Diritti trasformati in concessioni
Rolando A. Borzetti - 19-10-2004
Sono 81.200 gli insegnanti di sostegno nell'attuale anno scolastico,
il 3,8% in più, a fronte di 160.400 alunni disabili (+4,6%).
Una crescita che ha interessato solo l'organico 'di fatto'. Inchiesta del ''Sole 24 Ore''


Primo consuntivo nazionale sugli insegnanti di sostegno nel 2004-2005. A realizzarlo ieri il quotidiano “Sole 24Ore”, che dopo le tante polemiche delle scorse settimane sui ventilati tagli, si è preso la briga di condurre un’indagine che ha coinvolto tutte le Regioni italiane.
E l’esito è oggettivamente in controtendenza rispetto a quanto paventato, mentre, come evidenziato dal giornale, ricalca quanto evidenziato dal Ministro Moratti “il numero di posti di sostegno e quindi degli insegnanti ha subito un incremento continuo e rilevante, passando da 74mila unità del 2001-2002 alle oltre 79mila del 2003-2004”. E, ricorda ancora il Sole 24Ore citando il Ministro, “per l’anno scolastico in corso saranno circa 2800 i posti in più”.
Ciò premesso, il giornale ha dunque condotto un’indagine regione per regione, con numeri effettivi forniti dagli uffici scolastici regionali.
In definitiva: il numero degli insegnanti di sostegno in Italia è arrivato per il 2004-2005 ad oltre 81mila unità (per la precisione 81.262, uno ogni due ragazzi con problemi), segnando un incremento del 3,8% rispetto allo scorso anno. Un incremento che ha seguito, di fatto, l’aumento degli alunni disabili nelle scuole che, sempre secondo il quotidiano, quest’anno sono 160.455, il 4,6% in più rispetto al 2003-2004.
Tale risultato è tuttavia assicurato quasi esclusivamente dall’organico “di fatto” degli insegnanti, quello cioè che ricomprende anche i posti assegnati in deroga. L’organico di diritto, vale a dire quello che è determinato sulla base del rapporto di un insegnante ogni gruppo di 138 alunni complessivamente frequentanti le scuole statali della provincia è rimasto praticamente uguale allo scorso anno.
Sempre secondo l’indagine del Sole 24Ore, una delle stuazioni più critiche si è verificata in Provincia di Caserta, dove mancano ben 200 delle deroghe previste lo scorso anno (dove c’era un invidiabile rapporto di 1,29). Tanto che, dopo le proteste, è scattata un’ispezione ministeriale. Si tratta solo di un riequilibrio regionale dovuto all’aumento di alunni disabili in altre aree? A Napoli, per esempio, gli alunni portatori di handicap sono aumentati quest’anno addirittura di 600 unità. In generale, tuttavia, in Campania gli insegnanti di sostegno sono quest’anno 300 in più.
Ma, secondo l’indagine, le difficoltà non mancano nemmeno al nord. Evidenziato, infatti, come in Piemonte sia definita, dai responsabili regionali, scarsa la dotazione dei posti di sostegno in organico di diritto, mentre in Emilia Romagna si lamenta la presenza di “pochissimi insegnanti con titoli ad hoc. E, per finire, in Val d’Aosta la Regione impiega 95 ‘operatori di sostegno’ assunti con contratto a tempo determinato; con una selezione aperta a tutti i diplomati. Per un personale privo di formazione specifica.
L’indagine, infine, riporta le considerazioni di Cgil scuola e Fadis (Federazione delle associazioni di docenti per l’integrazione scolastica). Secondo l’organizzazione sindacale, “mantenere basso l’organico di diritto degli insegnanti di sostegno è una scelta politica, per avere maggiore libertà di restringere le autorizzazioni e, di conseguenza, di ridurre i costi del sostegno”.
Per la Fadis, non è solo questione di numeri. “L’impegno di personale non di ruolo – si precisa – oscilla nella scuola italiana tra il 5% e il 10%, mentre nel caso degli insegnanti di sostegno raggiunge in alcune regioni anche il 50%. In questo modo la continuità didattica diventa un miraggio”.



Situazione in Italia degli alunni disabili e degli insegnanti di sostegno - Regione per regione





Fonte: Elaborazione del Sole 24 Ore su dati raccolti dagli uffici scolastici regionali



I Ds incontrano le associazioni dei disabili. Battaglia: ''Nella Finanziaria 2005 il tema dei disabili è stato rimosso: come tutti gli anni, il nulla, forse qualche ulteriore taglio''


Nella Finanziaria 2005 “il tema dei disabili è stato rimosso: come tutti gli anni, il nulla, forse qualche ulteriore taglio”. È la denuncia di Augusto Battaglia, parlamentare diessino, che stamattina – insieme a Luigi Giacco, responsabile politiche dei disabili per i Ds – ha incontrato presso la Camera dei Deputati (nella Sala delle Colonne in via Poli) i rappresentanti delle associazioni dei disabili per un confronto sulle politiche del Governo a loro favore.

