Auguri per il 2005, a tutti e a ciascuno
Gabriele Boselli - 03-01-2005
A tutti

L’assedio che ormai da molti anni la contingenza ha posto a istituzioni della Tradizione e dell’Avvenire come la scuola si è fatto negli ultimi tempi sempre più stringente. Non pochi di noi sono tentati di ignorare la storia e la complessità dello stesso presente, di disconoscere il cielo, l’invisibile e le possibilità aperte dal silenzio. Mirare lontano è difficile; il non pensiero egemone ci fa vedere solo l’immediato e il nostro interesse è sequestrato dall’emergenza. Il lavoro si è fatto frenetico inseguimento di obiettivi a corto raggio, senza il tempo per la riconfigurazione dei fini, per una rinnovata intelligenza del senso, per interrogarsi a fondo sulle linee fondazionali da proporre alla scuola.
Chi ha scelto per la vita la missione docente (siamo tutti essenzialmente insegnanti, alcuni di noi con compiti aggiuntivi di direzione, ispezione o altro) non può rassegnarsi a questo e deve pensare che i giorni venturi siano migliori, a partire dall’anno che viene. Fasci di energia imprevedibili si stanno formando per effetto di tensioni discontinue sul piano evolutivo della cultura e con meccanismi d’onda ne apriranno altri sull’esistenza e sull’educazione dei soggetti. Le oscillazioni e le non linearità creeranno ancora spazi per i soggetti eticamente e pedagogicamente motivati.
Le vie di un avvenire migliore sono non descrivibili ma desumibili, non indicabili ma accennabili, non dimostrabili ma intuibili.
Tra i punti di speranza per il prossimo cammino metterei in evidenza i seguenti.

--- Nel mondo si vanno addensando i “quanti di forza”, i vettori, i tensori che con ampie e non lineari escursioni di potenza poco prevedibilmente ridisegneranno il mondo. Ciò non va visto come una minaccia ma come una pulsione di eventi che apre ai soggetti culturali autentici e all’attività pedagogica tradizionale (il “mettere in via” seguendo costellazioni culturali) spazi per poter influire significativamente.
--- Sollevando lo sguardo, possiamo tornare a vedere la Terra e il Cielo come fisici e metafisici riferimenti perenni e generativi del cammino esistenziale e pedagogico. Senza i paraocchi della TV e i sintagmi dell’efficientismo l’uomo potrà vedere ancora tratti di bellezza nella Terra residua e stelle brillare nel Cielo di qualche notte tersa.
---Occorre una proposta pedagogica attivatrice di desideri originari, che metta in moto il pensiero. Un pensiero-in-relazione ma autonomo, attivato da una proposta didattica non astraente ma attraversante, ironica, giocosa, erosiva dei connettori logici e non-logici, creativa di codici di intervento efficace perché sensato.
--- Come tanti altri elementi dell’universo, anche il pensiero umano ha i suoi cicli, i momenti in cui la gravità vince sulla pro-tensione cui ne seguono altri di puro volare: l’età dei grandi poemi arcaici, l’età di Platone, l’età romantica, il primo Novecento di Plank, Einstein, Heisenberg, Husserl, Gentile, Heidegger. Il giorno del nuovo volo verrà, e forse è vicino.
--- La pedagogia, in quanto scienza filosofica prepara chi dovrà volare a guardarsi, volgere lo sguardo oltre l’orizzonte di ciò che è al momento visibile, leggere le mappe, rafforzare le ali, avere il coraggio di un distacco dalla superficie.
--- Missione del Maestro (tutti noi) è alimentare nelle nuove generazioni la speranza di poter essere protagoniste non di un declino ma di un mondo migliore; come pure aiutar a intravedere e possibilmente avvertire il Tutto e l’eterno.

A ciascuno

Vi auguro di giocare e creare, di avere sempre di che riscaldare il cuore e luoghi amici ove raccogliervi in pace. Che illuminiate di voi la casa, la scuola, il mondo e l'anima di chi vi vuol bene (e un pò anche il corpo).
Che (anche) nel prossimo anno qualcuno, a casa e a scuola, creda sia valsa la pena di pensarvi. V'auguro giorni di luce intensa.

Gabriele Boselli, ispettore dell’istruzione in provincia di Forlì-Cesena

interventi dello stesso autore  discussione chiusa  condividi pdf

 ilaria ricciotti    - 25-12-2004
Caro Ispettore Boselli, contraccambio i suoi filosofici auguri e sappia che ammiro un uomo come lei che ha avuto il coraggio di esprimersi e di parlare.
Cerchi di aiutare i suoi colleghi ed i suoi superiori che non possono o vogliono farlo, per paura, per condivisione, per indifferenza e per tanti altri motivi.
Buone feste a Lei, ed anche a loro!

 ilaria ricciotti    - 12-01-2005
Carissimo Ispettore Boselli come mai in molte scuole italiane i problemi di attualità non vengono minimamente trattati? Che ne pensa a proposito
ora che le ore di diverse discipline sono state "ridotte"?
La scuola oggi più che mai deve ancora essere considerata un'isola lontana dal mondo?
Quale sapere deve essere proposto ai nostri ragazzi?
Quello enciclopedico, passivo, da sapientino precostituito?
QUESTA LA NUOVA SCUOLA?
QUESTI I SUOI DILETTI?
QUESTE LE OPERE DELL' UMANE GENTI?

Caro ispettore Boselli, per favore mi illumini!!