Puzzle
Emanuela Cerutti - 22-03-2002
«Sono stato cattivo con le maestre, è meglio che io muoia». Una frase agghiacciante, soprattutto se a dirla è un bambino di sette anni. Come è appunto Francesco, seconda elementare alla «Ruggero di Sicilia» di piazza Bologna. Una buona scuola, ma non per un bambino particolarmente vivace - «iperattivo» secondo la diagnosi di una terapeuta - difficile da piegare ad un livello standard. Come è appunto Francesco. Che in ogni caso non dovrebbe essere considerato una sorta di delinquente in erba, dal comportamento pericoloso per i coetanei. Non sono però di questa opinione i genitori dei compagni di classe, i quali hanno scritto una lettera-denuncia alla polizia ed al Tribunale dei minori, al provveditorato degli Studi e all'assessorato alle Politiche educative, al Municipio III e addirittura al Centro di igiene mentale, «perché usa un linguaggio scurrile ed è aggressivo». Una psicoterapeuta che ha provato a parlare con gli insegnanti di Francesco per studiare una strategia comune, si è sentita rispondere: «Se gli altri genitori vogliono che il bambino se ne vada, se ne deve andare». A rendere noto il caso è stata la stessa madre del bambino che in seguito alla lettera-denuncia è stata convocata, per lunedì prossimo, dagli assistenti sociali per un colloquio. Il sociologo Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui diritti dei minori, ha chiesto formalmente al ministro dell’Istruzione Letizia Moratti di avviare una procedura di accertamento dei fatti, a suo parere sconcertanti.

Leggo la notizia sul Corriere di ieri e provo a collocarla negli spazi vuoti del puzzle in costruzione.
Comincio sempre dai margini, quando cerco le prime tessere, per un bisogno di sicurezza, forse, o forse per delimitare l’oggetto e non disperdere il fascio di luce di popperiana memoria.
In alto si inseguono alcune immagini, nate da parole a loro volta nate da desideri.

”11 e 12 Marzo 2002: L’Equipe speciale internazionale incaricata di elaborare una strategia globale per l’ « Educazione per tutti », si riunisce a Parigi per esaminare il progetto di documento strategico che dovrebbe rendere operante il Quadro d’azione stabilito nel 2000 a Dakar. Presieduta dal vice-direttore generale dell’Unesco per l’Educazione, John Daniel, e formata da 14 membri che rappresentano diversi paesi, agenzie ed organizzazioni della società civile, l’Equipe speciale ha formulato una serie di raccomandazioni che integreranno il nuovo progetto, auspicabilmente pronto per la fine d’aprile, in occasione del secondo anniversario della Conferenza di Dakar. Come sottolineato dal “Gruppo di alto livello” durante la sua prima riunione, tenutasi lo scorso ottobre, nessun paese che abbia assunto impegni seri e condivisi rispetto ai progetti educativi verrà ostacolato da problemi economici; verranno perseguiti accordi sul piano nazionale e mondiale, sottolineate responsabilità, ma soprattutto sviluppati e migliorati sotto tutti gli aspetti mezzi e strumenti tesi a proteggere i bambini, tutti i bambini, soprattutto quelli più vulnerabili e svantaggiati.

“22 marzo 2002 - L’aiuto è efficace, dichiara Kofi Annan alla Conferenza sul Finanziamento per lo sviluppo tenutasi a Monterrey. Siamo qui per riflettere sui destini dei nostri concittadini, non in maniera teorica, ma chinandoci sulle sorti di milioni e milioni di uomini, donne, bambini e bambine, che desiderano migliorare le loro condizioni di esistenza operando scelte autonome e sono tutti capaci di farlo, a condizione che si dia loro la possibilità… oggi molti ostacoli limitano le possibilità degli individui e molte risorse si rendono necessarie perché il cerchio sia spezzato, risorse umane, naturali, finanziarie… non possiamo dimenticare che viviamo in un solo mondo, non in due e nessuno può sta bene mentre qualcun altro soffre

“22-26 aprile - Quale miglior occasione per un anniversario a ricordo dell’obiettivo mondiale Educazione per tutti, che dovrebbe essere raggiunto entro il 2015 ? L’Unesco invita persone ed organizzazioni interessate a celebrare, ogni anno, in data vicina a quella del Forum Mondiale per l’Educazione svoltosi a Dakar nell’aprile 2000, una Settimana dell’Educazione per tutti. Quest’anno avrà luogo in Belgio, dal 22 al 26 aprile,giorno più giorno meno, e sarà caratterizzata da attività di sensibilizzazione che permetteranno di valutare i progressi compiuti nel settore, stimolando un intenso dibattito sul problema dell’educazione. L’Unesco e la Campagna mondiale per l’educazione lanciano fin d’ora un concorso internazionale di disegno per bambini dal titolo: Quello che mi piacerebbe fare da grande


