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Spacciatori verbali
l'Unità online - 27-10-2004
Tra i (dubbi) meriti attribuiti alla televisione, c'è quello di aver fatto parlare agli italiani una lingua comune. Certo, con approssimazione e conformismo, nonché a danno della ricchezza delle lingue locali. Ora però siamo a un nuovo stadio, in cui le parole vengono spacciate, molto oltre la modica quantità, per dire proprio il contrario di quello che significano. E questo non tanto, ci pare, per colpa della tv, quanto per l’abuso che della tv fa il governo di destra (il centro, se c’è, batta un colpo). Un esempio soltanto: l’Italia ripudia la guerra e allora la si chiama spedizione di pace. Comunque, tra i meriti lessicali del governo Berlusconi, c’è sicuramente quello di aver “sdoganato” la parola culattoni (e se ne sentiva proprio la necessità!), ormai ammessa in tutti i talk show. Insieme a fascisti e tangentisti ripuliti dai grammatici di regime. Perciò, sabato pomeriggio abbiamo colto con soddisfazione, nella rubrica religiosa “A sua immagine” questa frase di don Milani (interpretato da Sergio Castellitto):«Me ne frego è una bischerata, detta da quell’inarrivabile mascalzone di Benito Mussolini». E questo sì, è parlare in italiano.

Maria Novella Oppo
Rubrica Fronte del video

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