesa è stata favorevole, una sola volta, al progresso delle scienze ? Sempre contro qualunque vera novità. Cito ancora le ipocrisie della gestione passata della Chiesa: si perdona Galileo (qui viene da ridere perché semmai è la Chiesa si doveva e deve inginocchiare davanti a lui) e poi si scopre che si trattava di un annuncio smentito da Poupard e Garrone (la informo che anche i Gesuiti hanno criticato la non riabilitazione di Galileo). Su Bruno ... niente, eh? Su Darwin la Chiesa cavalca il creazionismo. Dalle parti nostre la cosa non ha successo (persino Moratti e Bertagna si sono sconfessati) ma negli USA tutto va bene. Anche qui insegnate il creazionismo, i miracoli, le verità, le Trinità, interferendo con la fede nella vita civile! Interferire con gli affari di uno Stato laico, o parlare ai cittadini come se fossero fedeli è un errore, soprattutto in un Paese che mostra che si sta distaccando sempre più dalla Chiesa e proprio a causa di quella società "consumista" che la Chiesa non ha mai veramente messo in discussione. Lei sa certamente che dopo lo splendido 1849 seguiva il miracoloso 1870 (poi distrutto da quell'anima nera di Mussolini nel 1929). Che ancora a quella data esisteva a Roma la Cattedra di Fisica Sacra (fondata dal Card. Consalvi ed affidata al Card. Scarpellini). Scriveva Scarpellini: "In un ramo della pubblica istruzione, che ha per oggetto l'applicazione delle scienze naturali alla considerazione di Dio, non può immaginarsi sistema né più ordinato né più sublime di quello, che la stessa divina sapienza ne tratteggiò laonde con saggio divisamento dal primo libro della Genesi desunse la nostra cattedra l'ordine e la distribuzione delle materie, nonché l'appellazione di FISICA MOSAICA, FISICA SACRA, COSMOLOGIA TEOLOGICA. Pertanto in sei grandi trattati se ne divise l'ampio argomento, essendoché in sei giorni divise Mosè l'opera divina della creazione, ed a ciascun trattato serve di tema ciò che creò Iddio nella corrispondente giornata. Quindi è che il I si occupa della creazione del mondo, o piuttosto della creazione delle sostanze elementari; il II del firmamento, o sia dell'aria, e della divisione delle acque sopra la Terra divisa in continenti e mari; il III della produzione dei vegetabili; il IV dei corpi celesti, e de' loro uffici; il V della produzione dei pesci e dei volatili; il VI finalmente della produzione degli altri animali e della formazione dell'uomo ... ". E lei sa anche fino a quando fu insegnato il sistema aristotelico-tolomaico nelle scuole dello Stato Pontificio? E sa che le tac, le radiografie, le ecografie, le risonanze del Papa si fanno con la fisica quantistica e non con la Provvidenza o la Fisica Sacra ? Ed io mi dovrei affidare a così grandi maestri ? Tanto per essere chiaro, la vicenda di Galileo, gravissima in sé, ha delle ricadute ancora più gravi. Fino al processo a Galileo il baricentro della ricerca scientifica europea era su Firenze. Subito dopo si spostò a Parigi. Quando si ricominciò a far scienza fisica in Italia (anni 20 e 30 con Fermi ed il suo gruppo) arriva un'altra calamità mai contrastata dalla Chiesa, le leggi razziali che hanno distrutto tutto di nuovo… In definitiva lei non pensa che la Chiesa (nelle sue gerarchie) sia sempre stata dalla parte dei padroni ? Lei sa cosa disse Papa Pio II (1405-1464): "Per noi e per i nostri, la favola di Gesù è divenuta una benedizione"… O che la Fede è una cosa ma AUT fides AUT ratio (su questo si può leggere il saggio di Flores D'Arcais su Micromega 5/98)? E che sia un nonsenso filosofico cercare di dimostrare l'esistenza di ciò che non è e, per di più, dargli validità effettuale e perfino legale? |
Don Francesco Martino - 25-04-2005 |
