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Psicofarmaci a che ne ha bisogno: ai bambini istruzione
Genitori e scuola - 08-03-2005
AIUTACI A DIRE NO ALLA SOMMINISTRAZIONE DI PSICOFARMACI A SCUOLA: ADERISCI ALL' APPELLO DEL COORDINAMENTO NAZIONALE COMITATI E GENITORI DELLA SCUOLA

La somministrazione di psicofarmaci ai bambini può avere effetti devastanti sulla loro salute, sulla loro crescita, e sul loro equilibrio psicofisico.

Negli Stati Uniti la situazione è a dir poco allarmante: i bambini diagnosticati come affetti da sindromi comportamentali e sottoposti a trattamento psichiatrico-farmacologico per tramite della Scuola, sono ormai più di otto milioni e, in concomitanza con l'avvio di analoghi progetti di psichiatrizzazione del disagio infantile, il numero di bambini trattati con psicofarmaci sta rapidamente aumentando anche in Europa e nel mondo.
E' in corso una mistificazione delle percentuali di bambini che realmente necessitano di farmaci psichiatrici, cioé, si rischia di somministrare psicofarmaci anche a bambini semplicemente "vivaci", o con difficoltà d'apprendimento e d'integrazione sociale che niente hanno a che vedere con una effettiva patologia: in effetti, psichiatri, psicologi, pediatri e pedagogisti sono fortemente critici quanto all'efficacia dei test utilizzati nella diagnosi dell'Adhd, che tendono a sovrastimare abbondantemente la percentuale di bambini realmente affetti da questa sindrome comportamentale.
Tutti sembrano daccordo, invece, quanto al fatto che la somministrazione di psicofarmaci - per i gravi effetti collaterali che rischia di comportare - debba essere limitata a quei casi estremi di reale necessità, là dove i risultati delle pratiche alternative abbiano dato riscontri negativi.

In Italia si è da poco concluso il "Progetto Prisma", uno screening comportamentale su oltre 10.000 alunni ed alunne delle scuole dell'obbligo volto a rilevare l'incidenza della "Sindrome da iperattività e deficit d'attenzione" (Adhd): ma chi ci garantisce che in tale "patologia" non vengano inglobati anche alunni vivaci o con difficoltà d'integrazione?... Contemporaneamente è stato riammesso in commercio - e tra i farmaci della Fascia A, quelli a carico dello Stato - il Metilfenidato-amfetamina (Ritalin), la sostanza più ampiamente utilizzata nel trattamento psichiatrico-farmacologico dell'Adhd.

Il programma di individuazione, diagnosi e psichiatrizzazione dei bambini "affetti" da Adhd sta per estendersi all'intero territorio nazionale italiano, con ampio coinvolgimento delle singole istituzioni scolastiche, delle Asl competenti e dei centri di cura o strutture ospedaliere abilitate al trattamento farmacologico dell'Adhd.

Considerato che

La Scuola svolge un ruolo educativo, fondamentale per i bambini e - attraverso essi - anche per le loro famiglie;

Il ruolo educativo della Scuola è vincolato ai valori di utilità sociale fissati dalla nostra Costituzione e al rispetto del diritto di ogni persona, ad una crescita sana ed equilibrata del proprio corpo, delle proprie conoscenze e della propria personalità.

Tale ruolo non può prescindere dalla qualità del nostro sistema scolastico nazionale; dalle risorse umane ed economiche impiegate al fine di prevenire o affrontare il disagio in tutte le sue forme, attraverso interventi ambientali, didattici e pedagogici ampiamente sperimentati ed efficaci.

Le famiglie e i genitori hanno il diritto/dovere di integrare e coadiuvare l'istituzione scolastica nel proprio ruolo, di intervenire nelle scelte educative della Scuola anche attraverso i propri rappresentanti negli Organi Collegiali.

Nella scuola si va affermando sempre più frequentemente il ricorso alla medicalizzazione di bambini con difficoltà di apprendimento e di
integrazione, i quali potrebbero invece essere "trattati" da insegnanti formati con una buona pedagogia scientifica.

Dichiariamo

Di essere assolutamente contrari al coinvolgimento delle nostre Scuole nell'ambito di progetti di diagnosi psichiatrica e trattamento farmacologico dell'Adhd o altre sindromi comportamentali.

Di appellarci al Principio Precauzionale, sancito dalle normative europee e adottato dai singoli Stati membri.

Chiediamo

Che qualsiasi questionario, sondaggio, rilevamento, progetto inerente le caratteristiche psicologico-comportamentali degli alunni e delle alunne, promosso dalle Scuole dell'obbligo o da altre Istituzioni attraverso di esse - ivi compreso il trattamento dei dati personali "a scopo scientifico" eventualmente introdotto nel portfolio delle competenze - sia sottoposto al parere e al voto dei singoli Consigli di classe e di interclasse e vincolante ai fini della sua approvazione da parte dei consigli Circolo/Istituto in tutte le sue fasi di realizzazione.

A tal fine chiediamo che la nostra scuola, nell'ambito della propria autonomia, s'impegni ad inserire quanto sopra nel proprio regolamento, e ad informare i genitori quanto ad estensori, scopi e finalità delle iniziative specifiche che in tal senso essa intende intraprendere.


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 Anna Di Gennaro    - 08-03-2005
Sono perfettamente d' accordo con voi: ho avuto numerosi ipercinetici che, adeguatamente accolti e valorizzati di fronte agli altri, riuscivano ad interessarsi al lavoro e partecipare attivamente alle proposte didattiche. Certamente certi bambini hanno più bisogno di altri di riconoscimento e per l' ins. è una fatica non indifferente continuare a mantenere il self control necessario e non cedere alle sollecitazioni. Ecco perchè la nostra professione è più a rischio di logorio psicofisico, come dimostrano gli studi del dr. Lodolo D Oria referente Scuola e Sanità della Fondazione IARD. Vi consiglio vivamente di visitare il sito fondazioneiard.org dove troverete le proposte formative per ins. e dirigenti. Purtroppo il vero problema consiste nella capacità di autovalutazione e auto osservazione dell' ins. stesso sempre più spesso a disagio in situazioni di prolungato stress e ormai incapace di "leggere" il proprio disagio scolastico...
Grazie per l' iniziativa comunque,
Anna Di Gennaro