Mi spiace, non sciopererò
Gianni Mereghetti - 06-11-2004
Il 15 novembre è sciopero generale, molte sono le ragioni per cui si dovrebbe protestare contro l'attuale gestione della scuola italiana, ma soprattutto una, l'indecisione a fare una riforma nell'alveo dei due pilastri posti da Berlinguer, ossia l'autonomia e la parità.
Questo sciopero invece chiede sostanzialmente una cosa, che non si faccia la riforma! Infatti non ci sarà riforma della scuola senza un nuovo stato giuridico degli insegnanti, senza un'autonomia che arrivi ad essere libertà dei diversi soggetti che vivono la scuola, senza una reale parità scolastica che finalmente liberalizzi il sistema, senza un sistema dell'istruzione e formazione professionale che sia effettivamente nuovo, senza dare alle regioni la loro funzione nel sistema scolastico, senza attribuire agli insegnanti uno stipendio che premi la loro professionalità.
Ebbene proprio questo chiedono i sindacati, che la riforma resti una scatola vuota, che gli insegnanti non siano messi nelle condizioni di realizzarla, che il sistema scolastico rimanga tale e quale.
E' legittimo che si sia contrari alla riforma - anch'io finirò con l'esserlo se ne verrà tradito lo spirito originario di libertà e di educazione -, ma che uno sciopero diventi un plebiscito contro la riforma mi pare contrario alla natura dell'attività sindacale.
Compito del sindacato non è fare la riforma, decidere quale sia la miglior riforma, ma difendere i diritti degli insegnanti in questo processo di rinnovamento in atto.
Discutiamone, ma a me non pare che vengano difesi i miei diritti, facendomi tornare ad una condizione impiegatizia e statalista.
Per questo andrò a scuola, consapevole che in questa situazione di grave difficoltà dove ci divideremo perchè la questione è stata posta male c'è un punto comune che dobbiamo mettere in campo, è la ragione per cui noi insegnanti entriamo in classe ogni mattina.
Ciò che urge oggi è l'educazione, ovvero il compito sempre più decisivo di introdurre ogni studente alla realtà, di mostrargli la positività della vita, di appassionarlo alla cultura e alla critica.
E l'educazione si fa non perchè ve ne siano le condizioni, ma perchè in quella classe torno ad essere "io". Questo e solo questo conta, e che una riforma allora non faccia altro che valorizzare tutti coloro che si prendono ancora il coraggio di essere davanti ai loro studenti un "io" appassionato al loro destino.

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 Pierangelo Indolfi    - 06-11-2004
"Excusatio non petita, accusatio manifesta", caro Mereghetti, e mai come in questa occasione ti è stato dato di essere più chiaro su come la pensi e di venire allo scoperto, in barba alla tua prosa involuta, che spesso ti ha consentito di dare l'impressione che tu ti trovassi "al centro", quel luogo mitico le cui uniche coordinate risultano quelle di essere equidistante, rispetto a cosa non si sa.

Riporto in lingua corrente lo schema del tuo intervento con i suoi punti cardine, che in realtà sono una serie di desiderata:
  • Quello che rimproveri alla Moratti è che non sia stata sufficientemente coraggiosa nel portare avanti la sua controriforma che sostanzialmente condividi, perché ricca di "spirito originario di libertà e di educazione"
  • Per scongiurare il ritorno a una "condizione impiegatizia e statalista" ritieni utile e urgente che si metta mano allo stato giuridico anche come tenta di farlo il devastante disegno di legge Santulli-Napoli
  • Per te la parità scolastica sembra avere il solo fine di "liberalizzare il sistema". Come se tu stessi parlando del monopolio nel settore dei telefonini. Insomma, fin quando non ci sarà il pareggio tra l'utenza della scuola di stato e quella della scuola privata, meglio se di impostazione confessionale, tu continuerai a dire che il sistema non è libero, fregandotene dell'art. 33 della Costituzione
  • Dato che per te "liberalizzazione" significa semplicisticamente una pluralità di gestori, ecco che, per coerenza, lamenti che non si spinga per un sistema regionale dell'istruzione e formazione professionale di tipo "forte", ulteriore concorrente della monopolista scuola di stato. Perché tre è un numero perfetto che ci àncora alle nostre comuni radici cristiane. Ben dipingeva alcuni cristiani Ignazio Silone, quando, descrivendo il temperamento di Bonifacio VIII, affermava che mentre tutti gli altri credevano in Dio uno e trino, egli invece credeva in un dio uno e quattrino. Il tuo mondo ideale "liberalizzato" somiglia un po' troppo a quello descritto ne "Le anime morte" di Gogol, in cui i servi della gleba (vedi i poveri studenti) erano oggetto di compravendita insieme con gli appezzamenti di terreno.
  • Ritieni che il compito del sindacato consista esclusivamente nel "difendere i diritti degli insegnanti" e nello spuntare per loro "uno stipendio che premi la loro professionalità", passando sotto silenzio che, sempre nel disegno di legge Santulli/Napoli, si abolisce per legge la rappresenzanza sindacale tout-court, sostituendola con una non meglio definita rappresentanza "professionale" che tanto ricorda la camera dei fasci e delle corporazioni