Gentilissimo Prof. Renzetti, la ringrazio per la sua lunga ed articolata risposta, che mi consente di continuare a dialogare con Lei. Ovviamente le ho risposto come esponente della Chiesa Cattolica e sono convinto, anzi sicuro, che le cose che ho detto “posso dirle con queste parole solo ai credenti”. Ma questo per non nascondersi ed impostare il dialogo su basi di verità, nella chiarezza delle posizioni reciproche. Ovviamente, per noi, per la nostra cultura e tradizione, si tratta di “Verità rivelata”. Scherzosamente, mi viene in mente il momento in cui Gesù, parlando a Pilato, afferma : “Per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla Verità”; e Pilato: “Che cos’è la Verità?”, in cui potremmo sintetizzare le nostre posizioni. Vengo ai punti da lei sottolineati : io non voglio convincere nessuno, né fare proseliti, né respingere alcuno, ma dialogare con lei. Per noi, che stiamo sulla “barricata” della Chiesa, l’Amore si trova riassunto in queste frasi presenti nel Vangelo di Giovanni : “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Gv. 15,12-13). Gesù non ha parlato di coppie gay, ecc. ma nella sua azione quotidiana, anche nell’atteggiamento concreto verso i cosiddetti peccatori, ha insegnato una prassi: ha detto “Neanche io ti condanno: va, e non peccare più”. Quindi, sostanzialmente, amore verso i cosiddetti peccatori, condanna per i cosiddetti peccati : condanna per ciò che è male, amore e comprensione per le persone concrete. Il Bene è proprio l’Amore secondo il suo insegnamento, il Male ciò che contraddice questo insegnamento. Incredibilmente, la cosa spaventosamente semplice è che Amare significa aprirsi all’altro, donarsi scambievolmente, fino a morire per l’altro. Non Amare significa rifugiarsi in se stesso, chiudersi all’altro, vivere per il proprio egoismo. Da qui discendono le mie affermazioni su unioni gay, coppie di fatto, aborto, fecondazione artificiale omologa ed eterologa… E qui non c’è giudizio – badi bene – sulle persone, frase a cui si riferisce Matteo, ma sui principi. Gesù ha giudicato “i principi”, non ha giudicato i peccatori. Si legga l’intero “Discorso della Montagna”, presente in Matteo, da cui ha tratto la frase sul giudizio, e quando dice : “Voi siete la luce del mondo…” ecc. ecc. Cristo non ha rinunciato ad annunziare quella che io chiamo Verità, ma ha guardato negli occhi, nel cuore le persone che ha incontrato e le ha amate. Le sembrerà strano, ma ho letto gran parte del libro del Professor Pepe Rodriguez, “Verità e Menzogne della Chiesa Cattolica” che una carissima insegnante laica, mia amica, mi ha regalato. E’ un bel trattato completo di tutto ciò che sarebbe – a vostro giudizio – falsità nella Chiesa Cattolica dai Vangeli Apocrifi ad oggi. Non le nego che, essendo la nostra una comunità di santi e peccatori, mi trovo troppo dolorosamente d’accordo con il mio amico Ratzinger quando parla di sporcizia nella Chiesa: perché la nostra controtestimonianza è grave e deprecabile. Forse lo ignora, ma questi fatti, tra di noi sono vissuti molto dolorosamente: secondo la mia personale opinione un sacerdote omosessuale farebbe bene ad essere dimesso o a dimettersi dal suo incarico, in primis perché l’omosessualità conclamata è mancanza della necessaria maturità umana e cristiana per vivere il “dono” del celibato ed è intrinsecamente un disordine interiore, segno di insoddisfazione ed irrealizzazione della persona nell’Amore più Grande chiesto da Cristo ai suoi, che condiziona negativamente nel dono della propria vita. Ancora più grave il caso di pedofilia: forse lei lo ignora, ma è stato proprio il Papa Giovanni Paolo II a convocare tutti i Vescovi cattolici americani in Vaticano non per salvare la faccia, come lei può pensare, ma per fare pulizia, chiedere perdono, e salvaguardare