Ma dove sono finite le tre I???
Mauro Romanelli - 14-03-2002

La Scuola del futuro, la scuola delle tre I: Inglese Internet, Impresa.
Almeno questi erano i proclami della Destra in Campagna elettorale.

Alla prova dei fatti sembra proprio che di tutto ciò non si parli nella Scuola di Berlusconi e Letizia Moratti.

Di "Impresa" c'è solo il Ministro, la Moratti appunto, piccola imprenditrice lombarda con nessuna esperienza nè competenza nel campo dell'Istruzione, della Formazione, della Ricerca (almeno Berlinguer e De Mauro, i due Ministri dell'Ulivo, erano due quotati Professori Universitari).

Per quel che riguarda Internet, la prima Finanziaria Berlusconiana ci regala il taglio del fondo, che fu istituito da Berlinguer, a sostegno dell'innovazione tecnologica negli Istituti scolastici: e speriamo che almeno questo dato faccia riflettere chi si illudeva che questa Destra portasse modernità e innovazione.

L'Inglese, infine, è davvero all'ultimo posto dei pensieri di questo Governo.

Tanto per iniziare, nella prima bozza di Riforma scolastica presenta dal Prof. Bertagna per conto della Moratti, addirittura materie come l'Inglese, la Musica, l'informatica, considerate tra quelle non fondamentali (!!!), diventavano opzionali ed a pagamento (fin dalle scuole elementari): fortunatamente grazie alle proteste del mondo scolastico e dell'opposizione, la sciagurata ipotesi è stata ritirata.

Nondimeno, l'Istruzione nel suo complesso rimane per la Destra terreno di risparmio, in piena controtendenza con tutti i grandi Paesi occidentali, che investono ogni anno di più nell'Istruzione, nella Formazione, nell'Università e nella Ricerca, e quasi in ogni luogo ciò avviene indipendentemente dal fatto che al Governo ci sia la Destra o la Sinistra, poichè si è ormai capito, dati alla mano, che più Istruzione significa, oltre a più crescita economica, anche più equità sociale e più partecipazione democratica.

La Destra italiana invece no, ha evidentemente ben altri interessi che finanziare l'Istruzione: 2000 miliardi di tagli nell'ultima Finanziaria, risparmiando sulle supplenze, sugli esami di maturità, sull'edilizia scolastica, sulla ricerca, sul diritto allo studio, sugli alloggi per gli studenti universitari.

Ed infine l'eliminazione, sancita con l'ultimo decreto, di 35 mila cattedre nei prossimi tre anni, adottando, tra i criteri guida per la razionalizzazione, la non riconferma delle cattedre di lingua inglese nel primo biennio della scuola elementare.

Niente di grave, figuriamoci, avremo solamente figli più ignoranti, meno pronti a studiare, viaggiare, lavorare in Europa, in una parola, meno cittadini.

Infine, a titolo di ultima amara ironia, lascio al lettore la considerazione di come il provvedimento rappresenti un'autentica perla di cultura pedagogica: notoriamente, lo sanno tutti, a parlare una lingua si impara da grandi, non certo da bambini.


Mauro Romanelli - Responsabile "Progetto Scuola" Federazione Nazionale dei Verdi


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