breve di cronaca
«Tutor per forza».
l'Unità - 26-10-2004


Ma i professori si ribellano


Tutor per forza. Volente, o nolente. A costo di essere nominati d’ufficio, in barba alla legge 53 del 2003, che dà ai collegi dei docenti il compito di definire i criteri per la scelta del tutor nelle scuole elementari e medie. In sordina e senza tanti clamori in alcuni circoli di Roma, i dirigenti didattici del ministero di viale Trastevere, hanno consegnato ai loro insegnanti un ordine di servizio investendoli dell’ incarico. L’attribuzione d’ufficio è realtà in almeno tre circoli didattici della capitale: il 134° “Tona”, in quello di via Frignani a Spinaceto e nell’istituto di via San Biagio ai Platini a Tor Bellamonica.

Non è detto però che lo stesso provvedimento coercitivo nei confronti dei docenti non sia stato deciso in altre scuole sparse per la penisola. Per saperne di più si è messo in moto il tam tam dei sindacati della scuola. Dunque, come se non bastassero gli ispettori per verificare l’applicazione della sua Riforma, ora la signora Letizia Brichetto Arnaboldi Moratti, Ministro dell’istruzione, università e Ricerca, obbliga gli insegnanti a coprire il tanto contestato ruolo di tutor nelle aule scolastiche.

Probabilmente i dirigenti dei circoli scolastici avranno sentito sul loro collo la solerzia dei Direttori Regionali che sono arrivati, dopo una circolare del ministero, a minacciare sanzioni se non fossero stati in grado di adottare obbligatoriamente la figura del tutor. Da sempre i sindacati sono contrari all’introduzione di questa figura per il rischio di una violazione del principio di collegialità dentro gli istituti. Così come sono diversi i collegi dei docenti che hanno detto no al tutor. A rendere noto quanto sta accadendo nella capitale è stato Antonio Cucinella del coordinamento per la difesa del tempo pieno nelle scuole romane: «Quanto è successo è di una gravità inaudita e dimostra come il ministro calpesti le stesse norme che lei stessa ha voluto» ha poi commentato a margine del primo Forum sulla scuola e l’università, che si è concluso ieri a Firenze. Fatto sta che sia i sindacati che gli stessi insegnanti sono ora ancora di più sul piede di guerra con il ministro Moratti.

Mentre gli insegnanti romani che si sono visti recapitare questo ordine di servizio hanno già annunciato di volerlo impugnare di fronte al giudice del lavoro per chiederne la nullità. Nel frattempo la deputata diessina Alba Sasso, anche lei presente al Forum fiorentino, presenterà un’interrogazione parlamentare per sapere se la stessa iniziativa è stata attuata in altre scuole.

Eppure sul tutor non è mancata una clamorosa marcia indietro dello stesso ministro del governo Berlusconi.
Infatti quello che era stato definito come il «principio fondamentale della riforma che, per rispettare la legge, tutte le scuole hanno l’obbligo di mettere in atto» per quest’anno sarà facoltativo. Le difficoltà a reperire i fondi necessari per il funzionamento del tutor, la forte opposizione dei docenti delle elementari e delle medie, avevano contribuito a far saltare questo pilastro della Riforma perché si porta dietro una serie di contraddizioni. Se poi si aggiunge che il muro contro muro fra i sindacati e l’Aran, che ha il compito di stipulare per conto del governo i contratti collettivi dei dipendenti pubblici, e il tira e molla sulla definizione dei compiti del tutor e quale compenso debba percepire, sono tutti elementi che volano nel vuoto legislativo, si comprende perché il ministero abbia scelto la soluzione della forza. Insomma le premesse secondo il «Tavolo per fermare la Moratti» ci sono tutte per giustificare una presenza in massa del mondo scolastico e universitario allo sciopero del 15 novembre. Senza dimenticare che da Firenze è giunto un sì sostanziale: «All’appello del Social Forum Europeo che ha chiesto una giornata di mobilitazione» dice Maria Brigida della Cgil. L’autunno caldo nelle scuole passa anche da una fiaccolata, fissata per venerdì 12 novembre, organizzata dal Coordinamento genitori - insegnanti.

Poi a metà novembre lo sciopero generale unitario della scuola. Il primo del genere in Italia. È questo l’unico miracolo fatto dal ministro Letizia Moratti.

Osvaldo Sabato

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