le vittime. Provvedimenti dolorosi e pesanti sono stati presi, pur nello spirito di misericordia per le persone: il Cardinale Law, che lei cita, è arciprete di Santa Maria Maggiore: ora, in Roma esistono 4 Capitoli, San Pietro, San Paolo fuori le mura, San Giovanni in Laterano. Questi incarichi non sono incarichi di prestigio, ma incarichi effimeri di punizione o pensionamento, a cui, per la carità del Papa, vengono destinate spesso le persone che non hanno dato buona prova nel governo della Chiesa o altro. Il Cardinale Law si è trovato in una posizione onorifica che tradizionalmente porta a far presiedere una delle messe in suffragio del Papa defunto, ma questa non è assolutamente una promozione. Andiamo oltre : “Come si può asserire che il preservativo impedirebbe l’amore vero e profondo?”. Nel discorso sull’Amore fatto sopra, emerge che l’amore umano ha la dimensione profonda di unire le persone, ed in modo particolare l’io e il tu nel “noi” (aspetto unitivo) e che il dono dell’atto di amore sia aperto al dono della vita, e quindi a dare la vita (aspetto procreativo). Non nego che quando due persone si amano veramente, e si donano l’uno all’altro, realizzino in toto l’aspetto unitivo dell’amore. L’uso del preservativo rappresenta però una chiusura al dono della vita, e quindi non realizza la seconda caratteristica dell’amore. Per cui, non siamo pienamente all’amore totale e disinteressato (parlo secondo il discorso “nostro”, sul fondamento “nostro” che prima le ho enunciato). Ovviamente, bisogna poi contestualizzare il discorso guardando negli occhi e nel cuore le persone concrete, ed amandole di quell’amore che Cristo vorrebbe dalla sua Chiesa. La Chiesa non proibisce l’uso del preservativo solo perché non è completamente sicuro, ma per il discorso sopra esposto : perché la regola fondamentale che si pone è quella dell’Amore, non quella del “piacere”, della “voglia”, del proprio “egoismo a due” che riduce il rapporto sessuale non al dono d’amore ma alla semplice gratificazione del nostro desiderio e delle nostre passioni del momento, ovvero al semplice “fare l’amore” ma non “Amare”, se mi sono spiegato. E’ qui il punto critico di ogni discorso concreto. Tuttavia, in un rapporto quello che va salvato sempre è l’Amore. Altra domanda : “E perché si oppone alla pillola del giorno dopo?”. Amare – secondo la nostra visione – significa quindi raggiungere la pienezza di questo aspetto unitivo e procreativo, e non c’è amore senza responsabilità delle proprie scelte e responsabilità vera verso l’altro. La pillola del giorno dopo, in pratica, serve per provocare (la Ru 486) una mestruazione atta ad espellere dall’endometrio il “prodotto del concepimento” che per noi è “vita”: o meglio, impedire il dono della vita. Mi chiedo: è vero che due ragazzi, due giovani, possano sbagliare (e la nostra cultura, che invita al sesso come consumo, gioco e divertimento sta registrando il boom in questo senso) ma perché deve pagare questo errore un terzo? Perché non deve avere il diritto di vivere, di nascere, di svilupparsi? Da un lato, questo spinge noi Chiesa ad un compito educativo molto forte, per promuovere nei giovani un vero cammino di crescita nell’amore vero, cosa a cui noi stiamo cercando di rispondere, dall’altro non possiamo accettare un intervento che – ripeto – per noi “oscurantisti” – mira a sopprimere un essere umano perché per noi non è “prodotto” ma “persona” di cui i due ragazzi, giovani ecc. sono responsabili. Perché non esplorare l’ipotesi di disconoscere, allora, il figlio alla nascita e consentirne l’adozione? Ma poi, si obietta, vengono i rimorsi ecc. ecc. E allora perché non farlo nascere e dargli l’opportunità di volare nel firmamento della vita? “Come si possono dettare leggi per tutti?”