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50mila docenti di dubbia lealtà
Corsera - 05-10-2004

Un libro di Angel Luis Abos ripropone le manipolazioni del regime nei manuali scolastici delle scuole elementari


La storia secondo Franco: eroi d'acciaio e «sanguinari ebrei»


I manuali scolastici delle elementari, nell'epoca franchista, non andavano tanto per il sottile in fatto di storia. I poveri bambini spagnoli imparavano dal manuale La storia di Spagna raccontata con semplicità , distillato di antisemitismo sponsorizzato dal regime, che gli ebrei «bevono il sangue dei cristiani», che erano «spie, cospiratori politici che vivevano in segreta amicizia con i Mori», che «si dedicavano al furto di ostie consacrate nelle chiese e poi le calpestavano e profanavano in segreto».

Imparavano pure che «la libertà umana conduce alla anarchia», che Manuel Azana, presidente della repubblica prima della Guerra Civile, «bruciava vivi
coloro che non la pensavano come lui» e tante altre cose. Nel libro La storia che ci insegnarono, 1937-1975 , (Editorial Foca), il professor Angel Luis Abos ha analizzato oltre duecento manuali dell'epoca e ha raccolto gli esempi più eclatanti di manipolazione nello studio del passato, a uso e consumo delle menti giovanili.
L'opera, che esce nelle librerie mentre la Spagna celebra il 25mo anniversario della Costituzione e la sua mirabile transizione dalla dittatura alla democrazia, rappresenta un altro passo nella rottura del cosiddetto «pacto de olvido», «patto non scritto» fra destra e sinistra all'indomani della scomparsa del Caudillo.

Era basato sull 'oblio e il silenzio, che doveva coprire il passato per non riaprire vecchie ferite.

Fu una saggia decisione e il risultato è positivo a giudicare dai progressi compiuti dalla Spagna in questo periodo di tempo ma ora, a ventotto anni
dalla morte di Franco, il tabù si rompe. Sono usciti e continuano a uscire libri su quel periodo che diventano bestseller, si aprono mostre che hanno
un successo di pubblico superiore alle più ottimistiche previsioni degli organizzatori, si recuperano le ossa delle vittime della Guerra Civile dalle fosse comuni. Il dibattito è aperto e si parla di tutto.

Non poteva mancare un'analisi dettagliata e critica dei manuali di storia dal 1937 al 1975. Il libro di Abos poggia sui quattro pilastri della didattica franchista: il mito della Spagna come unità di destino, la spada al servizio della croce,
la vocazione all'impero, lo spirito della razza.

«Ho voluto esaminare gli aspetti più ridicoli del sistema educativo del tempo - afferma l'autore -. In gran parte, era ispirato alla credenza di Franco che il suo regime aveva ricreato il regno dei Reyes Catolicos
Isabella e Ferdinando nel XV secolo». Francisco Franco credeva che la Spagna moderna fosse stata corrotta dalle idee illuministe provenienti dalla
Francia. Nel Catechismo patriottico spagnolo, libro di testo obbligatorio nelle scuole dal 1939, si spiegava che «i nemici della Spagna sono sette: liberalismo, democrazia, ebraismo, massoneria, marxismo, capitalismo e separatismo, nemici vinti nella Grande Crociata anche se non annichiliti, poiché si nascondono come scarafaggi schifosi in bugigattoli immondi, rilasciando la loro bava e avvelenando l'ambiente».

Quando l'esercito nazionalista ribelle emerse vittorioso dalla terribile Guerra civile, il regime si liberò di circa 50mila insegnanti di dubbia lealtà ideologica e li sostituì con gente di provata fede che doveva
inculcare nella mente dei bambini e dei ragazzi «i nuovi valori»
.

Fra i nuovi valori, vi era l'immutabilità delle classi sociali. In un Paese dove la grande maggioranza era povera la lezione da apprendere era semplice.
In un manuale si dice che i meno favoriti «devono accettare la loro condizione sociale» e in un altro libro di testo è scritto che «le categorie sociali sono stabilite da Dio, dalla società e dalla stessa natura: non si deve trattare allo stesso modo il signor vescovo e il semplice sacerdote».
La manipolazione non si fermava di fronte all'evidenza. Il dittatore era piccolino, grassoccio, calvo, con una flebile vocina. Nella Enciclopedia pratica del pargolo, considerata poco meno che una sacra scrittura, emerge come un «eroe erculeo di robusta costituzione».

Il colpo di Stato militare del 18 luglio 1936, contro la Seconda repubblica, viene così descritto: «E un giorno ardente e caldo di luglio, come piovuto dal cielo, atterrò da un uccello di acciaio un Eroe coraggioso e deciso che
affrontò il Dragone con la sua nuda spada». A fianco vi è il disegno di un Franco idealizzato, atletico guerriero crociato, con corazza e spadone.

Mino Vignolo

Dal Corsera del 21 dicembre 2003

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