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L'insegnante secondo don Giussani
Gianni Mereghetti - 10-03-2005
In questi giorni ho trovato una riflessione di don Giussani sull’insegnante. “Se chi insegna – scrive il prete brianzolo – fosse veramente cristiano, insegnerebbe con una precisione circa la verità di quel che dice, con un amore alla verità di quel che dice e, perciò, con più poesia ( poesia nel senso generale del termine); con più amore a chi ha davanti, perciò con più pazienza, con più adattabilità, pronto a valorizzare osservazioni che venissero dagli scolari, pronto a rispondere a domande insistenti, anche troppo analitiche, che gli scolari facessero: insomma, una disponibilità alle esigenze della scolaresca che si chiama carità”.
Queste parole le ho sentite come un contraccolpo, da una parte perché io sono lontano da questa disponibilità agli studenti che ho davanti, uno ad uno, dall’altra perché vivere così è affascinante, mi corrisponde. Ma il contraccolpo non è finito qui, perché insegnare in questo modo non è un’utopia, è possibile! Del resto don Giussani era un insegnante di tal fatta, e non si può seguirlo senza imparare a insegnare con questo sguardo.

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