Lettera di un disabile al sindaco Veltroni
Francesco Mele - 12-01-2005
Vi mando una lettera che un bidello della mia scuola mi ha chiesto di far girare in rete. Mi sembra giusto che questa denuncia venga diffusa visto che chi avrebbe dovuto dargli la giusta considerazione non l'ha fatto.


Diario di una giornata a Roma da disabile
di Domenico Ciccarelli


Ho mandato questa lettera al sindaco Veltroni, al compagno Veltroni, perchè volevo segnalargli il mio disagio e le difficoltà incontrate nella città da lui amministrata. Volevo farlo solo a lui, senza tanto can can, perchè lo consideravo comunque dalla mia parte. Intanto ho scoperto che nel sito del Comune di Roma non c'è la possibilità di rivolgersi direttamente al sindaco, anche solo attraverso la sua segreteria ad esempio, o se c'è è molto ben nascosta. Allora l'ho mandata a due uffici che mi sembravano i più coinvolti, uno che si occupa delle problematiche dei disabili e l'altro qualcosa del genere legato ai trasporti. Speravo così che la cosa giungesse comunque al sindaco, al compagno Veltroni. In effetti dopo qualche giorno ricevo una mail da uno dei due uffici che per conoscenza mi comunicava di aver girato la mia lettera a: ld.gabinetto@comune.roma.it . e all' ATAC sollecitando loro a rispondermi
Era il 23 novembre e da allora nulla è successo. Ho deciso allora di far arrivare questa mia lettera al primo cittadino di Roma attraverso il tam tam della rete, nella consapevolezza che quanto mi è accaduto non riguardi solo me.

Diario di una giornata a Roma

Dopo tanti anni di lavoro - ho 50 anni – e di militanza all’interno della CGIL, lo scorso anno sono stato eletto RSU all’interno della scuola in cui presto servizio come collaboratore scolastico.
E’ un impegno che ho accettato con gioia e con la consapevolezza di dare un contributo con la mia esperienza personale di portatore di handicap, costretto a vivere su una carrozzina.

15 Novembre: sciopero generale del comparto Scuola, manifestazione nazionale a Roma per esprimere il nostro dissenso verso una politica scolastica incentrata su tagli e sull’impoverimento della scuola pubblica a tutto vantaggio di quella privata, in netto contrasto con la Costituzione e verso condizioni di lavoro sempre più disagiate.
Avrei sempre voluto partecipare a una manifestazione ma la mia condizione di invalido mi ha sempre impedito di farlo. Oggi è possibile: il sindacato mi mette a disposizione un pullman con sollevatore, sono veramente contento; dalla mia scuola partiamo in otto, siamo tutti uniti, tutti affiatati.

Roma, check-point Laurentino, parcheggio dei pullmann: devo andare in bagno e…i servizi sono tutti chiusi. Mi rivolgo ad un inserviente che mi apre il bagno handicap: sporco, maleodorante, senza luce e non posso chiudere la porta, buio pesto.
Per partecipare al corteo al Circo Massimo mi dicono che devo prendere un autobus perché la stazione Laurentina è servita da ascensore ma quella del Circo Massimo no e neanche quella del Colosseo; pare che siano le uniche non fornite di ascensore. Una bella sfortuna mi dico ma c’è sempre l’autobus attrezzato e questo per me è apprezzabile.
L’autobus è il 30 Express delle 10,28 e riesco a salirvi agevolmente. Alla mia fermata però sorge un problema: l’autista, non molto pratico, non riesce ad azionare il sollevatore per farmi scendere, non solo ma, come se la cosa non lo riguardasse, sta lì a guardarmi senza muoversi e trovare una soluzione. Il collega che mi accompagna deve insistere per farsi aiutare e, insieme ad una passeggera molto gentile, riescono a farmi scendere dall’autobus.

Partecipo alla manifestazione. Le strade di Roma sono molto accidentate e intasate, i marciapiedi inagibili per la carrozzina. Finiamo in piazza Navona e, dopo il comizio, devo fare ritorno alla stazione Laurentina che è molto lontana e il percorso mi appare lungo e difficoltoso.
Decido di utilizzare la metropolitana insieme ai miei colleghi che, memori dell’esperienza con l’autobus, non mi abbandonano.
Scopro con mia sorpresa che non solo Circo Massimo e il Colosseo, ma quasi tutta la metropolitana di Roma non è provvista di ascensore ma, prevalentemente, di scala mobile.
Entriamo in metropolitana a Piazza di Spagna, lì c’è la scala mobile ma per me è impossibile salirvi, troppo veloce e ripida, pericolosissima. Siamo aiutati, dopo varie insistenze, da alcuni vigili del fuoco che bloccano la scala mobile, mi permettono di salirvi e, a velocità ridotta, mi aiutano a scendere, una vera pista nera mi dice chi sa sciare. A Roma Termini devo cambiare linea e la storia si ripete e questa volta, dopo aver elemosinato aiuto, i miei colleghi si fanno aiutare da un paio di guardie giurate e ci avventuriamo sulla scala mobile come possiamo ma comunque in modo rocambolesco. Vedo l’ascensore della Laurentina e mi pare un miraggio dopo questo deserto di attenzione ai problemi di un disabile in carrozzina.

Cosa posso dire di questa giornata: da una parte la gioia di avere finalmente potuto partecipare a una manifestazione nazionale, grazie all’interessamento del mio sindacato che si è fatto carico di un mio problema personale, dall’altra la mortificazione e il rammarico di aver trovato a Roma, la città eterna che tutto il mondo ci invidia, molte barriere architettoniche che limitano irrimediabilmente la quotidianità delle persone come me.

Signor Veltroni, compagno Veltroni - se questa parola ha ancora un senso, e per me ce l’ha - con questo mio modesto racconto volevo farLe notare le difficoltà incontrate da una persona che, quotidianamente, per spostarsi, deve usare una carrozzina. Sento di poterlo fare, forte della consapevolezza del Suo impegno politico e dell’attenzione che Lei presta al mondo del lavoro e all’amministrazione della sua città.
Mi piacerebbe tanto tornare a Roma e trovare una città che mostri un maggior impegno nella eliminazione di tali barriere e a Lei, come sindaco, chiedo di operare in tal senso.
Questa lettera la invio solo a Lei personalmente, uomo politico rappresentante della Capitale e militante nel mio stesso partito, confidando in una Sua cortese risposta-azione.

Cordiali saluti

Domenico Ciccarelli
IIS “A. Meucci” di Carpi (MO)



interventi dello stesso autore  discussione chiusa  condividi pdf

 Caterina Arvigo - Genova    - 16-01-2005
Mentre terminavo di leggere il testo di Francesco Mele le lacrime che mi rigavano il volto.
Stimo Veltroni, ma forse anche lui, come tanti appartenenti alla sinistra che oggi si sentono imbarazzati dal termine "compagni", è più attento alla tessitura delle rete di relazioni che consentono di mantenere il proprio ruolo di potere politico che alle necessità effettive e primarie delle persone semplici che gli hanno dato fiducia con il loro voto. Forse i miliardi di euro che il Comune di Roma intende sperperare per deturpare lo spazio dei Fori Imperiali con un orrendo progetto dai caratteri anche speculativi, potrebbero essere almeno in parte utilizzati per interventi ben più significativi e sostanziali che portino Roma ad essere "Città vivibile".