(...)"
La scelta di Bush non è avvenuta per caso. I fatti drammatici avvenuti in Iraq sono frutto di quella “intelligence” che Negroponte è stato appena chiamato a dirigere. Compresi i rapimenti dei giornalisti, una delle tragedie quotidiane di cui, in questo caso, un giorno sarà chiamato a rispondere non solo lo zar di Washington ma anche il governo italiano. (...)" (
Bianca Cerri)
Reporter Associati in
un’editoriale del 18 febbraio, ripreso anche da altre fonti, scrive che il
Neue Zürcher Zeitung (NZZ) – ovvero Il principale quotidiano elvetico -, ha pubblicato, il 15 dicembre scorso, un articolo di un'intera pagina intitolato "
Gli eserciti segreti della NATO". L’Autore è
Daniel Ganser del Centro studi di sicurezza (CSS) all'Università tecnica federale (ETH) di Zurigo. Le supersegrete reti "
stay-behind" (letteralmente: senza rete) nei paesi della NATO ed in altri paesi neutrali in Europa non furono - denuncia l'Autore - allestite soltanto per gestire la guerriglia nell'eventualità di un'occupazione sovietica dell'Europa, ma ricoprirono un ruolo preponderante nelle fasi concitate di quella fase storica, a cavallo tra gli anni 60/70, caratterizzata dalla – cosiddetta -
"strategia della tensione".
In una audizione al Senato, il 3 agosto 1990 - prosegue l'articolista - l'allora presidente del consiglio Giulio Andreotti confermò l'esistenza della formazione paramilitare segreta Gladio. Disse che in Italia la rete di Gladio era un'operazione segreta dei servizi militari SISMI e della CIA. Il Senato richiese un rapporto scritto sull'argomento che Andreotti
presentò il 18 ottobre successivo.
Nel documento si confermava che Gladio era ancora attivo e che strutture simili esistevano anche in altri paesi dell'Europa occidentale, sotto il coordinamento del "Comitato alleato clandestino" (ACC) e del "Comitato pianificazione clandestina" che operavano nel quartier generale della NATO a Bruxelles. A queste rivelazioni fecero seguito delle inchieste condotte
dal giudice Felice Casson il quale aveva raccolto delle, presunte, prove sulle responsabilità di Gladio in alcuni attentati della "strategia della tensione", il più grave dei quali quello alla stazione di Bologna del 1980.
Anche in Francia, Belgio, Portogallo, Germania, Grecia, Austria, Svizzera, nei paesi scandinavi e nel Parlamento Europeo furono aperte indagini sulle reti "stay-behind". In Germania, dove i legami con Gladio sembravano emergere con la formazione neo-nazista "Wehrsportgruppe Hoffmann" e con le bombe all'Oktober Fest del 1980 a Monaco, i due principali partiti tedeschi, CDU ed SPD, concordarono in fretta e furia di non lasciar trapelare niente in pubblico.
L'esistenza di Gladio fu invece confermata dai governi di Francia, Grecia, Spagna e Belgio, ma delle rivelazioni sostanziali emersero
solo in Italia, Svizzera e Belgio. Fino ad oggi la NATO, la CIA e i servizi britannici MI6 hanno respinto qualsiasi ammissione dell'esistenza stessa di una rete "stay-behind".
L'articolo del quotidiano svizzero conclude: "
Chi solleva questo argomento arriva inevitabilmente al quesito di fondo: si trattava di una rete di sicurezza o erano delle cellule terroristiche? La risposta apparentemente paradossale a questa domanda essenziale è: tutt'e due. Gli eserciti segreti della NATO erano una rete di sicurezza come anche delle cellule terroristiche ... Sulla scorta dei dati italiani si conclude che gli eserciti segreti della NATO erano delle cellule terroristiche, simili alle cellule nascoste di Al Qaeda, pronte per essere attivate per diffondere, con attacchi terroristici improvvisi, paura e terrore nella popolazione e combattere il nemico politico".
Il prossimo febbraio il CSS presenterà al centro ETH di Zurigo un nuovo libro su Gladio intitolato "
Gli eserciti segreti della NATO, l'operazione Gladio e il terrorismo nell'Europa occidentale".
Commentando l'articolo del Neue Zürcher Zeitung di cui sopra, Lyndon LaRouche ha detto che l'impostazione generale è molto simile a quella seguita dalla rivista EIR nel corso di molti anni ed ha proposto anche un parallelo con le rivelazioni contenute nel libro "Confessions of an Economic Hit Man" di John Perkins.
"Ci troviamo di fronte a gente che spunta all'improvviso dagli interstizi di quella struttura per denunciare quello che prima non avrebbero mai osato menzionare" ha osservato LaRouche. "Il motivo di ciò è che c'è gente responsabile nei piani alti che si rende conto, in primo luogo, che il sistema finanziario affonda ... Poi sa anche che c'è un tentativo, di stampo filonazista nella sostanza, di arrivare globalmente a forme dittatoriali di governo, sfruttando le circostanze. ... Ci sono molte personalità che semplicemente non intendono finire in un inferno e si fanno avanti anche se prima non si sarebbero mai sognate di farlo".
Un esperto tedesco consultato dall'EIR ritiene l'articolo del quotidiano svizzero decisamente straordinario e, ha aggiunto "
è davvero importante che un giornale come il NZZ pubblichi una cosa del genere proprio in questo momento".
Evidentemente si tratta di un monito che certi ambienti influenti vogliono dare sul "rischio che si sta profilando una nuova “strategia della tensione” e che questo ricalcherebbe il modus operandii di Gladio. Se alla precedente immagine del nemico, quella dei "comunisti" o "terroristi di sinistra", si sostituisce la nuova immagine degli "islamici" si può concludere che la nuova strategia della tensione è già in moto, ha osservato la fonte.
Un altro esperto europeo ha detto all'EIR: "
All'epoca dell'amministrazione Clinton il NZZ non avrebbe mai pubblicato un articolo del genere. Qualcuno è evidentemente giunto alla conclusione che con l'amministrazione di George W. Bush andiamo incontro ad una strategia della tensione di dimensioni globali.”
Il prof. di diritto costituzionale Sanford Levinson, sul numero dell' estate 2004 di Daedalus, la rivista dell' Accademia Americana delle scienze e delle arti, spinge ancora più in là la sua analisi focalizzandola sul concetto di sovranità
imperiale del presidente Bush. Un concetto di sovranità presidenziale – quello forgiato dagli statisti reazionari dell'amministrazione Bush - così estremo che ha suscitato un'ondata di critiche senza precedenti perfino negli ambienti più sobri e rispettati della classe dirigente americana. Queste idee sono state trasmesse al presidente dal neo ministro della giustizia Alberto Gonzales, che la stampa descrive come un "moderato" (sic!).
Secondo Levinson il concetto del "moderato" Gonzales (e fatto proprio da George W. Bush) sarebbe fondato sul principio sintetizzato nella massima "
Non esiste alcuna norma applicabile al caos". La citazione, commenta Levinson, è di Carl Schmitt, il famoso filosofo tedesco del diritto, durante il periodo nazista, che Levinson descrive come "la vera eminenza grigia dell' amministrazione Bush". L' amministrazione, seguendo i consigli di Gonzales, ha articolato una "
idea dell' autorità presidenziale fin troppo vicina a quella del potere che Schmitt era disposto a concedere al suo stesso Fuhrer", scrive Levinson.
Con tutto quel che ne consegue - in termini di solidarietà e conflitto sociale, anzi,
globale - se la si coniuga al concetto della democrazia ...
da esportazione.
Per saperne di più:
Noam Chomsky