Che ti devo dire, Mereghetti, se così chiaramente la pensi, ci mancherebbe altro che tu faccia sciopero il 15 novembre. Bene fai ad incarnare l'anima clericale di questo governo senz'anima, prestando a loro, che di valori presentabili sono privi, un accrocchio di valori vagamente cristiani, l'abito "buono" del chierichetto benpensante da indossare sulle loro camicie verdi o nere. Continua quindi a fare il portatore d'acqua, che lo fai bene.
Esattamente per gli stessi motivi da te elencati, lunedì 15 novembre i cancelli delle scuole d'Italia resteranno scanzonatamente chiusi. Vedrai che plebiscito! E staremo a vedere anche se i tuoi referenti potranno, pure questa volta, permettersi il lusso di esclamare con aria di sufficienza: "Me ne frego!".

 ilaria ricciotti    - 07-11-2004
Il 15 novembre i cancelli delle scuole italiane dovrebbero essere chiusi, proprio per manifestare contro la controriforma ideata da questo governo.
Ci sarà, come sempre chi non aderirà allo sciopero per mille ragioni, ma questa volta, coloro che rifiutano questo aborto scolastico non possono trovare mille scuse.
La riforma Moratti va CANCELLATA, ALTRIMENTI SI DOVRA' INDIRE UN REFERENDUM PER POTERLO FARE.

 Vittorio Delmoro    - 07-11-2004
Sì, è meglio che Mereghetti non scioperi; una discriminante bisognerà pure tracciarla!

Il fatto è però che la prosa involuta di Mereghetti nasconde una grossa bugia : lo sciopero del 15 novembre sarebbe uno sbrodolamento sindacale.
Nel senso che non sta nei compiti istituzionali di un sindacato fare o disfare riforme votate dal Parlamento.

Quest'arrampicata sugli specchi di Mereghetti, che evidentemente si copre gli occhi per non vedere la realtà, dimentica due cose essenziali : tre milioni di persone andarono a Roma tre anni fa contro un'altra riforma (art. 18), che oggi di fatto è annullata; questo sciopero è soltanto formalmente sindacale, in quanto la sua motivazione sta nella base del mondo della scuola, che in assenza di iniziative che una democrazia che voglia ritenersi tale dovrebbe offrire, sfrutta questa occasione impropria per dire cosa ne pensa sulla riforma.

Io credo, Mereghetti, che per questa volta il movimento possa fare a meno di te, prendendosi un impegno preciso: farti sperimentare la tua cara riforma, non appena ne avrà la potestà.
Te lo meriti.

 Barducci Patrizia    - 07-11-2004
io credo invece che sciopererò, perchè avverto che la scuola si sta impoverendo di risorse e di personale..., e sono molto delusa dalla riforma perchè non tiene conto delle realtà scolastiche, non considera le buone esperienze, non ha ascoltato la voce dei maestri... non ha evidentemente neanche ascoltato la voce dell'Invalsi, quando declinando i dati degli apprendimenti dei nostri ragazzi, sottolinea i buoni risultati della scuola di base, nella fattispecie della scuola primaria di primo grado mentre i problemi sono più evidenti nella scuola secondaria.
perchè riformare la scuola elementare che tutto sommato lavorava bene con tempi adeguati...e non dare una sbirciatina alla scuola superiore?

