Il decreto sulle dotazioni organiche del personale docente
Alba Sasso - 23-02-2005
Il decreto sulle dotazioni organiche del personale docente (il numero degli insegnanti) approvato oggi in VII Commissione alla Camera mostra con chiarezza l'effetto devastante dei tagli al personale della scuola previsti da tutte le finanziarie di questo governo.
Aumentano i bambini e diminuiscono gli insegnanti, diminuiscono gli insegnanti del tempo pieno e persino quelli della II lingua comunitaria (una delle tre I).
Diminuiscono gli insegnanti di sostegno (in organico di diritto), mettendo in discussione la qualità formativa proprio per quei soggetti che più hanno bisogno di attenzione e certezze.


Nota: Si inoltra qui di seguito il parere di minoranza presentato in commissione dalle deputate Ds Alba Sasso, Giovanna Grignaffini e Piera Capitelli.
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La Settima Commissione della Camera

Esaminato lo schema di decreto interministeriale concernenti le dotazioni organiche del personale docente delle istituzioni scolastiche ed educative per l’anno scolastico 2004-2005;

rilevato che nel presente decreto trovano espressione e coronamento i tagli apportati agli organici del personale e alle risorse economiche tramite le precedenti finanziarie;

rilevato che per tre anni sono state effettuati interventi sugli organici condizionati esclusivamente da scelte di natura economica, con tagli alternativi a investimenti e alle esigenze di determinare un organico d’istituto stabile e funzionale alla complessità e specificità, anche territoriale, della domanda di formazione;

rilevato che la previsione degli organici rappresentata nel decreto ha determinato

in numerose realtà riduzioni del servizio ed effettive difficoltà a garantire un’offerta formativa di qualità adeguata alle richieste delle famiglie e al numero previsionale degli alunni, sulla base del quale è stato determinato l’organico di diritto che è stato notevolmente sottostimato;

rilevato che in relazione a tali insufficienze dei contingenti di organico di diritto attribuiti, si è resa necessaria una integrazione degli stessi con l’assegnazione di ulteriori posti aggiuntivi;

rilevato che la sempre più accentuata diversificazione tra organico previsionale e dotazioni attribuite in fatto, produce conseguenze assolutamente negative per le istituzioni scolastiche in termini di certezza di risorse professionali, di stabilità e di continuità didattica, condizioni assolutamente necessarie per le esigenze di progettazione e programmazione proprie della scuola dell’autonomia, nonché per le garanzie che si intendono dare alle famiglie in termini di offerta formativa.

ribadito che non può essere condivisa una proposta che ha determinato in numerose regioni un sensibile aumento del rapporto medio alunni/posti, sancendo così un ulteriore aggravamento delle condizioni di erogazione del servizio scolastico;

la Settima Commissione della Camera sottolineate le seguenti esigenze non accolte nello schema di decreto in esame:

- per la scuola dell’infanzia il decreto evidenzia l’incoerenza tra le affermazioni di principio sull’obiettivo della generalizzazione del servizio, la riduzione delle liste d’attesa e l’attivazione degli anticipi, con la mancanza di garanzie rispetto alla risorse destinate a quest’ordine di scuola, risulta elusa l’assoluta emergenza sociale della generalizzazione del servizio e dell’assorbimento delle liste d’attesa e relativamente agli anticipi risulta di fatto omesso il richiamo al quadro di precondizioni necessarie per disciplinare la pratica degli anticipi come indicato nella CM 29 del 5.3.2004.

- per l a scuola primaria il decreto, a causa della ridotta dotazione organica in numerose realtà al fine di consentire il funzionamento delle classi, determina l’ azzeramento dell’organico funzionale e l’alterazione dei modelli didattici e organizzativi del tempo pieno, le scelte della legge finanziaria sull’insegnamento della lingua straniera incidono negativamente sulla qualità del servizio;

- per la scuola secondaria I grado il decreto mantiene in essere una situazione di provvisorietà delle discipline, negando addirittura la regolare costituzione dell’organico di diritto per la II lingua comunitaria, disciplina regolarmente prevista nell’orario obbligatorio;

- per la scuola secondaria di II grado – il decreto sugli organici è assolutamente carente rispetto alla complessità dell’articolazione dell’offerta formativa di questo grado di scuola in quanto la predisposizione dell’organico non può non tenere conto della distribuzione territoriale, del tempo scuola e della diversificazione degli indirizzi.<,

- per il sostegno – il decreto ignora lo scarto che si registra tra i posti di sostegno in OD e i posti attribuiti in OF e mette in luce l’assoluta inadeguatezza della norma prevista dalle disposizioni legislative (rapporto 1 a 138, rispetto alla popolazione scolastica); l’aleatorietà delle risorse professionali destinata ad alunni in difficoltà mette in discussione proprio per un’utenza che più ha necessità di attenzioni, tutele, garanzie e certezza del diritto;

per l’ EDA, i convitti, le scuole ospedaliere e carcerarie il decreto registra infine un’assoluta assenza di riferimenti;

esprime un parere negativo sullo schema di decreto interministeriale in esame.

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