In Italia la notizia - che si perde nel cicaleccio vacanziero - arriva con il tiggì delle 20 che "rilancia" una nota delle 19,19 dell'agenzia Adn Kronos che riportiamo integralmente:
"Baghdad 20 agosto. Non si avrebbero più notizie, da circa 24 ore, di un italiano che si trovava in Iraq e scriveva corrispondenze per Diario. L'uomo, che non darebbe più notizie di sé da ieri, sarebbe il milanese Enzo Baldoni, di professione pubblicitario. A quanto apprende l'AdnKronos l'ambasciata italiana a Baghdad, nel fare le consuete verifiche sulla presenza dei nostri connazionali in Iraq, non è riuscita a mettersi in contatto con Baldoni, che tuttavia sarebbe sprovvisto di telefono satellitare".
In verità l'ambasciata italiana (...)"
non ha mai fatto verifiche (...)" sulla presenza di Baldoni in Iraq ma ha ricevuto un, dettagliato e congruo, rapporto dalla Croce rossa.
Non da
24 ma da pochissime ore sono stati persi i contatti con il nostro connazionale.
In circostanze inequivocabili.
Il comunicato d'agenzia, in verità, si presta ad ... "interpretazioni" fantasiose - subito riprese e "abbellite" dai soliti ...
inviati della domenica - ma la Croce rossa (così come il ministero degli esteri) che sa ...
non chiarisce né smentisce contribuendo - di fatto - al diffondersi della leggenda che vuole un
Baldoni "
pirlone" in cerca di ... "
vacanze esagerate".
Di più. In una comunicazione - datata
24 agosto - indirizzata al Comitato internazione della Croce rossa nella quale la Cri deve indicare lo svolgimento dei fatti del 19/20 agosto Scelli, con formulazione ambigua, scrive: (..)"
il rapimento non è legato a operazioni sul terreno della Croce rossa italiana (...)" [1].
Ma c'è di peggio. Il 23 agosto il commissario starordinario della Croce rossa è a Rimini al Meeting di Comunione e Liberazione: ai giornalisti che lo intervistano - la notizia è rilanciata da un'Ansa delle 17,37 - dice che (...)
non è ancora certo che Baldoni sia stato rapito e, perfidamente, aggiunge: (...)"
auguriamoci che sia in giro a fare quegli scoop che tanto ama (...)". [2]
La verità, purtroppo, è un'altra e comincia a trapelare. Quello stesso giorno (23 agosto) il giornalista Rai, Pino Scaccia, scrive - sul suo blog - una dettagliatissima versione della missione: (...)"
Dopo (il primo) attentato avvenuto ad appena quaranta chilometri da Baghdad, a Mahmudiyah, tutti, dico tutti, abbiamo proseguito per Najaf. Baldoni stava dentro la colonna nell'auto di Ghareeb, la Rai (cioè io e l'operatore Norberto Sanna) stavamo sui mezzi della Croce rossa. Tutti, ripeto, tutti, siamo arrivati a Najaf. Non vorrei ripetere quello che mostro nei telegiornali da allora, in tutti i tg e in tutte le edizioni. Siamo arrivati a Najaf. Tutti. (...)"
A confermare questa versione contribuisce la testimonianza - apparsa sul sito
www.electroniciraq.net lo stesso giorno - di Hellen Williams.
La speranza che Enzo fosse libero "a caccia di scoop" tramonta definitivamente martedì 24 agosto quando Al Jazeera trasmette il video che annuncia il rapimento.
E' la prova definitiva che il giornalista italiano è stato rapito durante il secondo agguato al convoglio della Croce Rossa.
Sono trascorsi, inutilmente,
quattro giorni.
[1] cfr. Diario n. 33 pag. 24
[2] ibidem pag. 26