La nuova (?) valutazione: INValSI eguale MPI?
Maurizio Tirittico - 30-11-2004
Sembra che l’incontro tra Miur e sindacati scuola dello scorso 26 novembre sulla nuova scheda di valutazione non abbia sortito nulla di positivo, stando almeno allo scarno comunicato della Cgil-scuola. Leggiamo testualmente: “Sugli strumenti di valutazione, per le classi seconde e terze della secondaria di primo grado verrebbe confermato l’utilizzo delle schede precedentemente in uso, da duplicarsi a cura delle singole scuole. Per le restanti classi prime e per le classi della primaria i modelli dovrebbero essere predisposti dalle singole scuole, che potrebbero liberamente ispirarsi ai modelli precedentemente in uso (le vecchie schede, insomma) integrandoli con gli indicatori di apprendimento desunti dalle Indicazioni Nazionali”.
Siamo veramente allo sfascio! Ma occorre ripercorrere brevemente la storia della valutazione nella nostra scuola dell’obbligo per comprenderne meglio la portata!
Dopo la legge 517 del 1977, con cui si abolivano i voti e si introducevano i giudizi, c' è stato un faticoso cammino volto ad individuare criteri e strumenti di valutazione in grado di dare corpo all’innovazione. Va ricordato che negli anni successivi furono profondamente modificati i programmi della scuola media (1979) e quelli della scuola elementare (1985) e che le Direzioni generali dell’allora Mpi procedevano in parallelo a definire nuovi criteri e strumenti valutativi. Il percorso della scuola media si concluse – anche se con aperture ad ulteriori apporti – con la cm 167 del ’93, quello dell’elementare con la cm 288 del ’95. I tempi così lunghi – diciotto anni dal ’77 al 95! – erano dovuti al fatto che nella nostra scuola si doveva recuperare un grosso ritardo in fatto di valutazione rispetto al percorso compiuto dalla ricerca docimologia, anche a livello internazionale! Per non dire del balzo in avanti compiuto nel ’97 con la riforma degli esami di Stato, con cui venne introdotta la valutazione delle competenze (anche se fino ad oggi solo di nome e non di fatto) con l’adozione dei punteggi!
In effetti il cammino degli anni Novanta non poteva ancora dirsi compiuto, per quanto riguarda la scuola dell’obbligo, almeno per due ragioni:
a) criteri e strumenti necessitavano ancora di ulteriori approfondimenti ed affinamenti, e ciò che si verificava nelle scuole era costantemente un terreno di sperimentazione e di indagine;
b) era necessario a breve ritrovare procedure comuni ai due gradi di scuola.
A questo punto intervenne come una mannaia la scelta del ministro Berlinguer che, forse preoccupato di dover varare provvedimenti ben più corposi per il nostro sistema di istruzione, con la cm 491/96 tagliò la testa al toro – come si suol dire – sulla questione ancora aperta della valutazione nella scuola dell’obbligo. Con la nuova circolare non solo vennero unificati con molta disinvoltura criteri e strumenti per i due gradi di scuola, ma si operò una semplificazione della scheda di valutazione così grossolana che rese vano tutto il ventennio trascorso nella sperimentazione e nella ricerca di un suo effettivo miglioramento. A giustificare l’operazione vennero accampati sostanzialmente due motivi: la lettura delle schede era troppo difficile per alunni e genitori, ed il lavoro per gli insegnanti troppo oneroso! E nessuno protestò! Se non quei pochissimi che in tanti anni si erano sempre arrovellati alla ricerca di una valutazione credibile e sostenibile!
Ed ora che cosa succederà con questo nuovo pasticcio? Sarà solo una ulteriore presa in giro per le scuole! Quando l’amministrazione è incapace di operare delle scelte, è sempre pronta a scaricare la sua incapacità sull’autonomia delle istituzioni scolastiche! E le scuole, già chiamate a questo obbrobrioso “fai da te” del lavorare con Indicazioni impasticciate e – ricordiamolo! – transitorie, con funzioni tutoriali calate dall’alto senza giustificazioni teoriche plausibili, con portfoli improvvisati che non avranno nessun criterio di omogeneità, con orari spezzatino e via dicendo, saranno ulteriormente umiliate anche nella azione valutativa!
E qui l’inganno è palese! Il Miur dice: Fotocopiatevi le schede di una volta! Aggiungetevi un po’ di OSA a piacimento, date pure un’occhiatina al PECUP ed operate di conseguenza! Siete autonome, perbacco! Ma il Miur ha anche detto, senza gridarlo, ovviamente: Attenzione! Siccome la valutazione è una cosa troppo seria, ad aprile verrà l’Invalsi a valutare gli apprendimenti dei vostri alunni! In nome, ovviamente, della valutazione di sistema! La fanno in tutti i Paesi d’Europa! E noi siamo stanchi di essere il fanalino di coda!
E il gioco è fatto! Le prove dell’Invalsi diventeranno il tabù della nuova valutazione! Tranquilli allora! Si tratta solo di un passaggio di testimone, dal Miur all’Invalsi! E sarà il Sistema nazionale di valutazione a svolgere anno dopo anno, biennio dopo biennio, le funzioni che un tempo erano del vecchio caro Ministero della Pubblica Istruzione… tanto prescrittivo, ma anche tanto protettivo… che almeno le schede le faceva stampare a sue spese… E allora ogni scuola saprà che in tema di valutazione chi conta è… l’esperto dell’Invalsi!
Altro che autonomia! Altro che Istruzione con la I maiuscola e come priorità nazionale ed europea! Alla faccia della società della conoscenza e della long life learning! Com’è bello riempirsi la bocca di parole altisonanti… ed anche in inglese!

