Nulla è più squallido di questa monotonia
Giuseppe Aragno - 18-01-2005
Tra i consigli e le benedizioni urbi et orbe che increspano la palude del web in tema di scuola - la morfina della non belligeranza va producendo alla lunga i suoi effetti - colpisce per l’autorevole coerenza e l’inconfondibile buonsenso la duplice raccomandazione di un esperto.
E’ Tirittico a scrivere e tolgo il cappello. Il punto - s’intende - è la riforma Moratti, che è legge dello Stato. Spariti i lottatori da burletta, che lasciarono il quadrato prima che il gong desse l’avvio allo scontro, cosa resta? L’obiettivo che la riforma cada. Da sola, per vecchiaia, spinta al suicidio da chi se l’è inventata solo per coprire operazioni di cassa, in fondo cosa importa? Cadrà. Cade. Una legge si cambia. Il vero problema quindi è la transizione: che facciamo mentre la riforma cade? E qui il machiavello tiritticheo ha del geniale: c’è l’autonomia che consente di gestire - cito testualmente - “la transizione senza contraccolpi di sorta (ad esempio: se in talune realtà il tutor c'è e funziona, non lo si cancelli)”.

Alla fine – questo è buonsenso - può andar bene anche il tutor.

Per ora cerchiamo la transazione. Prima o poi, giungerà anche la transizione. E per favore: non ci formalizziamo. C’è un futuro, basta guardare avanti e lavorare. Come?
“Per la prospettiva - propone il nostro esperto - si dovrebbe lavorare veramente ad un progetto che giunga ad una nuova legge abrogativa della legge 53, che riordini l'intero sistema nazionale e regionale di istruzione”.
Posso dirlo? Continuando di questo passo, il rischio è che il sistema ci muoia tra le mani.


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 Isa Cuoghi    - 19-01-2005
E intanto la riforma va.. il punto è questo.
La Riforma è legge dello Stato, ci dicono gli Ispettori, l'atteggiamento ostile che si è creato nelle scuole, nei Collegi, non ha nessun fondamento.
La Riforma è legge. Stop.
E se ci sono ricorsi in atto, dicono sempre loro, gli Ispettori, questo non significa che la Riforma non debba essere applicata PER INTERO.
Quando si conoscerà l'esito dei ricorso allora si vedrà.
Si vedrà se continuare o ridiscutere, se cancellare, se riformare..
E visti i tempi dei ricorsi, io allora mi sento quasi quasi di azzardare... la riforma avanzerà, lentamente ci abitueremo alle nuove parole, e a tutto quello che implicano.
Avremo a che fare con i Tutor, con il portfolio, con le programmazioni personalizzate, con le 3 ore settimanali opzionali di laboratorio..
Ebbè, certo, la Riforma è Legge, d’altra parte nessuno ha pensato di bloccarla PRIMA.
Il Ministero intende già applicata la Riforma e prosegue come un treno nell'innovazione (sigh..e chiamala innovazione...).
Intanto avremo a che fare con le nuove schede, con il blocco della spesa per le supplenze, con la fine degli insegnanti specialisti di Inglese, con l'organico riorganizzato ogni anno in base alle richieste dei blocchi orari dei genitori.
Tutto qui.
La nostra scuola cancellata in un colpo.
Definitivamente affossate esperienze positive, la mano riformista del governo ha avuto campo libero.
Molto amaramente auguro buona scuola.. tutti i movimenti contro la riforma sono stati silenziati, come dice Aragno, a cosa servono ricorsi e comunicati se non si lotta nelle scuole, informando e creando quel clima di confronto e di sostegno , discutendo su forme di resistenza legali e possibili, sostenute da sindacati e da politici sempre, in ogni momento, non solo quando servono voti e voci..
La rassegnazione è il peggio che possa abbattersi su una categoria che ormai non ne può più di sentire e rendersi conto che la propria voce cade nel nulla, nel silenzio.

Sono giunta a questa considerazione : il migliore antidoto alla riforma è la sua applicazione.
Basta , smettiamola di fare da cuscinetto tra le disposizioni ministeriali e i ragazzi, con il fine di difendere la nostra scuola.
Non porta risultati.
Anzi, le famiglie credono che nella scuola non sia cambiato nulla, e non capiscono le nostre critiche e le nostre richieste di coinvolgimento.
Bisogna fare vedere cosa sono le innovazioni ministeriali, bisogna sperimentarle.
Può essere che coloro che credono alla Riforma e il folto gruppo degli "indifferenti" riescano a capire che qua di epocale non c’è che un taglio di risorse.
Un taglio sconsiderato, non una razionalizzazione..
Avranno inoltre a che fare con la vera deregulation della scuola pubblica, un caos statale istituzionalizzato.
Una scuola con sempre meno risorse dove già ce ne sono poche, con regole fai-da-te per ogni istituzione scolastica, una scuola che dividerà sempre più e lascerà campo aperto alle private... nelle quali invece si potranno ancora ritrovare i nostri "vecchi" modelli di scuola ed i "vecchi" metodi...

Non è bello vivere all'interno della scuola, averci creduto, averci lavorato con impegno e passione e notare che in due anni , e senza disturbi rilevanti, sta per essere distrutto tutto quanto è stato costruito in decenni... assistere impotenti alla fine di un certo modo di lavorare fa un poco impressione.

Isa

 Adriano Scabardi    - 23-01-2005
"affossate esperienze positive" ..... "la fine di un certo modo di lavorare" ...... tutte cose molto diffuse?
Adriano