. Credo che voler professare il proprio credo non significhi voler imporlo a tutti. Nel gioco democratico della società ognuno pone sul tappeto le sue visioni, e poi, a livello civile, vince la maggioranza. Noi abbiamo fatto le nostre battaglie : divorzio e aborto, e abbiamo perso. Abbiamo chiesto solo l’obiezione di coscienza per l’aborto, perché crediamo non si possa sostituire un integralismo laico ad un integralismo religioso, per il rispetto delle convinzioni religiose di tutti. Siamo convinti che la via maestra per annunciare il vangelo è il dialogo, nel rispetto delle reciproche posizioni, ma non a rinunciare a professare ciò che noi crediamo essere la Verità. Gesù sicuramente si è accostato a tutti e ha affrontato i problemi concreti delle coppie della sua epoca : ma ha anche tuonato contro il divorzio e lo scandalo, contro l’adulterio e tante altre cose. E’ sempre stato unito a tutti i bisognosi, con le prostitute, i pubblicani e i peccatori, ma ha richiesto conversione, cambiamento di vita, del cuore e degli occhi. “Come mai la Chiesa allontana le donne?” Forse, il problema può apparire quello delle donne prete o delle diaconesse. In realtà nella Chiesa c’è una forte, fortissima presenza femminile che ha un suo ruolo sempre crescente, secondo ruoli propri e ben distinti. Penso ai tantissimi ordini religiosi, contemplativi ed attivi, alle numerose teologhe che ormai ci hanno soppiantato nell’insegnamento di religione, alle catechiste e a coloro che in terra di missione reggono praticamente le parrocchie, alle ministre straordinarie dell’eucarestia, alle chierichette, alle lettrici ecc. ecc. L’uguaglianza non è fare tutti le stesse cose, ma secondo la propria reciprocità assumere i ruoli che sono consoni. Gesù, il grande innovatore, non ha scelto tra i 12 apostoli nessuna donna, eppure, lui, grande amico delle donne in disprezzo della tradizione ebraica, poteva farlo. Qui, il mio amico Ratzinger, ha posto il fondamento sul perché la Chiesa cattolica non può concedere il sacerdozio alle donne, e Giovanni Paolo II, nella “Mulieris Dignitatem” ha comunque voluto riaffermare la dignità della donna nella Chiesa, con affermazioni – per noi oscurantisti – molto alte e profonde. “Quanto dei dogmi cristiani sono in realtà invenzioni paoline e prescindono dai Vangeli?” . La sua argomentazione, che sicuramente si basa sulla tesi di Pepe Rodriguez ed altri che Paolo avrebbe fondato la Chiesa esistente, restaurando il giudaismo cristiano, contro Pietro e gli altri, non è perfettamente plausibile. Nel Vangelo è Gesù Cristo stesso a fondare la pretesa di essere Figlio di Dio, uguale al Padre, e a parlare di Spirito Santo. I grandi Concili di Nicea, Efeso, Costantinopoli e Calcedonia non hanno fatto altro che precisare questo, condensato nel credo Niceno – Costantinopolitano. Paolo, nelle sue lettere pastorali, ha fornito chiavi di lettura esplicative, ma non ha detto altro dai Vangeli. A meno che Paolo non abbia scritto tutto… da solo o con i suoi collaboratori. Un po’ incredibile, non crede? “Dove Gesù ha istituito il clero professionale, il papato e il tempio come casa di Dio?”. Di sicuro ha chiamato in mezzo ai suoi discepoli 12 uomini a cui ha rivolto delle istruzioni particolari, affinché stessero in maniera più stretta con lui e condividessero la sua vita, che hanno partecipato con lui ai momenti fondamentali della sua vita, compresa l’Ultima Cena, a cui ha comandato di ripetere “in sua memoria” quei gesti espressione del suo sacrificio, a cui ha dato il compito di rimettere i peccati, di annunciare il vangelo a tutte le genti e di battezzarle nel nome del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo. Da qui è nato il ministero dei Vescovi, oggi