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La verità è rivoluzionaria
Corriere della Sera - 07-03-2005
Ovvero ... Verità fuori tempo

Anche la verità su ciò che è realmente ed esattamente accaduto a Bagdad, con la morte di Nicola Calipari e il ferimento di altre persone - tra le quali Giuliana Sgrena, appena liberata - si saprà solo quando tale verità non avrà più alcuna importanza politica, quando non potrà più favorire o danneggiare nessuno, quando nessuno potrà usarla a proprio vantaggio, quando nessuno la temerà più e dunque nessuno più se ne interesserà.

La verità vi farà liberi, dice il Vangelo, ma purché non arrivi troppo tardi, quando lo schiavo da liberare è già morto. Sapere adesso che Stalin era un mostruoso tiranno e non un padre di popoli serve poco; bisognava saperlo allora, quando veniva adorato, perché solo così sarebbe stato possibile salvare i milioni di sue vittime. Non si sa ancora, dopo duemila anni, se Gesù sia stato processato dagli ebrei o dai romani - come hanno sostenuto alcuni storici e giuristi israeliani - perché la certezza dell’una o dell’altra verità potrebbe avere ancora ripercussioni politiche sul nostro presente, sull’atteggiamento verso Israele o l’antisemitismo, sul rapporto tra quest’ultimo e il cristianesimo.

La verità si viene a sapere quando non è più pericolosa.

Non sappiamo e non sapremo ciò che è accaduto nei pressi dell’aeroporto a Bagdad; possiamo fare solo arbitrarie illazioni. Certo è difficile pensare che un uomo esperto come Nicola Calipari, mentre stava portando a conclusione la straordinaria opera di liberazione dell’ostaggio - opera di cui è stato largamente l’eccellente artefice - volesse forzare un posto di blocco americano: di soldati americani, non di terroristi amici di Saddam Hussein.

Le illazioni potrebbero indurre una testa fantasiosa a immaginare che gli americani volessero interrogare Giuliana Sgrena - o forse anche altri - per avere informazioni sull’operazione, sui contatti avuti dai servizi segreti italiani nel lavoro per liberare l’ostaggio, e che Nicola Calipari non intendesse o potesse permettere che qualcuno fornisse a soldati sia pure alleati particolari di un’operazione condotta dai servizi segreti di uno Stato sovrano.

È in nome di questa sovranità che a Sigonella l’allora presidente del Consiglio Bettino Craxi si oppose con la forza a un illecito intervento di forza degli alleati americani. Ma queste, come tante altre egualmente possibili e opinabili e fragili, sono soltanto illazioni: l’unica certezza è l’assenza della verità. La sola cosa di cui siamo sicuri è l’eroico coraggio di Nicola Calipari, che ha salvato due volte la vita di Giuliana Sgrena e ha perso assurdamente la sua.

Claudio Magris

Corriere della Sera 6 marzo 2005
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