Analizzando la manovra economica prevista dal Governo per il 2005, Battaglia ha evidenziato: “Abbiamo la sensazione di non avere interlocutori certi in questo Governo, a motivo della scarsa corrispondenza con il ministero della Salute e del Welfare, a parte la disponibilità del sottosegretario Grazia Sestini nel parlare in modo generico di volontariato e solidarietà”.
Nel capitolo sanità, ha osservato il parlamentare diessino, “il deficit è occulto. Basti pensare che la media dei pagamenti delle Asl in Italia è di 460 giorni”. La Finanziaria 2005 prevede 88 miliardi di euro per il Fondo sanitario nazionale, “ma le Regioni ne chiedono 91”, con un disavanzo in partenza di 3 miliardi di euro. Senza contare, ha aggiunto Battaglia, “i 17 miliardi di euro di contenzioso tra Stato e Regioni, i 4 miliardi di euro di arretrati contrattuali”. Per quanto riguarda la spesa farmaceutica, la manovra economica intende coprirla con 18 miliardi di euro: “Si pensa a un risparmio di 2 miliardi di euro - ha riferito Battaglia - quindi ci sarà di conseguenza una manovra pesante sui farmaci”.

Esaminando il capitolo delle spese sociali, queste attingono al Fondo per le politiche sociali ma anche ai Comuni, per i quali è previsto un ulteriore taglio delle risorse pari al 7%. Quindi gli Enti locali sono stati invitati “ad agire su tasse locali, come l’Ici, la tassa sulla casa”, mentre le Regioni attingeranno dall’addizionale Irpef. E il Fondo? “Gli vengono attribuite competenze improprie - ha denunciato Battaglia - come il contributo alla casa per le giovani coppie o la quota alle famiglie per le scuole private: sono altri obiettivi rispetto ai servizi sociali territoriali”.

Infine Battaglia ha delineato la strategia dei Ds nei confronti della Finanziaria: presentare emendamenti per far aumentare a 91 miliardi di euro i finanziamenti alle Asl, e allo stesso tempo migliorare la finanza locale del Comune; tornare a chiedere il milione al mese per le pensioni, le risorse per le associazioni, l’attuazione della legge 68. I Ds chiederanno anche fondi per la Federazione sportiva disabili e per quella degli sport silenziosi.

Ma un tema particolarmente urgente è la scuola: “Non mancano le difficoltà per gli insegnanti di sostegno, ma c’è una tenuta, anche se va migliorata la loro preparazione. Preoccupa, invece, il personale di assistenza: mezzo bidello ogni 3 o 4 disabili - ha denunciato Battaglia - Servono finanziamenti ai Comuni per supportare l’integrazione scolastica”. In conclusione, un invito a fare “pressione nei confronti di Parlamento e Governo a livello corale, altrimenti si rischia di ottenere soltanto qualche briciola”.
La qualità di un Governo si stabilisce anche per la sua attenzione alle fasce più deboli: cosa hanno significato per le politiche sociali e della disabilità 3 anni di Governo del centro-destra?”. Giacco ha ripercorso le tappe compiuto dal Governo dell’Ulivo nella precedente legislatura: “Con tutti i suoi limiti, aveva varato la legge 284/97 sui ciechi pluriminorati, per finanziare progetti e programmi sperimentali, senza favorire alcuna associazione”. Nel ’98 è seguita la legge 162 sul “dopo di noi”, che andrebbe rifinanziata, così come quella sulle barriere architettoniche (L. 13/89). Inoltre il Governo di centro-sinistra aveva ottenuto per i genitori dei disabili congedi parentali fino a 2 anni, agevolazioni fiscali per gli adattatori di auto e per gli studenti universitari con handicap (oltre 4mila), così come un contributo per i 17mila atleti disabili attivi in Italia.

Nell’ultimo triennio, però, “si è diffusa la cultura di una politica di esclusione - ha osservato Giacco -: dalla legge Bossi-Fini a quella sulla droga, dalla proposta di legge sulla psichiatria che intende velatamente riaprire gli ospedali psichiatrici al tentativo di abolire il Tribunale dei minorenni e la messa alla prova, dalla diminuzione degli insegnanti di sostegno al non finanziamento di un fondo per i non autosufficienti”. Segnali, secondo il parlamentare diessino, “di una cultura dell’individualismo, della competizione, del più forte che vince, enfatizzando allo stesso tempo la famiglia dal punto di vista ideologico senza dare soluzioni pratiche, anzi isolandola e abbandonandola a se stessa”. Secondo Giacco, in questo scenario “occorre recuperare il senso di responsabilità comune: del disabile si deve far carico la società civile”. Invece si assiste a “un welfare minimo che destruttura i diritti fondamentali, trasformati in concessione”. Una situazione che richiede unità alle associazioni “per promuovere una politica sociale con al centro la persona e i suoi bisogni -ha concluso Giacco -. Invece il populismo del Governo sostiene una politica dei costi da ridurre, che è una politica dell’abbandono”. Ne è prova, secondo il deputato dei Ds, la questione dei Livelli essenziali di assistenza: “Il rischio è che ci siano cittadini di serie A e di serie B, in base alla Regione in cui nascono e in cui vivono



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