chiamati “successori degli Apostoli”, per mezzo dell’imposizione delle mani che comunicava il dono dello Spirito, antica consuetudine presente fin dal libro degli Atti. In mezzo a loro ha scelto Pietro, che ha costituito in modo particolare come pietra della sua Chiesa verso cui le porte degli inferi non prevarranno, gli ha dato il compito di confermare i suoi fratelli nella fede, di pascere i suoi agnelli e le sue pecorelle, di legare e sciogliere, con la promessa che ciò che sarà legato in terra lo sarà nei cieli e viceversa. Quando poi si è recato al tempio di Gerusalemme, lì ha sempre insegnato, ha preso una sferza di cordicelle e ne ha cacciato fuori mercanti e cambiavalute, dicendo di aver fatto della casa di Dio una spelonca di ladri. Questo è scritto nei Vangeli e da qui tutto ha preso le mosse. Se poi il Vangelo è per lei una pia favoletta, liberissimo di crederlo. “Dove parla di inferno e di peccati da scontare?”. Proprio nel discorso della montagna in Matteo, in diverse parabole, quando Gesù invita a non peccare più, a convertirsi, a fare penitenza, quando rimette i peccati, parla di tutte queste belle cose. Strano che le sia sfuggito. “Che cosa c’entra la falsa donazione di Costantino?”. Sicuramente la donazione di Costantino è un falso, dimostrato da Lorenzo Valla, che riguarda la politica del momento (alto medioevo) e non la vita della Chiesa, sulla quale si possono muovere tutte le obiezioni opportune, ma in merito al discorso di Chiesa non costituisce alcun problema. Sulla vendita delle indulgenze, non ho nulla da obiettare. Si è distorta per motivi venali la dottrina in materia ed è stata una cosa di cui vergognarsi. Infatti, adesso il problema è stato “purificato” adeguatamente. Sull’aborto e sul divorzio : ora, essi sono casi dolorosissimi, sicuramente. Essere vicini alle persone non significa, come detto sopra, tradire quella che per noi è verità sull’amore umano. Quanto detto per la pillola del giorno dopo vale per l’aborto, in quanto è per noi sempre una soppressione di una vita. Sul divorzio il problema è per noi il tradimento del patto di Amore dei coniugi, che si sono promessi amore unico, fedele ed inesauribile, sull’esempio di Cristo che ama la sua Chiesa fino al dono della vita. Badi bene, il problema non è la separazione, ma il divorzio: cioè la rottura del patto. La separazione può essere anche medicinale: ma in virtù del matrimonio, i due coniugi dovrebbero far vincere tra di loro le dinamiche dell’amore, non dell’egoismo: il divorzio è la vittoria dell’io sul noi. Questo non significa essere freddi e distanti con coloro che hanno vissuto questa dolorosa esperienza: si può essere anche non colpevoli nella vicenda, e comunque noi Chiesa siamo chiamati a sostenere pastoralmente le coppie in difficoltà, i divorziati, ed anche i divorziati risposati : qui, per noi, il ragionamento si complica, perché la rottura del legame di amore è irreversibile, e per ora noi non li ammettiamo ai nostri sacramenti. Ciò, però, non è una scomunica, ma un invito alla riflessione. Tuttavia, si sta riflettendo e meditando seriamente sul problema, perché comunque è un problema doloroso. Sull’annullamento dei matrimoni – tecnicamente, lo dico – la Sacra Rota certifica semplicemente il vizio del consenso, non annulla il matrimonio. Da qui scaturisce che il matrimonio è stato un “non matrimonio”. Sull’operato della Rota Romana, non mi esprimo. So soltanto che molte volte abbiamo avuto sentenze troppo favorevoli, e spesso Giovanni Paolo II ha richiamato i giudici rotali a non emettere con facilità sentenze di scioglimento. Sulla pena di morte: il testo, da lei citato a metà, prosegue: “Per analoghi motivi, i detentori dell’autorità hanno il diritto di usare le armi per