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Le dimissioni dell’ambasciatore Usa in Italia Mel Sembler
Reporter Associati - 12-03-2005
Ecco i retroscena

di M. Mazza

Roma, 11 Marzo 2005. Qualcuno penserà sicuramente che su un sito bollato come covo dell’antiamericanismo, quale Indymedia, si trovi qualsiasi pretesto per screditare gli Stati Uniti e la loro scintillante democrazia. Indubbiamente, la notizia che l’ambasciatore Usa nel nostro paese ha acquistato un intero palazzo nel pieno centro di Roma appartenente all’Ina per farne sede ufficiale, è al più una notizia che attiene al gossip tendenzioso; ma la realtà, anche in questo caso supera le fantasie più fervide. Anche coloro che sono veloci a dubitare dei perfidi antiamericani, troveranno bizzarro che l’ambasciatore abbia voluto, e sia riuscito, a farsi intitolare l’imbarazzante monumento destinato d’ora in poi a essere conosciuto come: “The Mel Sembler Building”.

A questi, come gli altri, riporto un riassunto dell'inchiesta giornalistica realizzata da Indymedia-Tampa, attraverso la quale si vengono a conoscere i retroscena delle dimissioni dal suo incarico a Roma. Dimissioni presentate da tempo senza che nessuno lo abbia comunicato ai cittadini italiani, circostanza probabilmente sconosciuta anche a moltii dei nostri rappresentanti parlamentari.

A chi sfugga la bizzarria della cosa, bisogna far notare come sia molto raro, in particolare nelle democrazie, che un ambasciatore compri una reggia e se la intitoli nel paese di residenza. Ancora più raro che in democrazia dei funzionari pubblici, comprino ed inaugurino monumenti a loro nome e lustro, acquisiti con il denaro pubblico.

Immaginatevi se un ministro italiano, poniamo la Moratti, creasse una sede ministeriale, con i soldi pubblici, e la chiamasse Palazzo Moratti, destinato a rimanere nei decenni la sede dell’istruzione pubblica italiana.

Mel Sembler nel palazzo dell’Ina ci ha messo anche la targa in ottone, in modo che non ci fossero dubbi. E’ un progetto che Sembler cullava da tempo; nel 2003 ha trattato personalmente l’acquisto della sede, che agli americani può spacciare per un monumento, e in seguito ha ottenuto 30 milioni di euro dal Congresso per ristrutturarla. Qui finisce il colore e ci addentriamo nella trama esposta dai reporter investigativi di "tampa_indymedia", in una super inchiesta sull'ambasciatore Usa in Italia.

Facciamo un passo e troviamo che ad autorizzare la spesa di 83 milioni di dollari per l’acquisto è stato il congressista C.W. Bill Young, altro repubblicano della Florida, a capo del capitolo che si occupa delle ambasciate, al quale casualmente è intotalato il C.W. Bill Young Conference Center, che si trova all’interno del "The Mel Sembler Building", ricordato anche lui da un’apposita ottonata. Parliamo sempre del palazzo dell’Ina.

Eccoli! Altri due Bush-boys che vengono dalla Florida, e capaci di superare il Texas come serbatoio di fedelissimi. Ora non è più terreno di antiamericanismo, tanto più che dal grottesco istituzionale, ci ritroveremo ben presto a sfiorare l'illegalità. I fili che si dipanano da qui sono davvero fantasiosi e finiscono ancora una volta affondati fino al collo nella famiglia bushista.

Bill Young e Mel Sembler sono amici di vecchia data. Mel è alla seconda esperienza da ambasciatore, e anche in questo contesto, in compagnia di un altro compagno di merende repubblicano ha dato spettacolo e si è fatto notare. Il megalomane non è solo il narciso “zar degli shopping centre”. Il megalomane è anche la versione all’americana dell’approccio-Muccioli al problema delle tossicodipendenze.

Per anni ha infatti retto un programma di disintossicazione per adolescenti, chiamato Straight; rivolto ai bianchi facoltosi si rivelò un abisso di orrori e aggressioni agli individui affidati. Una commissione governativa qualificò i metodi come “simili ai programmi coreani e cinesi di lavaggio del cervello”. A testimoniare l’esagerato approccio hard del trattamento, c’è una impressionante statistica di suicidi tra gli aiutati da Sembler. Oltre a decine di storie di che narrano di persone distrutte e di pratiche irriferibili.

Straight è stato il programma di questo tipo di maggior successo, in termini di raccolta fondi e persone trattate, fino a che non venne chiuso negli anni ’90, mormorando che perdeva troppo denaro. Nel board di Straight sedevano tutti i repubblicani della Florida, compreso Jeb Bush; Mel Sembler è uno specialista nel curare le pubbliche relazioni, e pensa in grande. Infatti siede nel “Consiglio dei 100” del governatore della Florida, fratello del Presidente. Per i settant’anni di sua moglie, Sembler ha impressionato gli ospiti romani, ma anche le casse del Congresso. Sembler ha sempre sponsorizzato generosamente le campagne presidenziali, a botte di quarti di milione di dollari fin dagli anni ’80.

