La priorità
Giuseppe Aragno - 22-01-2005

Nel più perfetto stile berlusconiano, Antonio Bassolino, ex PCI ed ora presidente diessino della Regione Campania, va inviando a milioni di cittadini un opuscolo di informazione che ha sapore di propaganda più o meno elettorale, tutto luci senza ombre, che costa un patrimonio alle “care cittadine” e ai “cari cittadini” ai quali si rivolge. Son questi i tempi, direte, ed è vero. Per simili cose, tuttavia, l’intera sinistra ha levato gli scudi. Ora perché si tace?
C’è chi si affanna ad affermare, con toni da crociata, che abbiamo una priorità: battere le destre e mandare a casa Berlusconi e compagni.
Peggio facciamo l’opposizione in Parlamento, più si fa ambigua la battaglia sindacale, più condividiamo responsabilità gravissime, insomma, più fatica mettiamo a distinguerci dalle destre, più c’è chi dice che occorre votare per i Bassolino: fanno pena, ma bisogna votarli. Mi vengono in mente Montanelli e il suo celebre invito: “Turiamoci il naso e votiamo DC”.
Per quanto mi riguarda, non mi lascio incantare: trovai insensato Montanelli, non ascolterò i suoi tardi epigoni. E pazienza se tra questi ultimi si trova, dio solo sa perché, persino la Rossanda. Non lo farò.


Non sono disposto - parto dal terreno sul quale mi muovo - a bocciare la Moratti ed a promuovere Zecchino, facendo finta d’ignorare che lo sfascio dell’accademia ha superato da tempo quello della scuola. Non lo farò, e dubito che tacere dell’uno ed attaccare l’altra sia una mossa politica oculata. Dirò di più: dubito che sia una mossa politica. Così come non ha nulla di politico dimenticare oggi quello che è stato ieri.
Non m’importa se qualche naso si storcerà: fare politica è anche storicizzare. Abbiamo barato: “il nuovo è buono e il sistema è malato”. Per una simile menzogna, condivisa coi peggiori nemici della Repubblica, per questo slogan vestito da filosofia, per questa miseria da spot pubblicitario, “pensato” per tener dietro ai ticchi del “consenso” e influire sui suoi impenetrabili meccanismi, abbiamo fatto comunella con l’universo mondo, senza segnare limiti o distinzioni: il naso ce lo turiamo da tempo. E uso il plurale perché è inutile vantarsi di aver dissentito.

Sono stanco di compagni che si turano il naso.
Sono stanco di azienda e di mercato.
Mi sono battuto per i diritti dei lavoratori e la giustizia sociale, sono stato con gli sfruttati contro gli sfruttatori. Ho i miei valori e non ho da difendere null’altro che la mia storia. E qui, autentico, falso o in fotocopia, non c’è Montanelli che tenga: non ho nulla da spartire con Prodi e con Rutelli, con Dini e con Mastella, così come non avevo nulla a che dividere con Ciampi. Non ci credo alla favoletta del lupo cattivo che fa un boccone di Cappuccetto Rosso e so che la vittoria di questi signori non è e non può essere la mia.
Non lo è: abbiamo valori diversi e interessi divergenti. Io mi muovo dal punto in cui questi signori si fermano e non intendo fermarmi con loro. Bassolino tenga per sé gli opuscoli latte e miele copiati dalle agende della Moratti. E’ da tempo che non abbiamo ormai nulla per cui stare insieme: io credo fermamente che la democrazia, anche quando funzioni al meglio, sia ancora un male, sebbene il minore, e non voglio essere più nemmeno “democratico” se la democrazia già borghese si riduce ad una pantomima che non ha radici nella nostra storia. Non ho nulla a che spartire col maggioritario e, lasciatemelo dire, non sono così cieco da difendere fino in fondo una Magistratura che non ha una bella storia o tradizioni nobili e che ha lasciato sempre soli i suoi figli migliori. No, non difendo sino in fondo una corporazione che ha acquistato potere nella crisi della politica e non intende mollarlo. Sì, lo so, lo so bene che sarebbe pernicioso subordinare i pubblici ministeri all’Esecutivo, ma so anche che è strumentale e di parte negare che un avviso di garanzia consegnato a un Presidente del Consiglio ad una riunione di capi di Stato e di Governo è uno stupido atto politico, che fa di un probabile colpevole un innocente perseguitato. In quanto alle carriere, nessun soldato diventa generale solo perché ha indossato l’uniforme. Facciano concorsi e sentenze.

