breve di cronaca
La lezione di Borsellino in prima serata? Improbabile
Il Manifesto - 23-12-2004
Carta bianca, 18 dicembre 2004

Caro Barenghi, il presidente Ciampi ha sferzato il mondo dell'informazione e in particolare la Tv di Stato con un suo richiamo a svolgere, con maggiore cura e attenzione, il proprio compito di servizio pubblico. Oggi passando sul sito internet di Rai News 24, scopro che è stato ritrovato nella memoria della rete, un filmato relativo a una lezione di Paolo Borsellino all'istituto commerciale «Remondini» di Bassano del Grappa, invitato del prof. Enzo Guidotto, presidente dell'Osservatorio veneto sulla mafia e consulente della Commissione parlamentare antimafia. Correva il gennaio 1989. Sul sito è proposta la visione del filmato in quattro parti, circa venti minuti complessivi. Non taccio qui il fatto, che l'ascolto di Borsellino, a quindici anni di distanza, alla luce di quanto accaduto a lui e di quanto sta accadendo a noi e al nostro paese, mi ha provocato lacrime di commozione e di rabbia. Commozione e rabbia, che mi suggeriscono di rivolgere a te, che hai concluso con uno sconsolato «E buonanotte», la tua risposta a Michela Bertoli dell'altro ieri, la quale metteva l'accento sul fatto che in Tv si processano i giudici anziché stigmatizzare i corrotti, questa forse ingenua domanda: cosa possiamo fare per ottenere che una sera, al posto della spazzatura che ogni sera ci propongono tutti i canali televisivi, passi in prima serata quella«lezione magistrale» di Paolo Borsellino, su mafia e corruzione? E sarebbe un tirare la giacca al Presidente Ciampi, coinvolgerlo in qualche modo con una supplica, perché dia il suo alto patronato ad una simile iniziativa?
Vittorio Melandri, via e-mail




Non ho visto quella lezione di Borsellino ma mi fido ciecamente del nostro lettore. Anche perché ho avuto modo negli anni scorsi di vedere o leggere altri discorsi o interviste del magistrato assassinato dalla mafia nel `92. E anch'io sono sempre rimasto colpito dal suo rigore morale, dalla sua onestà intellettuale. Come è noto, Borsellino aveva idee politiche di destra, se non sbaglio vicine al Msi, dunque opposte alle nostre. Eppure è accaduto che - anche prima della sua morte - sul piano del principio di legalità, dello stato di diritto, dell'intreccio tra mafia, affari e politica si parlasse lo stesso linguaggio. Capita dunque, magari non spesso ma capita, che idee politiche divergenti non impediscano l'incontro su questioni decisive per la vita civile del paese. Non so perché ma ogni volta che penso a Borsellino faccio questa piccola riflessione, evidentemente è un fatto che mi ha spiazzato: possibile che io, abituato a ragionare «da sinistra», mi sia trovato in sintonia con un uomo così di destra? Morale ovvia: la politica non è tutto. Morale meno ovvia: la politica può anche piacevolmente sorprendere. Ma le sorprese sono per definizione rare altrimenti non sarebbero sorprese. E mi pare che in questo periodo sia piuttosto difficile aspettarsene di piacevoli. Per esempio come quella suggerita dal nostro lettore, una sera uno accende la tv pubblica alle otto e mezza e invece di trovarsi di fronte (scegliete voi cosa), si trova la lezione di Borsellino su mafia e corruzione. Oggi, con questo governo in carica, con questa televisione in onda, con quest'atmosfera che si respira? Chi avrebbe interesse a mostrare al pubblico un materiale di questo genere, non certo chi gestisce oggi la Rai, tantomeno chi gestisce chi gestisce la Rai. Per non parlare della pubblicità che certo non sarebbe attirata ad investire i suoi spot tra un Borsellino e l'altro, così come il grande pubblico si cercherebbe altri svaghi, abituato com'è a nani e ballerine. Magari, caro Melandri, accadesse quel che tu auspichi ma mi pare che il tuo desiderio sia destinato a non essere esaudito. Tuttavia, se non vedremo Ciampi scendere in campo per Borsellino in prima serata, io per ora mi accontento di un Ciampi che respinge le leggi incostituzionali (mi sa che si accontenterebbe anche Borsellino).


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 Red    - 24-12-2004
Natale a Palermo, piazza della memoria


Per il giorno di Natale , per il giorno della nascita, per il giorno della rinascita, sono stato a Palermo, in Piazza della Memoria, per inginocchiarmi sull'immagine insanguinata della mia Storia.