 Cinzia Fabrizi    - 07-11-2004
Sono perfettamente d'accordo con quanto sostenuto da Mereghettie per questo motivo non sciopererò neppure io. Non capisco invece il tono aggressivo e offensivo di Indolfi. Mi sembra fuori luogo se veramente siamo in uno spazio dedicato allo scambio di opinioni. Se invece sono ben accolte solo le opinioni di un certo tipo, allora l'aggressività è giustificata. Sarebbe bello se invece di contrapporre slogan e posizioni influenzate dall'appartenenza ad un partito (o forse dall'opposizione ad un raggruppamento) ci si confrontasse pacificamente sulle novità che la riforma ha introdotto nella scuola dell'obbligo, cercando di cogliere oltre agli aspetti critici anche gli elementi positivi. Cosi' pure per quanto potrebbe accadere per la scuola superiore in base a quanto contenuto nella legge delega e nelle proposte che si vanno delineando

 emilia, insegnante di sostegno    - 07-11-2004
sono sempre colpita dal numero di parole utilizzate per "difendere" una libera scelta..?. Io sciopererò come ho fatto purtroppo inutilmente in questi ultimi anni, perchè vedo non solo nella società civile, ma anche nella scuola un "imbarbarimento" e una rassegnazione che mi spaventano.
Ho timore che, come sempre, gli insegnanti che non vogliono scioperare, non si rendano ben conto del prezzo, anche in libertà, che dovremo pagare se "questa" riforma andrà avanti nell'indifferenza degli interessati. Peccato.

 Anna Pizzuti    - 07-11-2004
Scambio di opinioni, ed anche di informazioni o esperienze, cara Cinzia.
Quindi vorrei raccontarti quella che ho fatto ieri, durante un incontro - a Roma - di numerose associazioni professionali, proprio su ciò che si sta preparando per le scuole superiori. Un racconto puro e semplice, senza slogan o posizioni preconcette. Con un unico problema, forse: dovrai fidarti di me che c’ero e che ora, appunto, racconto.
Molto correttamente gli organizzatori avevano invitato, all’incontro, rappresentanti del MIUR, proprio perché desideravano un confronto. E c’era una ispettrice, della quale, purtroppo, non ho colto il nome, che è intervenuta subito dopo l’apertura dei lavori. Ti copio dai miei appunti.
Quanti indirizzi? Quali discipline?” - si è chiesta esordendo e poi ha aggiunto “ Il MIUR prevede di incontrare le associazioni professionali per discutere l’impostazione generale. Solo dopo si individueranno i contenuti e gli OSA, che, prima di essere adottati, saranno portati a conoscenza di tutti i docenti. Perché è solo dal lavoro comune che scaturirà una riforma che porterà miglioramenti effettivi. Ringrazio per il contributo che verrà da questa riunione ed auguro a tutti buon lavoro” Dopo di che si è alzata e se ne è andata via.
Non pensi sia stata persa una buona occasione per un dibattito costruttivo? Anche perché: - di indirizzi e di OSA il Ministero ha già ampiamente discusso e quasi deliberato; - tutti i rappresentanti delle associazioni professionali e disciplinari presenti (soprattutto queste ultime, e delle migliori, ti assicuro) hanno dichiarato di essere stati già chiamati dal MIUR ad esprimere pareri ed opinioni, ma anche a fornire un contributo preciso, cosa che alcune in particolare hanno fatto, nonostante non fossero state fornite loro indicazioni sul numero delle ore che ciascuna disciplina avrebbe avuto, come sarebbero state riformate le classi di insegnamento e nemmeno se quella disciplina sarebbe rimasta o meno; - negli OSA che circolano, quelli prodotti dal MIUR, non c’è traccia del lavoro delle associazioni, che, a quanto pare, è stato ignorato.
Come vedi, le questioni sono due: a) l’ispettrice non sapeva, stando a quanto ha dichiarato, che altri ispettori del MIUR hanno già preso molte decisioni; b) ha promesso consultazioni che invece, a quanto pare, già ci sono state ed hanno fornito i risultati che ti raccontavo prima.
Ti assicuro che anche io sto riflettendo molto sulla produttività o meno di continuare a dire sempre no, ma esperienze come questa, sicuramente, non aiutano.

