breve di cronaca
Liguria: buoni scuola, è rivolta. Annunciato referendum abrogativo
La Stampa - 01-03-2002
MANIFESTAZIONE DI PROTESTA CONTRO LA LEGGE AL VOTO DEL CONSIGLIO REGIONALE

Buoni scuola, è rivolta
Annunciato referendum abrogativo


di Alessandra Pieracci

GENOVA - Giornata di mobilitazione massiccia contro i buoni scuola, in concomitanza con la seduta del consiglio regionale in cui si voterà proprio la legge in materia. Manifestazioni e cortei nel centro, a partire dalle 9, con presenza in via Fieschi, mentre da rifondazione comunista arriva l´annuncio di una raccolta di firme per indire un referendum abrogativo dei buoni scuola in Liguria. I due consiglieri del prc Arturo Fortunati e Vincenzo Nesci faranno ostruzionismo all'approvazione della legge presentando decine di emendamenti. «Naturalmente sappiamo che non sortirà alcun effetto - dice Fortunati -: il centrodestra ha la maggioranza e alla fine voterà i buoni scuola». Quindi, il giorno stesso della pubblicazione della legge sulla Gazzetta Ufficiale partirà la raccolta di firme. «Quel miliardo e mezzo di buoni scuola - aggiunge Fortunati - andrà solo al 5% di famiglie che manda i figli in istituti privati, quasi tutti confessionali. Un miliardo e mezzo non è poco se si pensa che in tante scuole pubbliche i genitori devono acquistare persino la carta igienica perchè le risorse non bastano». Secondo i dati elaborati dalla Cgil, infatti, il bacino dell'utenza scolastica a Genova è di 61 mila e 510 persone: solo il 5% di queste frequenta la scuola privata. Come dire, commentano alla Cgil, che oltre 58 mila studenti sono tagliati fuori dai benefici previsti dalla Regione». Oggi rifondazione e Cgil sono in piazza insieme con le altre sigle del Forum Sociale di Genova, coordinamento studenti, sindacati di base. Il segretario regionale del sindacato confederale, Mauro Guzzonato, annuncia una «opposizione estrema al progetto di impoverire la scuola pubblica, di cui i buoni scuola sono solo un tassello». La Cgil ha deciso di organizzare, dalle 9,30 alle 11, un presidio davanti alla Regione dove confluirà anche il corteo organizzato dal Forum. «Il testo all'esame - spiega Guzzonato - prevede che siano pagate solo le spese di iscrizione e frequenza: per ottenere il rimborso minimo (250 euro) una famiglia deve spendere almeno 500 euro. È evidente che questi soldi andranno alle scuole private: nella scuola pubblica come è noto non c'è spesa di frequenza e i costi di iscrizione sono irrisori. Va da sè che a beneficiare dei buoni scuola saranno le famiglie che possono permettersi già oggi di sostenere spese considerevoli». Ben diverso - sottolineano i dirigenti della Cgil - se fossero inclusi nelle spese rimborsabili la mensa, i libri e il trasporto, le tre voci che incidono fortemente sui bilanci delle famiglie che mandano i figli alla scuola pubblica». Il tetto massimo del rimborso, che copre la metà della spesa, è comunque di mille euro per chi non supera il reddito di 90 milioni di lire, cioè circa 44 mila euro. Studenti in Movimento, una delle sigle che partecipa alla manifestazione, sottolinea che, anche rispetto ad una discutibile concezione di uguaglianza tra pubblico e privato, i buoni scuola rafforzano solo la scuola privata. «Le risorse per i buoni scuola - ricordano - sono sottratte al capitolo di spesa della Regione per l'Ersu: già quest'anno molti studenti universitari, giudicati idonei, non hanno ricevuto la borsa di studio perchè non c'erano soldi». Il corteo, partenza alle 9 da Caricamento, percorso lungo via Gramsci, via delle Fontane, le gallerie, via XXV Aprile, via Dante, via Fieschi, oltre a protestare contro i buoni scuola, intende respingere la riforma Moratti. Il sindacato di base e il Forum sociale stanno sollecitando su questi temi iniziative direttamente nelle scuole: assemblee con studenti, docenti e genitori a partire da marzo in tutti gli istituti liguri.



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