Agli atti ha una vecchia, piccola rogna legale per qualcosa che aveva acquistato alla sera a un milione di dollari, e l’aveva rivenduta la mattina successiva, ad un programma pubblico, per 2.6 milioni. Molto più numerose le storie relative ad usi disinvolti e sotto inchiesta di finanziamenti governativi agli amici, o le bizzarre spese approvate. Per il resto il programma Straight, che in tutta evidenza meriterebbe ben più di una indagine della magistratura, è nell’oblio giudiziario; a parte un paio di cause private in corso, i pm sotto controllo politico dormono il sonno dei giusti.

Improvvisamente il 18 gennaio di quest’anno, Mel Sembler annuncia le sue dimissioni da ambasciatore.

Quello che i nostri organi di informazione continuano a considerare l’ambasciatore statunitense ha infatti annunciato da quella data che non appena l’Amministrazione avrà nominato un rimpiazzo, lascerà Roma. Purtroppo l’amministrazione Bush si gioca le ambasciate come ricompensa agli amici e non hanno ancora finito le trattative sul prossimo repubblicano da mandare qui da noi a fare il suo numero.

Mr. Sembler si è dimesso, e di corsa, poco prima che il 18 gennaio andasse in onda una trasmissione, "The Montel Williams Show" dove sono stati mandati in onda filmati raccapriccianti sullo Straight. Ne discende, dalle dimissioni improvvise e dai filmati che il sig. ambasciatore degli Usa è un tizio che a casa gestiva qualcosa di molto vicino a dei lager per disadattati ricchi. Disadattati, ma anche no, ai quali venivano riservati metodi inumani e spaventosi.

La versione ufficiale delle dimisioni di Mel Sambler dal suo incarico a Roma è quella che "la moglie vuole tornare a casa".

Ne discende che l’ambasciatore si è dimesso perché platealmente incompatibile ricoprire il suo delicatissimo ruolo, e noi ce lo teniamo incompatibile fino all'indegnità senza che nessuno ce lo comunichi da due mesi a questa parte.

Quest’uomo dalla biografia inquietante, perché c’è molto altro nel lavoro di inchiesta citato, è il nostro tramite, la nostra interfaccia con l’Alleato per eccellenza.

Perché ce lo teniamo senza dire niente? Perché nessuno solleva questa questione? Perché qualcuno ha fermato il vero il motivo delle dimissioni al di là dell’Atlantico? Berlusconi lo sa che stringe le mani a uno che è stato disintegrato in TV, ed esposto come fosse un criminale, ed un "buffone" (testuale, ndr), che spremeva soldi alle sue vittime con metodi non propio cristalini?

Un uomo che nella domanda da ambasciatore presentata al Congresso degli Stati Uniti scrive di sé: “Sono conosciuto come un costruttore di coalizioni…”, frase di lincolniana memoria, copiata uguale insieme al suo compagno di avventure diplomatiche; e che nello spazio riservato alle lingue straniere ha scritto: "fluent in english".

Uno scandalo non esattamente simpatico, vissuto nel silenzio totale. Non ho avuto modo di notare nessuno dare la notizia in questi termini, come se l’Atlantico fosse tornato ad essere invalicabile. Eppure il Washington Post ha insignito Mel Sembler del “In the Loop Narcisism Run Amok Award for 2005.” Ed il Washington Post è il quotidiano dell’establishment, non esattamente antiamericano.

Non resta che rendere la parola ai nostri rappresentanti, e chiedere loro se sia il caso di attendere i comodi di George W.Bush, e continuare a permettere a questa persona di svolgere il delicato ruolo di tramite con l’alleato tanto caro. Il nostro paese, almeno sulla carta, meriterebbe un rispetto diverso; una persona che potrebbe trovarsi ad essere tramite essenziale per la sorte degli italiani rimasti in medioriente, non può avere fatto le cose che ha combinato l’attuale ambasciatore americano in Italia.

M. Mazza

Nota:
Tra gli stanziamenti indicati come bizzarri, si trovano elencati anche dieci milioni di dollari versati per una ricerca italiana per un vaccino sull’Aids, senza che compaia il nome del progetto destinatario.

Fonti:
"Le mirabolanti avventure di Mel Sembler" nel lavoro dei mediattivisti di indymedia Tampa (Consigliamo di esplorare nei link)

"The Straights", da RaiNews24. Da notare che Rainews cita come fonte il giornale di casa di Mel Sembler, originario di St Petersburg, e la versione soft delle sue dimissioni: "tornerebbe a casa perché la moglie lo vuole..."

Il "Programma Straight"




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