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La storia di Natale
Primarosa Pia - 30-03-2005
A seguito dei ripetuti inviti, da parte di coloro che lo hanno letto, alla diffusione del libro pubblicato nel dic 2003 contenente l'esperienza di mio padre, NATALE PIA, soldato in russia presente alla battaglia di nicolajewka, partigiano e deportato a mauthausen, lo segnalo alla vostra attenzione. (Primarosa Pia)

Natale Pia
LA STORIA DI NATALE
Da soldato in Russia a prigioniero nel lager

edizioni JOKER Novi Ligure
dic 2003 € 12,50
a cura di Primarosa Pia
prefazione di Lucio Monaco

La storia di Natale è il racconto autobiografico commovente e coinvolgente di un astigiano che ha vissuto alcune delle situazioni più tragiche della II Guerra mondiale.
Natale è giovanissimo soldato in Russia e si trova ad affrontare difficoltà impensate con il solo aiuto della forza di volontà, tra uomini alle prese con il freddo, la fame, la mancanza di equipaggiamento e di guida, ognuno abbandonato a sé stesso e al caso, all’eventualità di passare accanto alla tragedia di altri senza esserne travolto oppure di rimanerne vittima, in tutti e due i casi senza merito e senza colpa.
Il racconto si snoda con una precisione e pacatezza che fa sentire il lettore partecipe delle traversie della ritirata, culminate a Nikolajewka.
Tornato in Piemonte con la convinzione di essere stato fortunato ad uscire dalla tragedia russa, pur se indelebilmente segnato, dopo l’8 settembre collabora alla lotta partigiana nell’Astigiano.
Catturato dai tedeschi ripercorre il passo del Brennero destinazione Mauthausen in condizioni ben peggiori della prima volta ed è ridotto a un oggetto, un numero, un “pezzo da lavoro” nelle mani di spietati aguzzini, dove la volontà non conta nulla se non è la pura volontà di resistere, di non lasciarsi travolgere dall’inumanità che lo circonda.
Nel Lager non si è abbandonati a sé stessi, si è parte di un ingranaggio perfetto nella sua nefandezza, si assiste impotenti al trionfo dei peggiori comportamenti umani perché anche coloro che torturano i prigionieri sono uomini ma trattano i propri simili peggio degli animali, senza capire che le bestie sono loro, come dice Natale «senza offesa per le bestie».

Natale è un uomo normale, che si è trovato coinvolto in tragedie immani, e come succede a molti sopravvissuti come lui non si rassegna, non si stanca di raccontare e trasmettere ai giovani o a chi ha voglia di ascoltarlo un messaggio di pace, di dimostrare che l’odio produce solo distruzioni, nel corpo e nell’anima.

La sua è semplicemente la storia di una persona che pur tra difficoltà inaudite non ha perso mai il rispetto di sé e degli altri.

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A CHI NON LO TROVA NELLE LIBRERIE E NE FA RICHIESTA INVIO IO IL LIBRO!
le fotografie pubblicate sul libro provengono in gran parte dall'archivio personale di Natale Pia

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Natale Pia, per tutti Natalino, nasce a Montegrosso d’Asti nel 1922.
Giovane artigliere partecipa alla Guerra di Russia ed è presente alla battaglia di Nikolajewka.
Al ritorno a casa collabora alla lotta partigiana nell’astigiano ma viene catturato e deportato a Mauthausen, Lager dal quale viene liberato dagli alleati quando si trova allo stremo delle forze.
Nell’ottobre del 1945 sposa Margherita ed ha tre figli.
Attivo e sempre disponibile vive a Montegrosso d’Asti.

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Altre notizie su:

http://www.piemontedoc.com/forum/viewtopic.php?t=210: per favore leggete anche le lettere che abbiamo ricevuto e che ci invitano a diffondere il libro

http://www.sbg.ac.at/rom/ag/moderne/homepage/holocaust_aktivitaeten.htm #sonstiges

http://www.deportati.it/recensioni/pia.html

http://www.consiglioregionale.piemonte.it/attivita/notiz_pub/Notizie2004/Nrp02_04/02_Cronache.pdf

del libro LA STORIA DI NATALE si parla nel volume di Dario Venegoni: UOMINI, DONNE E BAMBINI NEL LAGER DI BOLZANO una tragedia italiana in 7809 storie individualiEd. MIMESIS. Milano giugno2004

http://www.libreriamilitare.com/cgi-bin/select.cgi?cat=181


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Gent. sig. Primarosa, il libro mi è piaciuto molto. L'ho letto tutto in un fiato ed ho apprezzato particolarmente la forma scorrevole e pulita e la descrizione dei fatti senza chiose retoriche o commenti saccenti e stantii.

Tra una decina di giorni accompagnerò un paio di classi (5ª superiore) in gita scolastica a Praga e, cammin facendo, ho previsto una sosta a Mauthausen.
Dopo aver letto il libro sentirò sicuramente qualche brivido in più sulla schiena pensando al caro Natalino e alla sua cara Mamma che lo ha protetto dal cielo così tante volte.

Ho letto per la prima volta l'episodio degli alpini sfregiati in Russia e ne sono rimasto molto colpito.

Saluti suo padre da parte mia e gli dica che ha tutto il mio rispetto e la mia gratitudine per aver tenuto duro nei momenti bui e per aver trovato la forza di raccontare quanto è successo.

Cordiali saluti e grazie Manuel

(sono un insegnante, ma anche un capitano "quasi maggiore" di complemento degli alpini; oltre ad alcune esercitazioni internazionali, ho partecipato nel 2003 ad una missione in Kosovo e sono in predicato per partire per l'Afghanistan a luglio.
Ovviamente non mi sogno nemmeno di accostare le mie esperienze a quelle di suo padre, ma credo di avere una vaghissima idea del significato del libro avendo avuto a che fare con le miserie umane provocate dalla guerra e dalla pulizia etnica)


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 primarosa    - 22-12-2005

Primo classificato nella sez: Nessun uomo è un’isola
alla nona edizione del Concorso Letterario
“IL GIUNCO- CITTA’ DI BRUGHERIO2005”
Motivazione:
l’opera si può definire con un solo aggettivo: sconvolgente. Entra nel cuore come un incubo. Storia di grandissima umanità ed esperienza unica resa con iniziale positività e coraggio, in un crescendo di disagi e tormenti fisici, morali e psicologici fino a sfiorare la morte dell’anima.

La curatrice annota: Natale Pia, giovane artigliere partecipa alla Guerra di Russia ed è presente alla battaglia di Nikolajewka. Al ritorno a casa collabora alla lotta partigiana nell’astigiano ma viene catturato e deportato a Mauthausen, Lager dal quale viene liberato dagli alleati quando si trova allo stremo delle forze..

Natalino non è uno scrittore, ma ha attraversato personalmente tre tra le più terribili tragedie del ‘900 e ha deciso di raccontarle, come le racconta sempre oralmente ai giovani che incontra nelle scuole