La Scuola siete Voi
Piera Capitelli, Alba Sasso, Giovanna Grignaffini - 16-11-2004

Care amiche e cari amici maestri, docenti, ricercatori
non vi sembri strana questa lettera aperta delle deputate Ds che si occupano di scuola. Sì, siamo proprio noi, quelle di cui ogni tanto parlate dicendo «ma l’opposizione che ci sta a fare?». Quelle che, sappiate, non si arrendono, nonostante la superiorità numerica della maggioranza. Non si arrendono perché hanno un’altra idea di istruzione, non si arrendono perché voi non glielo perdonereste mai.
Non c’è giorno che questo governo non proceda all’opera di impoverimento e di destrutturazione del sistema pubblico dell’istruzione. Nella Finanziaria di quest’anno la stretta è ancora una volta sulle fasce più deboli. Niente finanziamento per il piano triennale di assunzioni, niente esenzione dalle tasse per i ragazzi che si iscrivono al primo anno delle superiori, niente soldi ai comuni per i libri di testo per i meno abbienti né per gli aumenti contrattuali degli insegnanti e dei dirigenti scolastici, niente fondi per università e ricerca. E nella manovra fiscale di Siniscalco un ulteriore taglio del personale docente della scuola, circa 14mila unità.
Così la scuola italiana è in affanno: costretta a gestire un riforma non voluta, non condivisa, non partecipata, non amata. E quel che più “spaura”, per dirla con Leopardi, è l’aver di fronte un muro di gomma. Persino quando “la lotta paga” e la vostra lotta ha pagato: sul tutor le ultime circolari sono sempre più evasive, e lo sono perché l’anno scorso e quest’anno, in queste ore, c’è stato e c’è un movimento forte. Perché tanti, tantissimi di voi hanno contestato la riforma applicando gli strumenti messi loro a disposizione dall’autonomia scolastica. Voi, che, a volte, scoraggiati, vi dite “non ne vale la pena”, avete la meglio sul ministro Moratti che continua imperturbabile a dire “che tutto procede bene”. “Va tutto bene”, secondo la sua visione, anche se si usano, come neanche ai tempi di Gentile, strumenti di pressione per convincere insegnanti e dirigenti scolastici ad applicare la riforma. Anche se in varie scuole i tutor sono stati nominati d’ufficio, con ordini di servizio e contro la loro stessa volontà. Anche se si mandano gli ispettori a segnalare gli irrequieti. Ma questo lo dice solo qualche giornale e allora può capitare di sentirsi demoralizzati. Voi, nelle aule, dalle elementari all’università, noi, nell’emiciclo di Montecitorio dove i numeri della maggioranza vorrebbero ridurci all’impotenza.
Ma non è così in Parlamento dove pure con quasi cento deputati e quasi cinquanta senatori in più questo governo potrebbe fare il bello e il cattivo tempo e far passare di tutto. Persino una legge sulla scuola nella quale il richiamo alla Costituzione è un emendamento dell’opposizione. Abbiamo fatto la nostra parte, ne siamo orgogliose e quando torneremo a governare, col vostro aiuto, cancelleremo questa riforma e rimetteremo in campo la nostra idea di istruzione.
Non è così nella scuola, in una scuola con meno soldi, meno insegnanti, con classi più affollate e studenti bisognosi di tutto, di istruzione e di attenzione, di regole e di libertà. Alla tentazione di lasciar perdere, non avete ceduto. State contrastando la contro-riforma, siete pronte a continuare a insegnare i valori in cui credete.
Senza di voi “non c’è gara”. Senza quest’energia preziosa, questa serena passione non ci sarà una mai riforma che si occupi dei diritti di tutti. Non c’è quella scuola che secondo la Costituzione italiana deve “accogliere e promuovere”. Perciò è una giornata importante quella di oggi, 15 novembre, un’altra tappa della mobilitazione contro il progetto di smantellamento della scuola di tutti, un’ulteriore occasione per difendere il ruolo e la dignità della funzione docente, per rivendicare una politica di investimenti a sostegno del diritto all'istruzione, per rifiutare la frantumazione del sistema nazionale. Per costruire insieme, nel Paese e nelle aule parlamentari, un percorso e un progetto.
La scuola siete voi.

Piera Capitelli, Alba Sasso, Giovanna Grignaffini dall'Unità


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 ilaria ricciotti    - 16-11-2004
La scuola in primis è dei soggetti citati, ma anche di tutti i cittadini che debbono essere informati sulla sua salute ed agire perchè essa stia sempre bene.
A questo sciopero non hanno partecipato soltanto i protagonisti più diretti , ma anche altra gente.
Ed allora io avrei scritto "la Scuola siete voi e noi".

 Paola Arduini    - 21-11-2004
E Allora subito subito, vogliamo Prodi, Fassino, D'Alema, Rutelli e tutti gli altri dirigenti dell'opposizione, in tv, sui giornali, alla radio a dire uniti: la scuola è al primo posto, vogliamo cambiarla, questa riforma la abrogheremo subito, se andiamo al governo. Vogliamo un sistema PUBBLICO che funzioni, investimenti, risorse.
NON VOGLIAMO TAGLIARE LE TASSE, anzi le AUMENTEREMO per finanziare la scuola pubblica, per ristrutturare gli edifici scolastici, per comprare i computer, per aggiornare gli insegnanti, per organizzare biblioteche in ogni quartiere, per organizzare una formazione lunga tutta la vita.
Noi, insegnanti, genitori, ricercatori ci stiamo. Basta chiamarci, avete visto. E voi?

