Scuola: siamo al caos ma il governo fa finta di nulla
Ufficio Stampa on. Alba Sasso - 23-09-2004
“Nonostante le rassicurazioni formali e nonostante l’immagine di efficienza che questo governo vuole ‘venderci’, il caos in cui è partito il nuovo anno scolastico è sotto gli occhi di tutti”. Così le deputate diessine Alba Sasso e Piera Capitelli, nel corso del question time presso la Camera dei Deputati.

“L’unico dato certo, nonostante le rassicurazioni del ministro Giovanardi, è che il governo non intende emanare il decreto necessario all’attuazione di un piano triennale di assunzioni dei docenti che copra i tanti posti vacanti. Il governo, di contro – concludono le esponenti diessine - porta avanti la logica di chi nasconde la polvere sotto il tappeto. Si vuol far finta di nulla quando sono ben 20mila i ricorsi presentati per delle graduatorie che daranno vita al più grande carosello di insegnati che la scuola italiana ricordi”.



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 ilaria ricciotti    - 23-09-2004
Carissime Alba e Piera,
vista la situazione di caos, fate sì che i partiti all'opposizione indicano immediatamente un referendum per eliminare questo disastro.

 Rolando Borzetti    - 25-09-2004
Segnalo da altra lista:

E' con un malessere misto ad una certa tristezza che verifico la totale assenza di dibattito politico e didattico attorno al d.l. 59 che ha trasformato in "legge" la riforma Moratti. Il Ministero minaccia sanzioni per dirigenti scolastici che non sollecitano le novità introdotte dalla riforma, chiede i nomi dei disobbedienti, i carabinieri entrano in una scuola romana per verificare lo stato dell'arte e chiedono se e chi siano gli eventuali scioperanti, i collegi deliberano contro ma non serve a nulla, i collegi non deliberano affatto e i dirigenti fanno ciò che vogliono. Ma la Moratti inaugura l'apertura dell'anno scolastico affidandosi alla scuola che sola può educare alla pace mentre tutti noi ci sentiamo in uno stato di polizia in cui nessuno viene ascoltato e il dissenso ha cessato di avere senso.
La riforma Moratti sarà anche legge ma non naviga in un vuoto normativo ed esiste una gerarchia delle norme e la cosiddetta priorità formale nel senso che ci sono leggi più leggi delle altre e, non dovrebbe esserci dubbio, che si tratta delle norme costituzionali e delle leggi approvate a seguito di un democratico dibattito parlamentare e quindi condivise dall'organismo deputato a legiferare che rappresenta l'intera nazione e non una sola parte.
Ma il Parlamento è stato svuotato del suo ruolo e i collegi dei docenti esautorati.
La Moratti stampava opuscoli molto prima che il d.l.59 venisse approvato.
Le case editrici hanno prodotto libri con le Indicazioni nazionali che, accolte con perplessità e sdegno dalle comunità scientifiche, non possono, allo stato attuale, sostituire né i Nuovi Programmi dell'85 nè gli Orientamenti del '91 né i programmi della media del 79.
Nelle scuole si sta applicando l'orario delle 27+3 rubando tre ore di tempo scuola ai bambini e imbrogliando le famiglie che quando hanno iscritto i loro figli nel mese di gennaio hanno pensato di iscriverli al tempo pieno o alle trenta ore obbligatorie. Oggi firmano per le tre ore opzionali senza esercitare alcuna scelta (non si chiede se preferiscano il tempo pieno, normale o prolungato) fidandosi delle insegnanti che dicono (mentendo) che non è cambiato nulla.
Qual è il coraggio della nostra categoria? Dov'è andata a finire la nostra dignità di persone? Come possiamo continuare ad "educare" se lasciamo che altri ci rubino i sogni, i progetti, gli stili educativi?
Dov'è la sinistra? Perché cinque regioni non chiedono l'indizione del referendum per abrogare questo perverso disegno che vorrebbe limitare la diffusione del sapere?
Bisognerebbe veramente dare vita ad un movimento di disobbedienti e autodenunciarsi del reato di lesa maestà.
D'altronde se Berlusconi riesce impudicamente a dichiarare che pensa di essere rimasto l'unico in Italia a volere la riduzione delle tasse non ci resta che ridere ma dovrebbe essere una risata capace di tracimare e trascinare con sé tutta l'arroganza di questo governo.
Ma quanti sono i disobbedienti?
Cominciamo a firmare le liste di proscrizione
P.F.

