Grazia Perrone - 26-01-2005 |
La legge antimobbing della Regione Lazio è stata cancellata da una sentenza della Corte Costituzionale secondo la quale (…)”in considerazione della diffusione del fenomeno mobbing a livello nazionale non può aversi una disciplina differenziata da Regione a Regione. (…)” Allo stato, dunque, il nostro Paese è totalmente sprovvisto (a differenza di altri Stati europei e nonostante precise disposizioni comunitarie) di una legislazione finalizzata alla tutela della salute psicofisica dei lavoratori e al contrasto della violenza psicologica nei luoghi di lavoro. L’unica (ed efficace) forma giuridica di contrasto antimobbing consiste nell’articolo 2087 del “vecchio” codice civile (1943!!!) in base al quale l’imprenditore (sia pubblico che privato) è tenuto ad adottare tutte le misure necessarie per tutelare l’integrità fisica e la personalità dei lavoratori. L’onere probatorio è a carico della vittima il che – in talune situazioni – risulta assai difficile specie in considerazione della "scarsa propensione" (tutti tengono famiglia") alla collaborazione da parte di superiori e colleghi. Ma tant’è. |