p.s. Ma perché il Miur ha sentito solo i sindacati? Quanti altri hanno titolo a discutere una cosa così importante?

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 gp    - 30-11-2004
Da TuttoscuolaFocus del 29 novembre 2004


Prossima l’emanazione della circolare sulla valutazione degli alunni

Dopo l’incontro per l’informativa sindacale al Miur di venerdì 26 novembre, è attesa nei prossimi giorni l’emanazione della circolare sulla nuova valutazione degli alunni.

Il sindacato Cgil-scuola ha giudicato "la predisposizione della circolare come una prima risposta positiva, anche se permane la necessità di un incontro con il Ministro sulla tematica complessiva" della valutazione (soprattutto con riferimento al Servizio nazionale e all’Invalsi che nei prossimi mesi curerà le rilevazioni sui livelli di apprendimenti di italiano, matematica e scienze in tutte le scuole italiane statali e paritarie).

Dalla bozza della circolare viene la conferma che le vecchie schede di valutazione di scuola primaria e scuola secondaria di I grado, già predisposte su modello ministeriale e abrogate da anni, non saranno più in uso, mentre le classi seconde e terze della scuola media continueranno a utilizzare in via transitoria il vecchio modello.

Per le restanti classi prime e per le classi della primaria i modelli dovrebbero essere predisposti dalle singole scuole con le modifiche strutturali rese necessarie per valutare, oltre agli apprendimenti, anche il comportamento e le attività opzionali.

La nuova scheda dovrà riferirsi a nuovi indicatori di apprendimento per ogni disciplina, desunti dalle Indicazioni nazionali. Un’ampia esemplificazione di questi indicatori viene riportata per ogni disciplina negli esempi allegati alla circolare stessa.

La circolare, che per la Cgil-scuola ha un "carattere pesantemente pedagogico", riporta anche modelli completi di scheda di valutazione che le scuole potranno scaricare dal sito del Miur e utilizzare, anche con propri adattamenti.

La circolare informa che l’esame di quinta elementare non sarà più effettuato già da quest’anno.


 claudia fanti    - 30-11-2004
Sarò breve: grazieeeee a Maurizio Tiriticco!

 Dedalus di Scuolaoggi    - 01-12-2004
In un precedente articolo sulla scheda di valutazione provavamo a formulare alcune ipotesi circa quello che avrebbe potuto fare il MIUR. La prima ipotesi consisteva nel ragionevole tentativo da parte dell’apparato amministrativo del MIUR di colmare l’evidente “vuoto normativo” (= inadempienza) con l’emanazione di un nuovo documento di valutazione, con l’indicazione dei livelli essenziali delle competenze da raggiungere e la certificazione/attestazione del passaggio alla classe successiva. Soluzione scartata per mancanza dei necessari tempi tecnici. La seconda ipotesi era quella di lasciare tutto così com’è, senza ulteriori interventi regolativi, o meglio ancora di rinviare la palla alle scuole, con il pretesto dell’autonomia. In pratica una scheda “fai da te” all’insegna della devolution o deregulation, nella prospettiva del portfolio. La terza ipotesi, che a dire il vero ci sembrava la più improbabile proprio perché paradossale, consisteva in una via di mezzo, dare cioè alle scuole alcune linee generali, un elenco degli obiettivi generali di riferimento (“indicazioni dalle Indicazioni nazionali”, appunto) in base ai quali riconvertire, ri-adattare, riciclare le vecchie schede. Noi vi diamo alcuni indicatori e voi vi fate le schede. In autonomia, cioè a spese vostre. Ebbene la fantasia, è proprio il caso di dirlo, ha superato la realtà, l’ha “anticipata”. La terza ipotesi parrebbe essere quella azzeccata.

