breve di cronaca
Piano Finanziario e diritto-dovere alla formazione
Anci - 16-10-2004
Per i Comuni servono chiarimenti

L'antefatto

Il Documento sul Piano Finanziario e il provvedimento sull’ampliamento del diritto-dovere all’istruzione e alla formazione: due questioni che, secondo l’ANCI, richiedono, da parte del Governo, una immediata soluzione. Un confronto tecnico sul Piano programmatico degli interventi finanziari di riforma della scuola, ai sensi dell’articolo 1 della legge 53/2003 si è tenuto il 5 ottobre scorso in sede di Conferenza Unificata.

“Purtroppo – scrive il Presidente Domenici al Ministro Enrico La Loggia, Presidente della Conferenza Unificata - le questioni poste dall’ANCI non hanno ottenuto un’adeguata risposta e una condivisa soluzione. Nel corso dell’incontro il Miur ha riconsegnato il documento sul Piano Finanziario presentato nella precedente riunione di fine 2003 ed ha presentato un nuovo documento, in cui si sostiene che non appare urgente approvare detto piano finanziario, poiché solo per i provvedimenti che comportino “nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica”, l’articolo 7, c. 8 della legge 53/2003 dispone una preventiva “approvazione dei provvedimenti legislativi che stanziano le risorse finanziarie allo scopo destinate”.

Appare chiaro che le argomentazioni del Miur sono del tutto insoddisfacenti e non condivisibili, in quanto affermano che la disposizione prevede una norma di finanziamento in caso di maggiori oneri per la finanza pubblica ed esclude, invece, la necessità di un provvedimento per nuovi e maggiori oneri a carico di Comuni, Province e Regioni, quali saranno certamente quelli derivanti dall’applicazione delle norme sul diritto allo studio ai 125.000 nuovi studenti contabilizzati dal Miur.

Parimenti inevaso è rimasto il secondo fondamentale quesito, ossia quale sia l’ente locale, Comune o Provincia, a cui saranno attribuite le competenze relative all’estensione del diritto dovere, già obbligo scolastico, rimanendo indeterminato se l’obbligo si completa oltre la terza media, ora scuola secondaria di primo grado, di competenza della Provincia, in quanto scuola superiore, o è sempre scuola dell’obbligo e quindi di competenza comunale.

Si tratta di questioni che richiedono una immediata soluzione e chiarimento, dovendo l’ente locale competente programmare e stabilire già da ora attività quali appalti e servizi per far fronte dal prossimo anno scolastico prossimo a quanto previsto dai due decreti in corso di elaborazione. Ti chiedo, pertanto, di cogliere l’occasione per un chiarimento della materia, stante anche la proposta di legge che il Parlamento sta esaminando riguardante la “Armonizzazione della normativa sul diritto allo studio” DDL 2113, peraltro senza coordinamento con quanto stiamo invece discutendo in Conferenza. A tal fine, - conclude Domenici - ritengo sia opportuno stralciare dall’ordine del giorno del 14 ottobre il provvedimento sull’ampliamento del diritto-dovere all’istruzione e alla formazione, per procedere agli approfondimenti richiesti”.


Sintesi dei lavori della Commissione scuola del 13 ottobre

In data 13 ottobre si è svolta la Commissione scuola che ha registrato la presenza degli Assessori di Roma, Napoli, Torino, Pisa, Padova, Novara, Palermo, Bologna e dei rappresentanti di Anci Puglia, Anci Lazio, Anci Lombardia e dirigenti di Prato, Venezia, Catania, Firenze.

Seguendo l’ordine del giorno la Commissione ha dato parere favorevole al programma del Seminario su: “Un nuovo patto tra la scuola e la città per la promozione della persona e lo sviluppo delle comunità.” che si svolgerà il 4 novembre alle ore 9,30 a Genova durante i lavori della XXI Assemblea annuale dell’Anci.

Ha inoltre convenuto sul fatto che qualora il decreto del Miur sull’ampliamento del diritto-dovere non dovesse essere stralciato dall’ordine del giorno del 14 ottobre, per consentire un approfondimento delle parti giuridiche e finanziarie, come dalla seconda lettera del Presidente Domenici al Ministro La loggia, (sul sito) il parere dell’Anci non potrà che essere negativo.