 Franco Pelini    - 07-11-2004
Anch'io non sciopererò, indipendentemente dalla validità dei motivi dello sciopero, ma solo perché ho nei miei anni di insegnamento maturato una meditata ostilità ai limiti dell'avversione a tutto ciò che si chiama sindacato. Queste organizzazioni che, all'inizio, erano piene di tensione ideale e si spendevano veramente nella difesa dei diritti dei lavoratori e degli oppressi, sono di fatto diventate delle lobby che difendono soltanto i loro interessi, e in primo luogo le posizioni di potere che tutti i partiti gli hanno concesso negli anni al punto di diventare loro stesse dei veri partiti. La signora Moratti ha come principale merito di aver ristabilito i ruoli e cioè che la politica scolastica la fa il ministro e non i sindacati. Apriti cielo ! Potevano essere d'accordo ? Il Ministro ha tentato di ridare ordine al sistema scolastico e già il fatto di essersi posta il problema è una nota di merito. Chi ha avuto qualche esperienza di insegnamento negli istituti professionali sa benissimo che queste scuole non solo sono la negazione della cultura ma non assolvono nemmeno al compito per cui erano nate e cioè quello di dare una qualche specializzazione che permettesse l'ingresso in tempi ragionevoli nel mondo del lavoro. Se si escludono alcune realtà del centro nord dove le suddette scuole sono agganciate al tessuto produttivo e quindi funzionano, per il resto è merda. Un altro aspetto è la ricerca dove si registrano le peggiori nefandezze. Si assiste in questo settore ai ricercatori con la tessera, quella sindacale appunto. L'università e la scuola è stata riempita di asini e fannulloni garantiti dalla tessera, e questo fenomeno ha fatto si che il merito fosse sempre più emarginato o blandito. Questa scellerata politica non ha nemmeno prodotto condizioni economiche favorevoli per i docenti e il paradosso è proprio questo. Se da un lato aumentava la rappresentanza sindacale in termini numerici e quindi di forza contrattuale, dall'altro ci portava ad essere i professionisti più malpagati d'Europa. Per avere un contratto decente abbiamo dovuto inventare i COBAS e questo grazie alla merdosa politica operaista dei suddetti sindacati. Per non parlare poi della carriera dei docenti che significa in breve più soldi ai più bravi; il solito bla bla, come si fa a individuarli, chi decide ecc. Io sono stato nel 68 rappresentante degli studenti nel consiglio di facoltà, ho combattuto i baroni, ma me ne sono pentito; praticavano si un po' di nepotismo, ma non mettevano mai dentro i ruoli dei "coglioni", era comunque gente intellettualmente valida. Sono stato iscritto alla CGIL ma sono stato anche delegato dei COBAS e anche di questo sono pentito; in definitiva sono un pentito e caro Gianni, mi spiace ma anche io non sciopererò.
Cordialmente
Franco Pelini

 Paola Martinelli    - 07-11-2004
Non sciopererò.
Non mi piace questa riforma, ma non sciopererò.
Perchè ... per una silenziosa e probabilmente inutile disobbedienza ai sindacati che, almeno nel mio contesto, tutelano e difendono interessi specifici di gruppi di tesserati.
E che dire di RSU che scientificamente attuano strategie finalizzate a colpire e marginalizzare colleghi senza tessera?
Tornerò a scioperare quando le ragioni dell'educare torneranno ad essere prioritarie e l'organizzazione subordinata ad esse.

 drktch    - 08-11-2004
Troppo tardi!!
La scuola è già stata svenduta ai privati dalla materne alle università:
Bisognava fari gli scioperi VERI quando al governo c'era la CGIl.
Un referendum? Forse potrebbe essere la soluzione migliore. Se è vero che siamo più di 500.000 dovrebbe essere uno scherzo raccogliere le firme di chi non vuole questa riforma!!
Si fa prima a cercarsi un'azienda che compri il nostro istituto con terreno e schiavi.
Rassegnatevi i sindacati (quelli rappresentativi) si sono messi daccordo per scipparci anche il TFR. Se no che ci fanno nel consiglio di amministrazione del fondo Espero?

 Giorgio Di Sacco    - 08-11-2004
"Diventa difficile non fare sciopero in questo momento, a meno che non si sia berlusconiani. Questi scioperi sono politici, testimoniano l'opposizone a questo governo. La riforma Moratti andrebbe cancellata, sicuramente. Ma che fare degli elementi di continuità fra la Riforma Berlinguer e quella Moratti? Non sarebbe il caso di rivedere anche il principio di aziendalizzazione della scuola introdotto proprio dal centro sinistra?
Nonché la visione quantitativa e non qualitativa dell'insegnamento, di cui il quizzone berlingueriano non fu altro che la punta dell'iceberg?
Possiamo aspettarci tempi ancora più duri, come la nomina di Buttiglione all' Istruzione. Una non reazione dei docenti prepararebbe il terreno ad un futuro ancora peggiore.
Ma possiamo prevedere anche un centro sinistra che riparta convinto della giustezza della riforma Berlinguer, che invece fu "scellerata e scellerata bassamente"

 Giovanni Cespa    - 08-11-2004
Sono perfettamente d'accordo. Anch'io non intendo scioperare e finora mi sentivo un po' isolato.

