La lotta dei pescatori
Raffaele Ibba - 29-09-2004
Ricevo da Alberto Masala, poeta sardo che vive a Bologna, questa richiesta di solidarietà per la lotta dei pescatori di Teulada, e non solo, contro le basi militari.


"Lancio un appello in sostegno della lotta dei pescatori di Teulada che, dal mese di giugno stanno uscendo con le loro barche per opporsi alle forze armate che si esercitano sul loro mare - Ogni volta che il tempo lo permette, i pescatori si mettono coraggiosamente fra chi spara e i bersagli.
a volte sono anche stati oggetto di alcuni colpi che gli eroici militari che giocano alla guerra hanno indirizzato verso di loro.
Questa giusta lotta è colpevolmente trascurata dai media. Se ne sa poco. E poco se ne vuol sapere.
Non esagero se affermo che la situazione in Sardegna è davvero drammatica ed acquista risvolti ancora più toccanti nella lotta di pochi pescatori teuladini contro il colosso NATO/USA.
Stiamo assistendo infatti ad un abusivo ed arrogante ampliamento della base di La Maddalena, ad un estendersi preoccupante di casi di leucemia e tumori nell'area del Salto di Quirra e di Teulada.
Nell'isola il demanio militare permanentemente impegnato ammonta a 24.000 ettari; in tutta la penisola italiana raggiunge i 16.000 ettari. A questa cifra vanno sommati i 12.000 ettari gravati da servitù militare. Gli spazi aerei e marittimi sottoposti a schiavitù militare sono di fatto incommensurabili, solo uno degli immensi tratti di mare annessi al poligono Salto di Quirra con i suoi 2.840.000 ettari supera la superficie dell'intera isola (kmq 23.821).
A questo proposito allego un importante documento di denuncia del Comitato Sardo "Gettiamo le basi" che, pur essendo molto attuale, risale al 2001.
pochi e sporadici sono i pronunciamenti da parte degli artisti e intellettuali (sardi e non) a confermare la disinformazione o, peggio, che la sfera del pensiero e dell'arte debba e voglia agire ad una tranquillizzante distanza dai drammi del quotidiano. Vi chiedo calorosamente di smentire questa affermazione sottoscrivendo questo primo appello. La fiducia nella vostra sensibilità e intelligenza mi spinge a sperare ancora.
Il giorno lunedì 27, riprendono le esercitazioni nel poligono di C. Teulada. I pescatori di Teulada e Sant'Anna Arresi hanno annunciato pubblicamente che bloccheranno le manovre di guerra entrando con le loro barche nelle acque interdette
come riporta la Nuova Sardegna di oggi, la richiesta è: "Diritto al lavoro in sicurezza".
Il grosso della mobilitazione è previsto dal 4/22 ottobre in concomitanza con un'imponente esercitazione Nato-6° Flotta Usa.
I pescatori esigono di svolgere la loro attività nell'immensa zona a mare interdetta, l'unica accessibile alle loro piccole imbarcazioni, e "pretendono" che l'area, come impongono leggi e regolamenti delle FFAA, sia bonificata, ripulita dall'accumulo di ordigni bellici esplosi e inesplosi. Per poter ripulire il tratto di mare sottoposto da 50 anni a schiavitù militare e mai bonificato, a detta di alcuni militari, bisognerebbe sospendere tutte le attività del poligono per circa 15 anni. Un ammiraglio ha valutato "a occhio" i costi dell'operazione e ha affermato (..rifiutando che fosse messo a verbale) che per la Difesa sarebbe economicamente più conveniente regalare una villetta in Tunisia a tutti i teuladini accollandosi anche le spese di trasferimento.
La lotta per riappropriarsi delle aree off limits "minaccia" di estendersi agli altri poligoni. le marinerie di Arbatax (poligono Salto di Quirra) sono in stato di agitazione e, in particolare a quello di Capo Frasca. L'Unione sarda di oggi riporta in buona evidenza in pagine di Oristano
"I pescatori: occupiamo Capo Frasca. Fronte comune per rilanciare la vertenza servitù militari
" .


La mia posta di solidarietà è questa:


Carissimi,

ho ricevuto da Alberto Masala la richiesta di solidareità alla vostra iniziativa.
Mi chiamo Raffaele Ibba e sono un insegnante e poeta che vive qui a Cagliari.
Sottoscrivo la vostra lotta che mi pare giusta e legata alla necessità di pace.
La poesia che vi allego l'ho scritta per voi e per sostenere la vostra lotta. Potete farne l'uso che volete, tenendo conto che la invierò ai miei indirizzi insieme al messaggio di Alberto con la richiesta di solidareità alla vostra lotta e col vostro documento.
Grazie e cerchiamo di dare alla volontà di pace più ragione della forza delle armi.


Raffaele Ibba
Per certezza di pace



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