Scaglione Impastato Livatino Borsellino Falcone Morvillo... Nomi eterni sulle lunghe gradinate di marmo, tra colonne livide come canne di fucile, graffiate da gemme di mosaico dorato, che fingono ferite d'onore perfino sull'acciaio, che non grondano ormai più sangue, ma luccicano immobili la loro splendida verità.

Con loro riposa il grande trionfo morale dell'offerta eroica e gloriosa del sacrificio silenzioso. La volontà consapevole della società ce li ha restituiti , ce li ha riportati a sostare con noi per riflettere, per ricordare con gratitudine, per meditare senza urgenze frettolose in una piazza di una città sofferente.

--La piazza è quasi deserta salvo qualche garitta di militari dell'arma che presidiano il tribunale. Ma due di loro con la mitraglietta mi inseguono, mi appellano e mi fermano. Non sono un giornalista, non sono autorizzato e quindi non posso fotografare: così li istruisce un loro maresciallo , all'altro capo del cellulare. Vogliono un mio documento. Mi devono identificare. Il Tribunale è un obiettivo sensibile.

Ma il gorgo stratificato denso di storia millenaria di vicoli e di bancarelle del Mercato Del Capo, l'intreccio inestricabile di edifici e di presenze vissute e impalpabili, con le vestigia di panni appesi e di mura in rovina, è soltanto a due passi e lancia il brusio sommesso di voci e di passaggi indaffarati a distendersi come una bruma densa e sottile verso la Piazza Della Memoria, verso le piazze di tutte le memorie .

Ma quella bruma dolce non copre la testimonianza. Quel brusio lontano porta Trascina invece suo malgrado quel quotidiano che non vuole immergere quì la sua ispirazione inconscia. Il senso della nostra storia rimane lì insieme alla quotidiana voglia di sopravvivere, oltre le memorie ma insieme alle memorie. Chiamiamoli per nome , chiamiamoli con noi in questa piazza delle memorie, in questo Natale.

Natale nel significato di relativo alla nascita, alla rinascita della nostra storia , del nostro paese, contro tutti i tentativi di malafede di crocifiggere la nostra sete non appagata di dare un senso alla nostra vita:

24 i magistrati uccisi (tratto dal sito osservatoriosullalegalita)

Agostino PIANTA,
Francesco FERLAINO,
Francesco COCO,
Pietro SCAGLIONE,
Vittorio OCCORSIO,
Riccardo PALMA,
Girolamo TARTAGLIONE,
Fedele CALVOSA,
Emilio ALESSANDRINI,
Cesare TERRANOVA,
Nicola GIACUMBI,
Girolamo MINERVINI,
Guido GALLI,
Gaetano COSTA,
Mario AMATO,
Giangiacomo CIACCIO MONTALDO,
Bruno CACCIA,
Rocco CHINNICI,
Antonio SAITTA,
Alberto GIACOMELLI,
Rosario LIVATINO,
Antonio SCOPELLITI,
Giovanni FALCONE,
Francesca MORVILLO,
Paolo BORSELLINO.

agenti di polizia e coloro che si sono offerti al ruolo civile pubblico : ( tratto liberamente da cuntrastamu e scusandomi per eventuali errori o dimenticanze)