 Vittorio Delmoro    - 08-11-2004
Chiederei a Cinzia (anche se il dibattito va avanti da oltre un anno) quali sarebbero, a suo giudizio, gli aspetti positivi della riforma.
Io mi accontenterei di uno solo, se lo trova...

 Giuliano Falco    - 08-11-2004
io invece sciopererò, anche se non ho nessuna simpatia per i confederali che non sono mai chiari, che arrivano sempre dopo, che lanciano il sasso ma nascondono il braccio e via dicendo.
Troppo spesso mi sono sentito dire da 'compagni' della CGIL che ero reazionario, che facevo il gioco dei fascisti...e poi loro ad appoggiare le varie riforme, anche la legge 148 che è stato, se non vado errato, il primo attacco in grande stile al tempo pieno.
e, anche ora, su questa riforma morattinana cosa fanno?
Purtroppo, poi, c'è una guerra, più ingista di tutte le altre, a cui anche l'amato bel paese partecipa. E i sindacati cosa fanno? Ee gli insegnanti cosa fanno?
farò sciopero perchè la riforma non mi piace, non mi piace tutta. Ma la priorità della lotta, pacifista, pacifica e non violenta, alla guerra, dove la mettiamo?

 antonietta    - 09-11-2004
sono convinta che la riforma Moratti non solo manda a casa tante "professionalità" che esistono nel sistema scuola, ma ristruttura il sistema istruzione in funzione della riproposizione di un sistema sociale diviso in classi. La riforma Moratti mette in moto un taglio drastico di risorse "UMANE" e finanziarie il che significa meno meno scuola, meno meno istruzione , meno qualità della scuola pubblica.
La nostra costituzione nel prevedere la possibilità di funzionamento delle scuole private stabilisce che le stesse siano "senza oneri per lo stato".
Mi chiedo se la legge 59 del marzo 2004, la C.M.29 del marzo 04, le indicazioni nazionali " i nuovi programmi" siano stati letti con attenzione e sia stata colta la devastazione delle menti che con quei percorsi si dovranno costruire: libri di testo confessionali dove la filosofia classista morattiana emerge con tutto il suo dioisprezzo per la scuola pubblica e per tutte le professionaluità che vi operano. Lo stato giuridico del personale docente che è attualmante in discussione non garantisce più la libertà di insegnamento. altro che democrazia!!! una corporazione senza diritti sindacali, con associazioni professionali che si occupano di didattica ma nessuna rappresentanza dei diritti dei lavoratori. Già non saremo considerati neanche lavoratori........
E tutte le bugie che per un intero anno sono state dette in televisione? Le parole hanno un significato e quando si parla di personalizzazione dei percorsi.... di gruppi elettivi.... io e tanti altri come me abbiamo capito che tale modello morattiano si basa in sostanza su un detto e una pratica di stampo gentiliano e ....... un pò fascista per cui il figlio del contadino farà il contadino ........la scelta precoce a 14 anni prevista dal doppio canale va proprio in quella direzione...

 ilaria ricciotti    - 09-11-2004
Lo sciopero del 15 non è per abolire i sindacati iItaliani, ma per dichiarare il proprio dissenso nei confronti di questa riforma. Coloro che affermano di non scioperare perchè non si vedono rappresentati dai confederali e qualcuno dai COBAS, dicano almeno come si dovrebbe agire per dichiarare che questa riforma non è rappresentativa nè delle esigenze degli alunni, della scuola tutta nè della società.

 Vittorio Delmoro    - 09-11-2004
Mi permetterei di far osservare a Franco e a Paola quanto il loro motivo per non scioperare sia lontano dalla realtà: contro il sindacato.

La prova di questo loro errore di valutazione sta nel non aver capito che questo sciopero (QUESTO!) è stato indetto dai sindacati solo formalmente (visto che ne detengono il potere istituzionale); in realtà lo sciopero è stato chiesto e fermamente voluto dalla base del popolo della scuola, dal Movimento antiriforma e da chi ha capito che è in atto la demolizione della scuola pubblica.