 Mara    - 21-11-2004
E' proprio vero, noi non perdoneremo mai chi si arrende in un momento come questo! Sono un'insegnante di scuola elementare, lavoro in un Istituto Comprensivo in cui la riforma è applicata solo nella parte "obbligatoria". Nessun tutor, il portfolio resta sospeso, le classi IV e V seguono i programmi '85 (ancora in vigore!); personalmente, anche se insegno l'ambito logico - matematico in una I ed in una III, non ho seguito le Indicazioni. Non ci sono insegnanti prevalenti ma abbiamo subito tagli nell'organico e dobbiamo arrampicarci sugli specchi per ritagliare qualche momento di contemporaneità. Ogni giorno dobbiamo lottare per impedire atti di forza da parte del Dirigente Scolastico che si trova tra l'incudine ed il martello, tra le minacce più o meno velate del Ministro e le decisioni prese dagli insegnanti in Collegio dei Docenti. Sono stata un'iscritta SNALS (sic!) per molti anni, credo di aver dato molto del mio tempo (sono stata anche RSU) ad un sindacato che mi ha profondamente delusa e da cui mi sono "cancellata" all'indomani dell'intervista di Ricciato che plaudiva allo sfascio messo in atto da questo governo, ai danni della scuola pubblica . Credevo di essermi iscritta ad un sindacato autonomo, immaginate la mia delusione!
Ora più che mai gli operatori scolastici, a tutti i livelli, hanno bisogno di sentirsi appoggiati dalle forze politiche e da quelle sindacali. Noi scioperiamo ma voi fate in modo che la nostra protesta non resti nelle piazze, ma entri nel Palazzo e smuova ciò che resta delle coscienze di chi ci governa.

 carmina    - 21-11-2004
la scuola siamo noi....noi chi? quelli di noi che ancora continuano a lottare o quelli che accettano tutto senza chiedersi perchè? Grazie per quello che state facendo ma ...se dovessero andar via questi signori che stanno distruggendo la scuola pubblica...quanto tempo ci vorrà per avere una scuola degna di tale nome?
Ho partecipato allo sciopero, ho sempre partecipato sin dai primi ma...sono stata costretta ad applicare la riforma anche in quarta e quinta elementare dove non era obbligatorio, sono costretta a compilare documenti secondo riforma e....quello che è più grave a programmare secondo le direttive della riforma...ma non si doveva applicare solo in prima seconda e terza? Che confusione! Perchè?

 ilaria ricciotti    - 22-11-2004
Dagli interventi si evince che in questo particolare e preoccupante momento, in cui la scuola pubblica è attaccata e rischia grosso, gli insegnanti, i cittadini e la classe politica all'opposizione non possono permettersi di mollare, non possono permettersi di farsi sentire UNA TANTUM. Devono cercare, anche nel loro piccolo, di essere uniti, continuare a dire No ed a richiedere l'intervento delle RSU, dei sindacati ed eventualmente anche dei politici. Devono indire pubblici dibattiti, devono chiedere di andare in TV, devono scrivere sui quotidiani, devono allearsi con i genitori, gli studenti ed i cittadini tutti. Per farla breve non è questo il momento di mollare, ma di continuare la protesta.

 olindo    - 23-11-2004
Sono un insegnante di Educazione Tecnica uno dei tanti destinati ad essere eliminati,confesso che trascorrero' un Matale all'insegna dell'angoscia non riuscendo a capire perchè noi dobbiamo pagare per delle scelte discutibili e inutili. In Europa la tecnologia è presente nella scuole in Italia la Moratti e il suo gruppo decisionale (le commissioni degli esperti) hanno deciso la fine. Non riesco a crederci se penso che nella mia scuola sono stato il primo ad introdurre l'informatica, che per anni ho gestito il laboratorio preservandolo dalla furia giovanile e di molti colleghi in difficoltà. Ho sviluppato percorsi didattici con grande professionalità studiando ed aggiornandomi, ora è arrivata la conclusione di tutto il mio impegno scolastico. PERCHE' Olindo

 ilaria ricciotti    - 24-11-2004
Capisco Olindo e la sua angoscia. Non sono indifferente alle sue domande ed anch'io mi chiedo PERCHE'. Coloro che non hanno mai manifestato il proprio dissenso durante la loro professione di insegnante, gli indifferenti, gli schierati, i voltagabbana, gli ignavi dovrebbero essere proprio loro a rispondere a questa domanda.
Nello specifico , chi sostiene che questa riforma e questo governo sono dalla parte della scuola, degli alunni, delle famiglie e degli insegnanti, dovrebbero essere loro a spiegare a Olindo e a mille altri colleghi come lui perchè vedranno sbarrato il portone della scuola per sempre.
Non essere vicini a chi ha servito questa istituzione, ed ora non può più farlo per delle leggi e leggine che cambiano ogni giorno, significa che non si ha sufficiente sensibilità, e che si vuole ascoltare non la propria anima, ma la voce del padrone. Un padrone che garantisce soltanto i diritti dei più potenti e che quotidianamente getta fumo sugli occhi di milioni di italiani perchè non vedano oltre il loro naso, perchè non agiscano, perchè non protestino, perchè lo lascino fare.
NO, così proprio non va.