respingere gli aggressori della comunità civile affidata alla propria responsabilità. La pena ha come primo scopo di riparare al disordine introdotto dalla colpa. Quando è volontariamente accettata dal colpevole, la pena ha valore di espiazione. Inoltre, la pena ha lo scopo di difendere l’ordine pubblico e la sicurezza delle persone. Infine, la pena ha valore medicinale : nella misura del possibile, essa deve contribuire alla correzione del colpevole. Se i mezzi incruenti sono sufficienti per difendere le vite umane dall’aggressore e per proteggere l’ordine pubblico e la sicurezza delle persone, l’autorità si limiterà a questi mezzi, poiché essi sono meglio rispondenti alle condizioni concrete del bene comune e sono più conformi alla dignità della persona umana”. Il testo da lei citato si trova in un contesto discorsivo in cui si ricorda che nei secoli precedenti era stata teorizzata, come “estrema ratio” per difendere il bene comune, la pena di morte : e precisamente nella "Summa Theologiae" S.Tommaso aveva teorizzato l’uccisione del tiranno. Ma questa tradizione, prosegue il testo, oggi è a fondamento di quella prassi che considera guerra giusta la guerra di difesa dall’aggressore, e poiché la pena ha lo scopo di riparare al disordine introdotto e ha scopo medicinale, oggi la pena di morte va accantonata quasi completamente, perché sicuramente i mezzi incruenti sono sufficienti a difendere le vite umane. Letto tutto il discorso, l’argomento appare plausibile. Fermandosi al primo capoverso, avrebbe ragione lei… Ma la Chiesa che parla di pace ed insegna la non violenza crede che giustifichi veramente la pena di morte, quando uno dei motivi di forte contrasto con gli USA e la Cina è proprio questo? Sulle leggi dello stato che sovvenzionano direttamente chi è dedito al culto forse è male informato: non esiste un finanziamento diretto, ma solo quello indiretto alla Conferenza Episcopale Italiana a mezzo dell’8X1000, che viene ripartito solo in minima misura per il sostentamento del clero (peraltro in costante calo). Qui si possono discutere forme e modalità, comunque da quando il Card. Attilio Nicora era delegato (parlo della fine degli anni 80, inizio anni 90) della CEI per tale materia, è iniziata una campagna sostenuta a favore delle offerte deducibili, secondo il principio che il clero dovesse pesare sempre meno dalla ripartizione di tali fondi ed essere sostenuto dalle parrocchie singole. Fino ad ora gli auspici si sono realizzati in parte, ma si è in cammino. Sulla fecondazione artificiale noi non riteniamo la legge attuale una legge “moralmente cristiana”, ma la tolleriamo come il male minore. La nostra posizione in materia, sul rispetto della vita, si basa sostanzialmente sul fatto che il dono della vita è appunto un dono, e non è un diritto dei coniugi : esiste la possibilità di questo dono, non il “diritto al figlio”, né alla “produzione del figlio”: Questo non sarebbe amore, bensì soddisfacimento più che altro di un egoismo della coppia. Il “figlio a tutti i costi” non è frutto di amore, ma di altre logiche che vedono in lui una cosa, più che una persona. Per questo motivo, la fecondazione artificiale omologa viene da noi considerata una “produzione” più che un dono di vita : inoltre, il tutto avviene in laboratorio ed è il tecnico, alla fine, a decidere. Inoltre, nella fecondazione in vitro ogni spermatozoo feconda un ovulo, e si hanno più embrioni, che per noi diventano vite da tutelare. E sicuramente, dato il clima ottimale del laboratorio, con questa tecnica avvengono anche i concepimenti che in natura non avvengono spesso di embrioni con problemi genetici. Ora, la legge attuale impone l’equazione di tre embrioni, tutti da impiantare, e si creano nuovi problemi di