Non rinunciamo alle primarie
Federico Repetto - 09-04-2005
Cari amici, non c'è poi così tanto da gongolare della vittoria del centro sinistra.
Io sono stato sul punto di non votare e ho votato soprattutto in considerazione del fatto che la nuova legge costituzionale dà troppi poteri alle regioni per lasciare il Piemonte al centro destra. Ma mi viene il sospetto che il voto di protesta sarebbe stata la scelta migliore, perché vincere con meno voti avrebbe fatto capire ai grandi politici dell’Unione che non sono i migliori, ma solo i meno orrendi.
PRODI INFATTI HA GIÀ INTERPRETATO IL VOTO COME UN'AUTORIZZAZIONE A NON FARE LE PRIMARIE.
Premetto che l'americanata delle primarie mi lascia diverse perplessità, perché in prospettiva si presta a diventare un evento mediatico come le primarie americane, e una fonte di spese elettorali, di sprechi – una gara in cui vince chi ha più soldi da spendere in pubblicità.
Ma nei tempi brevi, prima che ci si sviluppi intorno il circo mediatico, le primarie danno voce all'opinione pubblica di coloro che hanno effettivamente un'opinione, come avvenne effettivamente in America agli inizi, all’epoca ormai leggendaria della contestazione (furono allora un rilevante fenomeno di discussione e di partecipazione di massa).
Credo quindi che sia il caso di INONDARE I PARTITI DEL CENTROSINISTRA DI UNA VALANGA DI MAIL CHIEDENDO LE PRIMARIE.
Il loro ritiro é vergognoso e premia un vertice burocratico (in particolare D'alema e Rutelli) che e' giustamente impopolare. Bisognerebbe però mandare dei messaggi in cui sia chiaro che le primarie che vogliamo non sono quelle con le majorettes, la banda, i coriandoli e magari le conigliette, ma quelle in cui ci siano delle ASSEMBLEE DI BASE (dei veri caucuses) in cui ci sia prima di tutto una aperta discussione sul programma.
In America le primarie (che esistevano da tempo in certi stati) furono imposte ovunque dalla base (soprattutto del partito democratico) dopo il '68 per condizionare non solo la scelta, ma il programma del candidato. Jimmy Carter fu il tipico presidente "da primarie". Dopo un po' il fenomeno divenne quella porcheria costosa e televisiva che sappiamo.
E in Italia il loro senso potrebbe essere (se ci fosse una forte spinta di base e se il caucus prevalesse sullo spettacolo) analogo a quelle alla Carter. E' ovvio (e per me anche auspicabile) che le vincerebbe Prodi, ma il modo con cui ci si arriverebbe dovrebbe far abbassare la cresta a un mucchio di inamovibili autoeletti come D'Alema (ve le ricordate le primarie-farsa D'Alema - Veltroni?). Inoltre le primarie si potrebbero fare anche per i candidati locali.
Personalmente non ho una particolare simpatia per Bertinotti (che contribuì alla caduta di Prodi e che solo ora ha capito che chi viene eletto deve prendere in considerazione la possibilità di governare). Tuttavia però non c'è dubbio che D'Alema, Rutelli, e simili, temono la popolarità di Bertinotti e di Di Pietro, che furono estromessi dall'alleanza nel 2001 col bel risultato di perdere le elezioni. Oltre che burocrati attaccati al cadreghino, questi signori sono degli strateghi della sconfitta. Preferiscono che la loro parte politica perda le elezioni piuttosto che le vinca senza di loro (o con loro su di un cadreghino troppo basso).
Al di la' della QUALITA' (legata al programma e alle persone elette oltre al leader) dell'eventuale vittoria del 2006, c'e' anche un problema di QUANTITA': Niki Vendola ha recuperato una quantità di elettori che non avrebbero votato. Anche qui non ho una simpatia particolare per Vendola (di cui so ben poco). La mia impressione (per quel poco che ne so) è che molti elettori lo abbiano votato BENCHE' sia dell'area di Rifondazione, ma che molti lo abbiano votato per il metodo, per come è venuto fuori, perché erano stati prima consultati, ecc.
Ripeto: oltre che burocrati, D'Alema, Rutelli & co. sono strateghi della sconfitta, e queste elezioni sono state vinte NONOSTANTE loro. Grazie soprattutto a Berlusconi e - forse - grazie a qualche leader locale. Se di qui al 2006 i movimenti di base non li incalzeranno (meglio sarebbe cacciarli…) non solo avremo un centro sinistra molto simile al centro destra (e sempre condizionato dalle tv di Berlusconi) ma probabilmente non vinceremo nemmeno.

Io proporrei questa formula:

Io…………………………………….. elettore del centro-sinistra, ritengo che sia indispensabile, perché un eventuale governo del centro-sinistra abbia una autentica credibilità, che le primarie si svolgano effettivamente, e che siano accompagnate da caucuses e pubbliche assemblee in cui si discuta del programma.
Ritengo che la rinuncia alle primarie sia lesiva all’immagine del centro-sinistra e indizio di una progressiva espropriazione politica del cittadino.


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 Vincenzo Viola    - 10-04-2005
Non mi angoscia per niente la rinuncia alle primarie (si tratta appunto di un'americanata di dubbia consistenza democratica, esposte come sono a un più che prevedibile gioco di pressioni). Molto più grave è la continua e ripetuta rinuncia - ad ogni livello - a programmi dibattuti, costruiti e condivisi dai cittadini elettori e da scelte coerenti coi programmi.
Se tutto è incentrato solo sulle scelte delle persone senza un riferimento di scelte di obiettivi vince il berlusconismo anche senza Berlusconi stracotto perchè vince la logica del "lasciatemi fare che ci penso io". Se democrazia è (anche) controllo l'iniziativa dei cittadini sui nodi programmatici è fondamentale. Io, a Milano, ci sto provando: vedi www.milano2006.it.

 umberto    - 10-04-2005
non siamo un paese di primarie. la nostra storia politica non le prevede nè le comprende appieno. inoltre sono nate male, se si dovessero fare sarebbe bene che fosse chiaro fin dall'inizio e non diventassero un passaggio politico virtuale. cmq voterò a sinistrà questo è ovvio e, se ci fossero, voterei alla primarie.