Prof con un nastro bianco
per dire no alla riforma
ROMA - E’ slittato a mercoledì prossimo il voto in aula alla Camera sulla riforma degli organi collegiali. Intanto da quattro riviste telematice, "Fuori registro", "Didaweb" "Edscuola" e "Proteo", è partito l’invito alla prostesta. Lunedì notte i direttore delle riviste hanno inviato 200 mila news-letter in cui era contenuto un appello: «La democrazia nella scuola viene messa in discussione, l’istruzione è stata ridotta a merce e gli istituti vengono trasformati in aziende. C’è un attacco gravissimo ai principi della democrazia. L’11 e il 12 marzo uscite di casa con un nastro bianco ben visibile, che ai tempi dell’invasione dell’Afghanistan era il segnale della richiesta di pace e libertà. Oggi diventa tratto distintivo di quanti rivendicano una effettiva autonomia della scuola e contestano il disegno di legge».
Il nodo è la rappresentanza dei professori. Il testo approvato dalla commissione aveva spostato l’ago della bilancia a favore di genitori e alunni: con un rapporto di 5 a 3. Allora i sindacati insorsero. Lo Snal disse: è inaccettabile, ci appelleremo al Parlamento. E uno stesso partito di governo, An, si dichiarò contrario tanto che il senatore Giuseppe Valditara promise battaglia. Il provvedimento che dovrà essere votato in aula prevede 5 organismi: il consiglio di scuola, un garante dell’utenza che sarà un genitore, il collegio dei docenti e due nuclei di valutazione.
Gennaro Di Cristo - 10-03-2002
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E chi sono i docenti che dovrebbero protestarre e perché? Il servizio scolastico esiste non perché ci sono dei docenti e dell'altro personale che devono lavorare ma perché esistono famiglie che mandano i loro figli a scuola e il buon senso vuole che chi paga per il servizio posa chiedere di partecipare in maniera VISIBILE a fronte di chi eroga il servizio. Il personale, lo si ricordi, è solo strumentale al fine e il servizio non ha certamente per fine l'occupazione di oltre un milione di persone. |