gravidanze multiple o di nascituri a rischio malformazione, oppure, e purtroppo è così, di fallimento dell’impianto perché i gameti sono insufficienti a garantire il pieno successo della gravidanza, che espongono la coppia a ripetere tutte le pratiche del ciclo, con le conseguenze drammatiche di cui lei ci accusa. Non possiamo accettare le proposte che ci vengono di operare una selezione da parte del tecnico in laboratorio dei gameti, perché in questo modo la vita diviene prodotto e scelta eugenetica di laboratorio; non possiamo accettare, in virtù della dignità di persona umana che per noi ha l’embrione, l’ipotesi successiva di diagnosi prenatale tesa ad accertare le malformazioni dell’embrione per poi sbarazzarsene con l’aborto; esiste il problema degli embrioni soprannumerari : congelarli, sopprimerli, usarli per la ricerca sfruttando le loro cellule staminali? A questo punto, da oscurantista, io mi chiedo : dov’è il rispetto per la vita umana, la sua tutela tanto conclamata, il rispetto per l’uomo che il mio Signore ha tanto sostenuto? Se siamo dei “prodotti” abbiamo perso la nostra libertà ad esistere, per delegarla nelle mani di altri. Quindi può capire perché non possiamo accettare che l’inseminazione artificiale omologa, che sono tutte quelle cure atte a curare la sterilità, lasciando ai coniugi il compito di donare la vita. E ricordiamo a tutti quanti coloro che soffrono e vivono questa difficoltà che il desiderio di maternità e di paternità può esplicarsi anche attraverso l’adozione: c’è più gioia nel donare una famiglia – almeno secondo la nostra ottica arretrata cristiana – a chi non la ha che fabbricare un individuo. Aggiungo poi, sul piano della ricerca, che il problema delle cellule staminali embrionali può essere superato, perché esse si trovano anche nell’individuo adulto: occorre investire forse in più ricerca, ma forse – almeno per noi – si possono ottenere risultati migliori senza intaccare la dignità umana. Per non parlare della fecondazione eterologa che, già in atto all’estero da molti anni, ha gia dato vita a numerose cause di disconoscimento di paternità e maternità, delle madri in affitto, e via di questo passo. Se per risolvere un problema se ne devono aprire mille altri, io mi chiedo dove sia “ciò che è veramente e profondamente umano in tutto ciò”. Aggiungo poi sugli omosessuali : essi vanno rispettati, compresi, capiti ma non si può dire che quello che fanno ha fondamento umanamente valido e giustificarlo. Ciò che è vero umanamente è che esiste il sesso femminile ed il sesso maschile, e che dall’incontro di maschile e femminile nella loro reciprocità nasce il dono della vita e la convivenza umana definita con il nome di matrimonio. Per noi, questo è un ordine naturale chiaro. Voler dichiarare che Matrimonio è anche un’unione tra persone dello stesso sesso non solo è svilire il senso di famiglia e di comunità umana, ma significa anche rinnegare quest’ordine naturale per imporne uno culturale ed artificiale. Ed anche affermare la possibilità di adozioni per coppie omosessuali o di fecondazione artificiale, significa creare situazioni che stravolgono l’ordine umano, in quanto le stesse scienze psicologiche sostengono che il bambino, per crescere, ha bisogno di identificarsi nella coppia con il maschile e con il femminile per il suo equilibrio psicofisico. Oppure, visto che l’uomo non vale nulla, non importa se “creiamo” persone instabili o infelici? Sono profondamente convinto che chi ci segue è un’esigua minoranza, tuttavia, per dirla con una battuta, noi non dobbiamo avere il favore dei sondaggi, ma sostenere quella che – secondo noi – è la verità, anche se ciò dovesse ridursi al rango di una pura e semplice testimonianza. D’altronde, quando dopo