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Insulti in libertà
Centomovimenti - 08-02-2005
Ovvero: Libero si scaglia anche contro Giuliana Sgrena

Se Enzo Baldoni era "un simpatico pirlacchione", la vicenda di Giuliana Sgrena, "la dama comunista" rapita in Iraq "dai suoi amici balordi" è "materia da cabaret".

Dopo essersi scagliato contro Enzo Baldoni da vivo, quando era nelle mani ribelli iracheni, e anche da morto, dopo che era stato assassinato, il quotidiano di proprietà della famiglia Berlusconi si scatena contro Giuliana Sgrena e contro lo staff de Il Manifesto, semplicemente dei "comunisti".
"Il comunismo è una malattia mentale grave dalla quale non si guarisce mai completamente - si legge in un articolo firmato da Vittorio Feltri - è un pungiglione tossico che rimane dentro e che ogni tanto esplode".

Il giornalista ricorda che "Il Manifesto ha sostenuto i terroristi e insultato Berlusconi".
"Ora pretende che il Governo paghi il riscatto, i compagni battono cassa da Silvio - ha scritto Feltri nell'editoriale - servono cinque o sei miliardi di lire scadute. Il bello è che quel pirla di Berlusconi, con l'aiuto della Croce Rossa e con i nostri danee, ve la riconsegnerà sana e salva, dopo di ché non cesserete di dargli del pirla né di flirtare con quei bastardi dei sequestratori".

Ma non è tutto: Libero denuncia che Il Manifesto ha mandato la propria inviata in Iraq senza averla prima assicurata.
"I compagni l'hanno mandata a rischiare senza pagare l'assicurazione di guerra - si legge ancora sul giornale - e ora pretendono (minacciosi) che Berlusconi paghi il riscatto. Silvio lo farà: togliere dai guai chi lo insulta è una sua specialità".

Poi, in fondo al corsivo, Feltri lancia un ultimo affondo verso Giuliana Sgrena: "La signora del Manifesto, quando furono sequestrati Quattrocchi e i suoi tre soci, non spese un aggettivo della sua bella prosa se non per deplorare i quattro avventurieri, anzi mercenari".

Ad agosto, quando fu sequestrato il giornalista de "Il Diario" Baldoni, il quotidiano gli dedicò per giorni insulti violenti, che non seppero arrestarsi neanche dopo il tragico epilogo del suo sequestro.
"Un uomo della sua età, moglie e due figli a carico - aveva scritto ancora Feltri - avrebbe fatto meglio a farsi consigliare da Alpitour, anziché dal Diario, la località dove trascorrere vacanze sia pure estreme".


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