Navigando oltre confine...
Emanuela Cerutti - 25-03-2002
Leggiamo su Vita non profit il commento di Livia Turco sulla riforma Castelli e ci colpiscono alcune affermazioni, che riportiamo:

Una riforma come questa avrebbe richiesto ascolto e coinvolgimento. Ma questa modalità di lavoro (ascolto, coinvolgimento, partecipazione) è qualcosa di profondamente estraneo alla cultura e alla pratica di questo governo.

Bisogna saper riproporre un progetto che contenga prevenzione, riabilitazione, inserimento nella società. Cioè fiducia in sé e negli altri.

...dov'è la legge 285 per i diritti dell'infanzia e l'adolescenza? Dov'è la lotta alla dispersione scolastica? Amareggia e colpisce che questo governo parli di ragazzi soltanto con l'inasprimento delle pene e con il ricorso al carcere!


Ecco un paio di risposte: vale la pena incrociarle e soffermarsi per un pò, spenderci del tempo per cercarne altre ed accorgersi che non c'è solo del marcio, in Danimarca...

Contro la dispersione scolastica anche il computer può essere un valido aiuto:

...Siamo sempre stati convinti che una scuola uguale per tutti e massificante fosse all'origine della dispersione scolastica. I ragazzi non sono tutti uguali, soprattutto per i condizionamenti del loro contesto sociale e familiare, e non è detto che un allievo probabilmente destinato a un inserimento molto precoce nel mondo del lavoro debba essere ripetutamente umiliato con un due o un tre in una materia che non ha nulla a che fare con le sue concrete prospettive o con le opportunità che la famiglia gli può offrire...

.....Abbiamo anche ragazzi che sono troppo carenti di una vita familiare normale ed equilibrata per poter apprezzare l'uso del congiuntivo o l'analisi approfondita di un determinato periodo storico. Ancora ieri ho scoperto che un ragazzino per tre giorni non è venuto accompagnato, malgrado la richiesta pressante di una collega di educazione artistica e la minaccia di una sospensione, e soltanto al quarto giorno è scoppiato in lacrime, davanti a me, spiegandomi che i suoi genitori i soldi per comprare l'attrezzatura di educazione artistica non li avevano davvero!..

..Si tratta quindi di creare occasioni per stare insieme, per individuare gli spazi possibili per un nostro intervento, per capire meglio i ragazzi e per offrire loro gli strumenti per comprendere che si sentono del tutto inadeguati nelle attività curricolari convenzionali, non è detto che saranno mediocri nella vita...


Pietro Fadda
Esperienze


Progetto Chance:

...Quando le azioni prevaricano le parole, quando l'urlo precede il saluto, quando la sovrapposizione di molte voci, di dentro e di fuori, impedisce lo svolgersi del discorso non è possibile fare scuola. Chance non nasce - come si attarda a dichiarare una letteratura su cui pesano ancora le parole profeticamente sferzanti di Don Milani ma che non aiutano a capire e trasformare - da una colpa o da un fallimento della scuola, ma dalla impossibilità di fare scuola. Le colpe e i fallimenti, quando ci sono e dove ci sono vanno sanate dai responsabili e non possono risolversi per procura. Chance nasce in quella zona di frontiera in cui occorre conquistarsi il diritto di parola e le condizioni fisiche: in quella zona misteriosa in cui si intrecciano il detto e il non detto, il sublime e l'infimo...
...Qualcuno poteva pensare che 'la scuola del lavoro' fosse più attraente, più adatta ai ragazzi 'senza parola'. Qui la nostra teoria ha trovato piena conferma: il lavoro di per sé non fa crescere nessuno, gli stessi comportamenti che rendono impossibile la scuola rendono impossibile il lavoro. E c'è di più: ogni giorno noi constatiamo che c'è un abisso tra le più semplici ed elementari regole pedagogiche praticate dai docenti e la rozza pedagogia praticata da molte agenzie della formazione professionale e dell'apprendistato.
...nel confronto con altri soggetti lungi dal perdere la nostra identità di docenti, lungi dallo svalutare la cultura letterata, si valorizza la propria identità e il valore dei propri strumenti culturali, ma si ingigantisce anche il compito da affrontare che non è solo quello di accompagnare i nostri ragazzi per proteggerli da urti troppo forti, ma quello di saper mediare tra culture e modi di azione diversi.


Cesare Moreno
I colori della scuola
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