Dalla bozza della circolare presentata ai sindacati viene infatti la conferma che le vecchie schede di valutazione di scuola primaria e scuola secondaria di I grado, già predisposte su modello ministeriale e abrogate da anni, non saranno più stampate dal Poligrafico dello Stato, mentre le classi seconde e terze della scuola media continueranno a utilizzare in via transitoria il vecchio modello. Per le restanti classi prime e per le classi della primaria i modelli dovrebbero essere predisposti dalle singole scuole con le modifiche strutturali rese necessarie per valutare, oltre agli apprendimenti, anche il comportamento e le attività opzionali. La nuova scheda dovrà riferirsi a nuovi indicatori di apprendimento per ogni disciplina, desunti dalle Indicazioni nazionali. Un’ampia esemplificazione di questi indicatori verrebbe riportata per ogni disciplina negli esempi allegati alla circolare stessa.
Insomma, come temevamo, una classica soluzione all’italiana. All’insegna dell’improvvisazione e della mancanza di rigore e di rispetto delle norme. Un MIUR delle meraviglie, acrobatico e stupefacente.

Persino il Sole 24 ore-scuola, giornale legato alla Confindustria quindi non sospetto di estremismo antigovernativo, in un articolo a firma di Giovanni Scaminaci (“Verso la scheda fai da te”, n.19, 26 nov.-9 dic.2004) giudica davvero strano il comportamento del MIUR a riguardo. La vecchia scheda, rileva Scaminaci, non esiste da più di quattro anni, nel senso che è formalmente abrogata dal 2000, e in tutti questi anni il MIUR ha continuato a stamparla. Solo ora si accorge che è abrogata e decide di non inviarla più alle scuole. E continua: “è pacifico che non esistono più nell’ordinamento scolastico le norme sulla scheda di valutazione né per la scuola primaria né per la secondaria di primo grado. Però non esistono ancora le norme che le scuole attendono da tempo”. Ricorda inoltre, come avevamo fatto anche noi, che gli articoli 8 e 10 del Dpr 275/1999, Regolamento sull’autonomia, prevedono espressamente che spetti al MIUR la definizione degli indirizzi generali circa la valutazione degli alunni e l’adozione di nuovi modelli di certificazione. “E’ evidente, quindi, – sembrano parole nostre ma scrive sempre Scaminaci – l’inadempienza del MIUR che proprio per questo ha continuato a mandare alle scuole le vecchie schede”. E conclude, sempre il Sole24 ore, sottolineando la confusione indebita tra portfolio e valutazione/certificazione e gli inevitabili limiti del “fai da te” (i problemi che creerà la mancanza di un documento di valutazione standard sul territorio nazionale, i “risultati aberranti” (sic) che produrrà la totale deregulation dei portfolio…). Un po’ insomma come dare dell’incompetente al MIUR e riconoscere apertamente che è stato sfornato un vero e proprio pasticcio. Non (solo) noi, ripetiamo, ma il Sole24ore.

Ha ragione Maurizio Tiriticco a parlare di “inganno” allorché il MIUR in pratica dice alle scuole di fotocopiare le schede di una volta con qualche correttivo ispirato alle Indicazioni nazionali perché in questo consisterebbe l’autonomia...! Se si pensa poi che le scuole dovranno pure produrre questi “nuovi-vecchi modelli” in proprio, è solo il caso di aggiungere che al danno si aggiunge anche la beffa.
Il MIUR insomma non cessa di meravigliarci: non si riesce a capire quanto ci sia di incompetenza, improvvisazione, irresponsabile governo “creativo” della scuola e quanto ci sia di “voluto”, nel senso, già detto, di gettare la scuola pubblica in uno stato di incertezza e di confusione permanente. Una sorta di caos programmato. Forse le due cose insieme, ma il risultato non cambia.