C’era una volta una regione del mondo che tutti amavamo...
Concetta Centonze - 03-01-2005
C’era una volta una regione del mondo che tutti amavamo.

L’amavamo perché era giovane e i giovani, si sa, sono amabili per
natura; ai giovani si perdonano volentieri gli errori perché sono errori
d’impulsività e di inesperienza: mai di malizia.

Era una plaga in cui tutti amavamo andare, almeno con il pensiero: là
regnavano giustizia e ardore e i buoni vincevano sempre.

Quale nostalgia !

Il resto del mondo era diventato vecchio e corrotto, spurgava
putredine: agli Stati Uniti, invece, potevamo attribuire tutte le qualità che il
nostro carcame aveva perduto.

E più invecchiavamo più avevamo bisogno di credere che quello fosse
ancora e ancora il luogo della perenne giovinezza che preservava da ogni
forma di corruttela.

Anche ai genitori non piace vedere i figli invecchiare!

Carissimi dobbiamo accettare che quegli Stati Uniti non esistono più,
semplicemente perché sono invecchiati come tutte le istituzioni umane:
le loro bugie e i loro miti non sono più innocenti, sono diventati
menzogne scaltre che grondano sangue né più né meno come accade nel resto
del mondo

Hanno le loro piaghe, la menopausa e i belletti per nascondere la
vecchiaia: dobbiamo riconoscere loro questo diritto e licenziare da noi
questa illusione per non sommare il loro carcame al nostro.

Potrebbe essere un’esperienza salvifica: una rinascita per il resto del
mondo: possiamo vivere senza miti, dobbiamo vivere senza miti.

E il mondo non sarà più né giovane , né vecchio: ma, semplicemente,
adulto e non avrà bisogno né di bastoni, né di chimere.

Buon 2005

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