Antonino Lo Russo Autista di Scaglione Palermo, 5-5-71
Gaetano Cappiello Agente di PS Palermo, 2-7-75
Giuseppe Russo Tenente Colonnello dei Carabinieri, comandante del Gruppo Investigativo di Palermo Palermo, 20-8-77
Filippo Costa insegnante Palermo, 20-8-77
Giuseppe Impastato Denunciò le attività della mafia di Cinisi Cinisi, 9-5-78
Filadelfio Aparo Vice Brigadiere della Squadra Mobile Palermo, 11-1-79
Mario Francese Giornalista del "Giornale di Sicilia" Palermo, 26-1-79
Boris Giuliano Capo della Squadra Mobile di Palermo 21-x-79 Lenin Mancuso Maresciallo di Polizia Palermo, 25-9-79
Piersanti Mattarella Presidente della Regione Sicilia Palermo, 6-1-80
Emanuele Basile Capitano dei Carabinieri di Monreale 3-5-80
Vito Jevolella Maresciallo dei Carabinieri Palermo, 10-10-81
Nicolò Piombino Carabiniere in pensione Palermo, 26-1-82
Pio La Torre Segretario Regionale del PCI Palermo, 30-4-82
Rosario Di Salvo Collaboratore di Pio La Torre Palermo, 30-4-82
Paolo Giaccone medico legale Palermo, 11-8-82
Carlo Alberto Dalla Chiesa Prefetto di Palermo Palermo, 3-9-82
Emanuela Setti Carraro Moglie del Prefetto Dalla Chiesa Palermo, 3-9-82
Domenico Russo Agente di PS Palermo, 3-9-82
Calogero Zucchetto Agente di PS Palermo, 14-11-82
Barbara Asta muore con i due figli nel fallito attentato al Sostituto procuratore di Trapani Carlo Palermo Trapani, 2-4-83
Mario D'Aleo Capitano dei Carabinieri Palermo, 13-6-83
Giuseppe Bommarito Appuntato dei Carabinieri Palermo, 13-6-83
Pietro Morici Carabiniere Palermo, 13-6-83
Stefano Li Sacchi Portiere dello stabile dove si compie l'attentato a Chinnici Palermo, 29-7-83
Salvatore Bartolotta Agente di PS Palermo, 29-7-83 Mario Trapassi Agente di PS Palermo, 29-7-83
Giuseppe Fava Giornalista del "Giornale del Sud" e de "I Siciliani" Catania, 5-1-84
Giuseppe Montana Funzionario di PS Palermo, 27-7-85 Durante le indagini per quest'omicidio, muore in carcere per le torture cui é sottoposto durante un interrogatorio il calciatore Salvatore Marino.
Antonino "Ninni" Cassarà Vice Capo della Squadra Mobile di Palermo Palermo, 6-8-85
Roberto Antiochia Agente di PS Palermo, 6-8-85
Natale Mondo Agente di PS Palermo, 14-1-88
Giovanni Bonsignore Funzionario regionale Palermo, 9-5-89
Antonino Agostino Agente di PS Palermo, 5-8-89
Libero Grassi Imprenditore Palermo, 29-8-91
Giuliano Guazzelli Maresciallo dei Carabinieri Agrigento, 14-4-92
Antonio Montinaro Agente di PS Capaci, 23-5-92 Vito Schifani Agente di PS Capaci, 23-5-92
Rocco Di Cillo Agente di PS Capaci, 23-5-92
Emanuela Loi Agente di PS Palermo, 19-7-92
Walter Cusina Agente di PS Palermo, 19-7-92
Vincenzo Li Muli Agente di PS Palermo, 19-7-92
Claudio Traina Agente di PS Palermo, 19-7-92
Agostino Catalano Agente di PS Palermo, 19-7-92
Rita Atria figlia di un mafioso, muore suicida dopo la morte di Borsellino con il quale aveva iniziato a collaborare Roma, 27-7-92
Giovanni Lizzio Ispettore della Squadra Mobile Catania, 27-7-92
Beppe Alfano Giornalista de "La Sicilia" Barcellona, 8-1-93
Don Pino Puglisi Parroco del quartiere Brancaccio Palermo, 15-9-93
Giuseppe Montalto Agente di Custodia del Carcere dell'Ucciardone Trapani, 23-12-95


Rino Sanna

Osservatorio sulla legalità


 Red    - 25-12-2004
Per la terza volta la Magistratura siciliana ha aperto un'inchiesta sui mandanti esterni della strage del 19 luglio 1992, nella quale furono assassinati il Giudice palermitano Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta.

Nel registro degli indagati risulta iscritto Vincenzo Paradiso, amministratore delegato dell'azienda "Sviluppo Italia Sicilia". L'ipotesi di reato è al momento il concorso in associazione mafiosa. L'imprenditore è già stato interrogato, in presenza del suo avvocato, dal procuratore di Caltanissetta Francesco Messineo.

Secondo i Pm, che hanno aperto il fascicolo a seguito di alcune segnalazioni arrivate dalla Dia, Paradiso avrebbe ricevuto due telefonate dal boss Gaetano Scotto, condannato poi all'ergastolo proprio per quella strage, nel febbraio 1992.

La Procura di Caltanissetta ha recentemente interrogato, come persona informata dei fatti, anche il presidente dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro, che aveva avuto un colloquio "di lavoro" con Borsellino poco prima dell'attentato.

Secondo i Pm, il Giudice antimafia aveva intenzione di aprire una sorta di "Manipulite" siciliana, un'operazione che avrebbe coinvolto esponenti della politica e della criminalità organizzata.


centomovimenti