 Grazia Perrone    - 25-09-2004
Perché i sindacati (tutti) continuano a sedersi a quel tavolo e - abbandonandolo - non chiedono alla categoria di mobilitarsi?

Forse perché avrebbero dovuto svegliarsi prima. Non ora che la riforma (piaccia o no) è una legge dello Stato che (contrattualmente) può essere solo mitigata e non ... elusa (vero Dacrema?).

Legge da eludere o abrogare come chiede la stragrande maggioranza dei docenti.

Ma questo i sindacati che concertano non possono dirlo perpetuando la ... finzione sociale che li vuole protagonisti di un copione già scritto.

Ovvero dalla legge n. 29/93 (e successive modifiche e integrazioni).

Aggiungerei.

P.S.: naturalmente se ho scritto qualche insesatteza sono certa che Dacrema (o chi per lui) mi correggerà).

 Giuseppe Aragno    - 25-09-2004
Sì, Grazia, è così: dopo il danno la beffa. Sarebbe bello se le onorevoli Capitelli e Sasso, che evidentemente non hanno il senso del ridicolo, si decidessero ad indirizzare comunicati stampa e resoconti di question time alle organizzazioni sindacali che a questo caos ci hanno condotto, trattando e contrattando con la Moratti.
Sarebbe bello, ma non lo faranno.
Eppure hai ragione: qualcuno dovrà pur chiederglielo a questi signori perché non hanno voluto neanche provare ad intraprendere serie iniziative di lotta, per appoggiare la protesta di genitori e docenti né prima che la riforma da progetto diventasse legge, né mentre lo diventava. Qualcuno dovrà pure chiederglielo perchè il mondo del lavoro non è stato mobilitato in difesa della scuola dello Stato, perché si è giocato a riampiattino ed ora, ora che la proposta è legge c'è chi ci spiega - ti rubo le parole, ché meglio non so dirlo - "che (contrattualmente) può essere solo mitigata e non ... elusa".
E diamine! Lo sapevano bene i lavoratori, lo sanno da sempre. Se se sono dimenticati - e prova a capire, hanno mille cose a cui pensare - politci e sindacalisti. E non c'è stato che fare: glielo abbiamo ripetuto migliaia di volte, ma è stata fatica persa. E' dal 1993 che gli tiriamo la giacca, li avvisiamo, gli urliamo nelle orecchie: niente. Sconcertantemente fermi. Sindacalisti e politici, Sasso, Capitelli, Panini e compagnia bella. Come? Ah, distratti dalla legge n. 29/93 e successive modificazioni e integrazioni? Che fai, insinui?
Tu te la ricordi la nausea dannunziana per "la fetida ruina"? Bene: gli sconci che disgustavano il vate Gabriele erano alla fine poco meno che profumi. Qui invece l'aria s'è ammorbata: è addiittura infetta. Qui siamo al trionfo dello sfacelo, al sabba della decomposizione, all'orgia da basso impero. Ma - sostengono - siamo in democrazia. Funziona così: a te ed a me, ci danno l'ostracismo. E se noi tagliamo, come sarebbe finalmente ora di fare, i Sasso, i Capitelli, i Panini, i Dacrema e chi più ne ha più ne metta, puoi esserne certa, è garantito: diventiamo nostalgici vetero comunisti.
E ridi, dai, ridi, che fa buon sangue. Però, non farti illusioni: il fondo non l'abbiamo ancora toccato.




 Grazia    - 27-09-2004
Hanno fatto di più e di peggio, caro Giuseppe,

Hanno castrato il nostro spirito ribelle sottoscrivendo (e suggerendo) leggi antisciopero nei sevizi pubblici che lo rendono, praticamente, inutile se non ... illegale.

Dov'erano le onorovoli Sasso e Capitelli quando il governo D'Alema promulgava la legge n. 83/2000 che peggiora la già pessima legge n. 146 /90 sulla regolamentazione dello sciopero nei servizi pubblici?

In Parlamento a votarla ... naturalmente. E avevano già pronto un bel "buon" contratto se il centrosinistra di "Cicciobello" Rutelli avesse vinto le elezioni del 2001 (Dacrema, se sbaglio, smentiscimi e ... sarò lieta di postare in rete la bozza già pronta per la firma).

Ora - a noi vetero.comunisti (ma sono orgogliosa di esserlo) - non resta che ... "sputtanarli".