Sono stanco di compagni col naso turato, che quando conviene gridano al lupo. In giro ora ce n’è uno che torna comodo e fa molta audience: il lupo mannaro che sbrana la Costituzione. Anche, qui, però, diciamolo che la Sinistra ha approvato a fine legislatura e con una risicata maggioranza la riforma dell’art. quinto. E’ stato gravissimo, ma non mi sono stupito: con l’avallo al revisionismo storico e gli amorazzi finiti male con Bossi e coi leghisti, l’avevamo già da tempo delegittimata la Costituzione. Ora gridiamo al lupo. Potrei fare un elenco infinito di ragioni per cui non ritengo di poter riconoscere come miei punti di riferimento D’Alema e Giuliano Amato, che ormai sono fuori dalla storia e dagli ideali della sinistra. Io non ho nulla a che spartire con gli Statuti regionali che incoronano sovrani, con i “Governatori” all’americana e le liste personali; io continuo a ritenere che questo governo sia responsabile per l’Iraq quanto D’Alema lo è stato per la Serbia.


Penso, per essere chiari, che senza i bombardamenti italiani in Serbia, noi non avremmo avuto Nassirya. In Serbia come in Irak l’Italia ha operato fuori e contro la Costituzione.
E quando dico Italia, intendo chi l’ha governata. Dov’è il lupo mannaro, in quale dei punti cardinali della nostra vita politica?
In ultimo, e qui chiudo, se voi mi dite Genova, io vi rispondo Napoli, dove abbiamo dimostrato che si possono picchiare le ragazze inermi dei movimenti fin quasi ad ammazzarle.
Quasi. E’ qui ormai la differenza, in questo “quasi”.
A qualcuno basterà. A me non basta.
Io non ignoro Zecchino e dico no a Moratti. Le destre sono anche a sinistra. Forti, agguerrite, infide e pericolose.
No. Io il naso non me lo turo.




interventi dello stesso autore  discussione chiusa  condividi pdf

 Cosimo Invidia    - 23-01-2005
Le parole contenute in questo articolo rappresentano tutto ciò che io ho sempre pensato, ma che non sapevo esprimere.
E allora mi unisco a questa affermazione: "neanche io voglio otturarmi il naso".
Complimenti.

Cosimo Invidia.

 maria    - 24-01-2005
Mi unisco pienamente a questa onesta e lucidissima analisi della nostra società (nella massima espressione delle sue dinamiche relazionali). Anch'io ho pensato alle stesse cose senza avere la capacità di eprimerle in maniera così chiarificatrice. Credo che per uscire da questa situazione di stallo (è dir poco) Uomini come lo scrivente debbano continuare a dare il loro contributo. I giovani non aspettano altro.
Grazie

 Paolo    - 24-01-2005
Sarebbe improprio approfondire queste destre della sinistra e raccontare i comportamenti tipici che assimilano i nostri ad un qualunque forzista?
Gli interventi precedenti hanno riconosciuto che sono d' accordo con te, solo non avrebbero saputo trovare
le parole per dirlo: continua l' analisi, anche, e meglio, senza l' aiuto di esperti berlusconiani.
Diversamente ci troveranno le parole, se fosse possibile, per pensare da destri.
Non molti, forse sono disposti a confrontare le proprie (le nostre) scelte: diventano giuste per principio... Meglio insistere!
Buon lavoro