Solo voi sembrate non averlo capito.

 Annamaria De Ruggieri    - 09-11-2004
Non sciopererò perchè è troppo tardi, non perchè condivida le motivazioni del sig. Mereghetti . L'anno scorso si doveva uniti lottare per respingere la riforma (io ho fatto tre scioperi), ma quest'anno tutto mi sembra davvero solo simbolico! I giochi sono stati già fatti, nelle scuole i docenti si sono già adeguati, in qualche modo, ad accogliere la riforma e parlano già per O.S.A.! I contenuti storici sono stati accettati... tanto lo dice la legge!
Peccato. Non si può fare oggi quello che andava fatto coraggiosamente lo scorso anno scolastico e nel passato!

 Luigi Gaudio    - 09-11-2004
Pur esprimendo rispetto per la collega che ha scritto "Ho timore che, come sempre, gli insegnanti che non vogliono scioperare, non si rendano ben conto del prezzo, anche in libertà, che dovremo pagare" e per tutti quelli che ci rimetteranno di tasca propria per lo sciopero del 15 novembre, ma questa volta mi sembra che le motivazioni per questo sciopero siano solo di carattere politico-partitico

 Sonia Cartosciello    - 10-11-2004
Io sciopererò, sciopererò come ho sempre fatto anche quando mi sono trovata completamente sola ed è capitato molto spesso e rifuggo da argomentazioni pretestuose : più forti sone le ragioni del grave malcontento che si avverte in tutte le scuole in maniera palpabile e ancora più forte dovrebbe essere il movimento di protesta e di dissenso verso chi, non amando e non conoscendo affatto il mondo della scuola, le mille problematiche che toccano i nostri ragazzi e noi insegnanti, ha voluto passare alla storia con una abberrante riforma che portasse, senza alcun merito, il proprio nome.
Ritengo che oggi il ruolo dei sindacati, al di là di ogni pur discutibile loro funzione , possa essere considerato un punto di forza e di coesione di una classe molto raramente compatta se pur storicamnte poco valorizzata ed eternamente scontenta.Cerchiamo di essere uniti!

 Vittorio Delmoro    - 10-11-2004
No, errore, errore!
Non è troppo tardi! I numeri di questo sciopero potranno bloccare la riforma del resto già ferma in molte scuole.

Gli scioperi fatti lo scorso anno mescolavano l'opposizione alla riforma tra tante altre rivendicazioni più generali.

Solo questo è finalmente lo sciopero della scuola; scappare adesso, non riporre ancora una volta (quella decisiva) la fiducia in tanti, tantissimi colleghi che sciopereranno è come tagliare un vincolo di solidarietà che non può mai venire meno tra di noi popolo della scuola.

Chi è contro lo sciopero perché innamorato della riforma e del ministro fa bene a non scioperare; ma gli altri, ancorché delusi e disillusi, non possono mancare quest'ultima occasione : ne va di mezzo il destino professionale di tutti noi!

 ilaria ricciotti    - 11-11-2004
Sonia e Vittorio hanno centrato, unitamente ad altri scioperanti, molto bene, anzi benissimo il punto della situazione. L'atteggiamento della categoria docente e non.
CHI CREDE IN QUESTA BELLISSIMA, DEMOCRATICA E FORMATIVA RIFORMA FA BENE A NON SCIOPERARE, PER COERENZA.
Chi invece non sciopera, pur essendo contrario ad essa, be' direi che dimostra palesemente, nascondendosi dietro a mille scuse, tra cui che "questo è uno sciopero politico e partitico", ciò che per anni forse queste stesse persone hanno fatto e cioè:
STARE A GUARDARE CHI AL CONTRARIO VA A SCIOPERARE, ANCHE PER LORO NATURALMENTE.
No, così , a mio avviso, non ci si deve comportare. Non è serio, non è educativo, non è formativo, non è decente, che in tal modo agisca una classe chiamata "Docente".