La Commissione si è riservata di esprimersi sulla richiesta di convenzione con la Fism e sul documento conclusivo di Settembre Pedagogico.

Durante i lavori molti dei presenti hanno risollevato il problema della edilizia scolastica e della prossima scadenza del termine del 30 dicembre 2004, per la messa a norma degli istituti scolastici.

La Commissione ha deciso di rilasciare un comunicato stampa (sul sito) per far sapere che saranno chieste audizioni ai gruppi parlamentari e alle Commissioni Istruzione di Camera e Senato, affinchè si conosca la quantità di risorse che i comuni hanno direttamente impegnato, rispetto allo stanziamento statale e che neppure possono utilizzare appieno, stante la citata scadenza.

Dal primo gennaio 2005 infatti anche una minima parte di un solo edificio scolastico non a norma, potrà far scattare le responsabilità penali previste dalla norma per gli amministratori, anche se tutti gli altri edifici del comune sono stati regolarizzati.

E’ evidente la contraddizione con le altre norme di finanziamento che stanno ora assegnando a Comuni e Province le risorse degli ultimi due anni di finanziamento della legge 23/96 e che potranno essere spesi a decorrere da ora.

Quindi nel 2005, mentre si faranno i lavori di adeguamento a norma, utilizzando i finanziamenti previsti da una norma statale del 2004, l’amministratore potrà essere penalmente perseguito perché non ha speso prima lo stesso finanziamento !.

Quindi non è di proroga indiscriminata che il Parlamento si dovrà occupare ma, come nell’emendamento saltato per ragione incomprensibili durante l’approvazione del decreto omnibus estivo, di un provvedimento che, vista la necessità di consentire la completa utilizzazione delle risorse stanziate per l’adeguamento a norma degli edifici scolastici, consenta alle Regioni di procedere alla determinazione di una nuova scadenza dei termini, previsti dall’articolo 15 della legge 265/99, che sia limitato alle situazioni in cui i piani triennali di investimento abbiano concretamente previsto le risorse e non superi il completamento dei lavori inseriti nel piano delle opere pubbliche, alla data di emanazione della legge.

Naturalmente la Commissione si è augurata una vasta partecipazione al seminario di Genova.


Resoconto punti all’odg della Conferenza Unificata del 14 ottobre 2004

Forte della sicura approvazione in Parlamento dei due decreti applicativi della Legge Moratti sull’estensione del diritto-dovere e sull’alternanza scuola lavoro, la sottosegretaria Aprea non ha voluto, nella Conferenza Unificata del 14 ottobre, riaprire la discussione chiesta da Anci, Upi e Uncem sugli aspetti finanziari, nonostante il già espresso parere negativo delle Regioni, che non hanno rilevato le condizioni per l’intesa e il preannunciato parere negativo di Province e Comuni, nel caso di un rifiuto.

Purtroppo l’Anci deve ancora una volta constatare che rispetto alla loro fattibilità i provvedimenti del MIUR sono evanescenti e che si continuano a sfornare provvedimenti che già si sa non potranno trovare corretta applicazione.

Se consideriamo le difficoltà economiche dei Comuni, ormai rappresentate in tutte le sedi e in tutti i settori, dove si troveranno le risorse per l’ampliamento del diritto allo studio alla nuova ondata di studenti?

Pertanto delle due l’una o i nuovi studenti non troveranno nella scuola le provvidenze di cui usufruiscono gli altri, mense, trasporti, libri, aule, arredamenti, materiale didattico, assistenza ai disabili, o tutti avranno meno provvidenze, cioè meno diritto allo studio, perché il MIUR considera allargamento della spesa pubblica solo i nuovi oneri dello stato, mentre i nuovi oneri degli enti locali non costituiscono un problema neppure degno di discussione.

Non è nascondendo la testa sotto la sabbia che risolvono i problemi e purtroppo chi ne farà le spese come al solito saranno i cittadini che troveranno servizi sempre peggiori.




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