Ecco: la cornice si compone facilmente, naturalmente, e ha lo spessore dei valori costruiti nel tempo, con la tenace attenzione di uomini e donne abituati a lavorare per una progettualità positiva, per un mondo vivibile e credibile: e, nel tempo, altre date e altri luoghi si inseguono, dando l’idea di una storia e di una geografia che intrecciandosi cercano risposte non sempre facili, eppure irrinunciabili :
1974 - Raccomandazione Unesco sull’Educazione;
1996 - Amman,R iunione del Forum Internazionale sull’Educazione a metà degli anni ‘90 ;
1997 - Onu, Risoluzione delle Nazioni Unite sull’alfabetizzazione mondiale ;
2000 e 2001 - Dakar e New Delhi , Forum Mondiale e Conferenza sull’Educazione ;
2001 - Jomtien, III Congresso mondiale dell'Internazionale dell'Educazione: dichiarazione sull’etica professionale ;
2001 - Porto Alegre, Carta del Forum Mondiale

Le tessere del puzzle sono tantissime, i confini sembrano galattici e si stagliano su parole note e mai troppo ripetute. Qualcuna si perde, qualcuna si aggiunge sempre. All’infinito.
Ma Giamburrasca, come lo chiama Luisa, che non si tira mai indietro, o Gregorio, che corre come il treno che corre ( e perché lui sì e io no?), Giamburrasca dove lo mettiamo, in mezzo a tutte queste risoluzionidichiarazioniintendimentistigmatizzazioniproponimentibuonavolontàepoveribambinipoverilontanidaqui? A tutti questi sforzi universali che non colmano le brevi distanze di strade quotidiane?
Giamburrasca Francesco non ci sta, gli spigoli non si incastrano, e poi senza occhiali è così complicato avere una visione limpida delle cose…
Lo lasciamo andare a cercare un’altra storia, questa non è la sua, siamo noi i personaggi del copione.
Lo lasciamo andare, ma forse lui se n'è già andato prima, a cercare le tessere che mancano: a noi basta poterci sedere, in poltrona, a leggere le storie degli altri.

Dal codice deontologico dell'Oaj, il sindacato della scuola Finlandese
Il valore della persona
Una concezione umanistica della persona e il rispetto degli esseri umani costituiscono la base sottesa ad ogni principio etico. Il valore di un essere umano deve essere rispettato a prescindere dal genere, dalla religione, dalla provenienza, dalle opinioni o dalle attitudini
L’onestà La sincerità è un valore centrale nell’insegnamento: l’insegnante guida il discente in un’esplorazione più avanzata della realtà. Un approccio basato sul metodo della ricerca richiede discussione aperta e ricerca della verità. L’onestà verso se stessi e in tutti i tipi di interazioni costituisce una parte fondante del lavoro docente.
La giustizia Nella relazione tra docente e discente, di gruppo o singola, come nelle altre attività di lavoro in comune, deve prevalere la giustizia. Giustizia significa uguaglianza, assenza di discriminazione e favoritismi, l’opportunità di essere ascoltati e il diritto a sciogliere i conflitti. Il problema della giustizia rappresenta sempre un elemento dell’intero processo di valutazione fatto da un docente
La libertà Il docente ha diritto al proprio insieme di valori. Nell’insegnamento, comunque, la libertà dei docenti è legata ai doveri basilari e alle normative, quali gli statuti e i curricoli, che ne definiscono i compiti. Nel loro lavoro, gli insegnanti sono costretti a definire dei limiti. Il punto di partenza per tutte le relazioni sociali ha, comunque, alla sua base il rispetto per la libertà, che è intrinseca al valore dell’essere umano
Insegnanti e discenti L’insegnante accetta il discente e si sforza di considerarlo nella sua unicità. Si rapporta con il discente.L’insegnante si sforza di capire i punti di partenza dei discenti, i pensieri e le opinioni e tratta con tatto le sue questioni personali e private. L’insegnante dà speciale considerazione ai discenti bisognosi di attenzione e protezione e non accetta alcuna forma di sfruttamento o di abuso. Quanto minore è l’età di chi apprende tanto maggiore è la responsabilità del docente nei confronti del suo divenire. Il docente lavora insieme con gli adulti responsabili del bambino e della bambina.




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