il 325 d. c. quasi tutti i vescovi erano ariani la dottrina della Chiesa non ha mai seguito la moda di Ario… Lei cita il caso Galileo e dice che la Chiesa è contraria ad ogni novità: se storicamente ci sono stati degli errori, essi vanno riconosciuti. Ma quanti hanno ed hanno avuto il coraggio di purificazione della memoria da noi intrapreso fin dalla “Terzio Millennio Adveniente” e poi seguito nella “Novo Millennio Inuente” attraverso le quali, anche contro il parere di illustri esponenti, la Chiesa con Giovanni Paolo II ha chiesto perdono degli errori dei cristiani contrari allo spirito del vangelo e che questi nel marzo 2000 ha depositato nel muro del pianto la richiesta di perdono contro le perfidie commesse dagli Ebrei? Non accettiamo uno sviluppo, una scienza che non rispetti l’uomo come persona ma lo distrugga, perché per noi ciò non è progresso, ma anticipo di morte e distruzione, mentre – lo ripeto – noi siamo per la vita. L’evoluzionismo per noi non è un problema così grande : noi sosteniamo che Dio ha creato l’universo, il come è compito della scienza dimostrarlo, non nostro, perché la Bibbia non è un libro scientifico, e ci dice il “perché” del mondo, non il “come” sul mondo. Ciò che avviene negli USA lei mi deve spiegare dove, perché mi sembra alquanto strano che in un paese dove c’è libertà di istituire scuole in un “regime di competizione” le nostre non siano all’avanguardia in materia. Non abbiamo la pretesa di interferire negli affari italiani, ma non è colpa nostra se in questo Paese ancora l’80% figura battezzato con la Chiesa Cattolica: tuttavia, sentiamo il dovere – come tutti, del resto – di poter dire la nostra nelle materie che ci competono, e siamo coscienti del nostro essere, in realtà, piccolo gregge, e dei danni che il consumismo ha prodotto sull’indebolimento delle coscienze con materialismo e relativismo sempre più evidenti. Non è vero che non abbiamo mai messo in discussione ciò, anzi da qui lei dovrebbe trarre orgoglio per la nostra sconfitta in questo settore. Mi fanno sorridere le citazioni di Consalvi e di Scalpellini, quando i progressi delle “nostre” scienze bibliche erano praticamente a zero… Le ricordo che c’è stato un Concilio, e che in materia scientifica non siamo esperti, ma lo siamo solo in materia di fede e di morale… Sulle leggi razziali veramente è disinformato: anche un autore anticlericale come Cesare Rossi, ne “Il manganello e l’aspersorio” riconosce la contestazione di Papa Pio XI in materia… “In definitiva lei non pensa che la Chiesa (nelle sue gerarchie) sia stata sempre dalla parte dei padroni?” . Una sola cosa certa so: se qualche cardinale, o vescovo, è stato ossequiente, è pur vero che allora Leone XIII non avrebbe dovuto scrivere la Rerum Novarum, Giovanni XXIII la Pacem in Terris, Pio XI la Mit brenneder sorge, Paolo VI la Populorum Progressio, e Giovanni Paolo II… spesso avrebbe dovuto tacere…. Flores D’Arcais non penso abbia compreso molto il pensiero cristiano, il cui assunto può essere trovato nella prima lettera dell’apostolo Pietro : “rendere a tutti ragione della speranza cristiana”. Non c’è fideismo, non c’è fede senza ragione, ed entrambe non si escludono, ma per la nostra prospettiva, si completano a vicenda. Non esiste una ragione opposta alla fede, semplicemente esistono due campi di indagine, che sono propri e sono destinati ad incontrarsi. Inoltre, se per lei è un nonsenso parlare di statuto dell’embrione umano, non credo che una vita in sviluppo possa essere definita non essere. La ringrazio per avermi offerto la possibilità, da uomo di Chiesa, di puntualizzare meglio il nostro pensiero. Poi, dopo il confronto, che comunque è sempre arricchente, ognuno può rimanere delle proprie opinioni. Cordialmente. |