 Isabella Vacondio    - 11-11-2004
Apprendo ora da Mereghetti che lo spirito originario della riforma è "spirito di libertà e di educazione". Io invece, stolta, ho sempre pensato che fosse spirito di "taglio alle spese", ringrazio

 francesco B.    - 11-11-2004
E pure io, seppur con grandi tremori e timori (farò bene? Mi percepiranno come fan della Letizia?...) credo che , infine, non sciopererò.
Vede, caro Mereghetti, sono sempre più convinto che un movimento sindacale che forma muro contro la riforma Berlinguer tanto da costringerlo a lasciare, che forma muro contro la riforma Bindi, tanto da costringerla a lasciare, che oggi forma muro contro la controriforma Moratti, ma che non costringerà a lasciare, sollecita in me un perverso pensiero: ma che magari al sindaco vada bene la fanghiglia in cui operano le professionalità dei docenti, dei collaborativi, dei tecnici e degli amministrativi che quotidianamente devono far funzionare la pubblica scuola?
Non è che smuovere un po' di tale fango e melma magari determinerà una perdita di 'consenso' ( e ti tessere)?
Io credo che se non poniamo al centro della nostra riflessione che la scuola abbia bisogno di un intervento che ne modifichi radicalmente il senso e l'esistenza forse qui moriamo tutti e proprio per mano di quella scuola privata da tutti obiettivamente deprecata.
Si può esser d'accordo o meno sulla impostazione morattiana, ma certo oggi la destra è forte, fortissima, e farà la sua 'riforma', mentre ieri il centrosinistra non è riuscito a fare la 'sua' riforma.
Sono anarchico: eppure mi andava bene la riforma Berlinguer.
Chi non la ha accettata , voluta, condivisa in quanto conservatrice allora, faccia pure oggi i suoi scioperi, le sue manifestazioni, le sue rimostranze, ma per favore sarà troppo ricordare che le battaglie politiche si vincono solo se si sanno costruire e mantenere le alleanze.
L'andar contro ad ogni costo mi pare si riveli il pianto del coccodrillo, un boomerang che sbatte in faccia a sindacati ed associazioni movimentiste poco inclini a guardar oltre il proprio , piccolo, inutile naso .

 Giuliano Galiardi    - 11-11-2004
Egregio Prof. Mereghetti,
vorrei sapere cosa vogliono questi insegnanti.
Se ciascuno di loro (o qualche gruppo) ipoteticamente progettasse e mettesse in pratica una Riforma dopo pochi giorni si attirerebbe addosso una miriade di critiche e conseguenti scioperi.
Per gli insegnanti non ne va mai bene una salvo poi accettare tutto.
Mi piacerebbe che la facessero loro una Riforma per vedere cosa potrebbe succedere.
Ci sarebbe da ridere (o da piangere).
Giuliano Galiardi
Impiegato Ipsia Parma

 Vittorio Delmoro    - 12-11-2004
Caro Francesco B. anarchico,
ho paura che prima di riformare la scuola tu debba chiarire un poco le contraddizioni del tuo pensiero e della tua appartenenza : se c'è uno isolato in questo momento non è certo il sindacato!
Tu comunque isolato lo sei di sicuro : ti sfido a portare in assemblee di qualunque tipo questo tuo strano (e contraddittorio) pensiero; non ti farebbe altro che bene!

Gli anarchici che conoscevo io erano di tutt'altra pasta!

 francesco B.    - 13-11-2004
e diamine! mi pare che questo caro vittorio delmoro inizi ad inflazionare con i suoi ripetuti interventi tendenti a fustigare, recuperare, sottolineare, specificare, pontificare sulle buone, ottime, eccezionali ragioni di questo scioperetto.
potremo forse esprimere il nostro giudizio con serenità senza attenderci ancora una volta una catoneide del 'morigeratore' delmoro?

 enzo    - 16-11-2004
Ma qual è la novità? quando mai il Mereghetti ha scioperato? A me non irrita il suo "crumiraggio" - ognuno è libero di far ciò che crede - mi infastidisce il fatto che si ostini, ogni qual volta venga proclamato uno sciopero, a metterci al corrente della sua personale non adesione.
Mah... forse crede che per la riuscita di uno sciopero sia indispensabile la sua partecipazione.
O forse ha solo bisogno di affetto il buon Mereghetti.
Essù diamoglielo....

 Renata Colombo    - 17-11-2004
Ma il caro Mereghetti ha letto i contenuti dei programmi di storia? Creeranno degli ignoranti pronti a dire sì, tanto non sanno.
Ha visto i dati dei tagli ai posti, comuni di sostegno, di distacco su stranieri? Ma forse la pensa come Bossi e come certe mie colleghe: cosa vengono a fare, stiano a casa loro. Già, vengono in vacanza come andavano in vacanza gli antifascisti a Lipari.