8 Settembre 1943
Redazione - 08-09-2004
Da Aprile online riportiamo stralci di un articolo che commemora una data importante per la storia Italiana.
L'italia si ribella al Nazifascismo continua il titolo e ci colpisce soprattutto una parola, ribellione.
Non crediamo nelle memorie chiuse ed incasellate nel loro passato, incapaci di aprirsi al cambiamento. Crediamo invece, e ce ne sentiamo responsabili come cittadine e cittadini, come insegnanti, come donne ed uomini calati nel loro presente, alla possibilità di navigarlo, questo presente, alla luce di un passato che sa confrontarsi con se stesso.
"Fu un momento drammatico" ci dice Nicola Tranfaglia, e sotto gli occhi abbiamo i drammi di oggi.
"Ma quel giorno" continua l'articolo "nacque nei partigiani l’abbandono della vecchia patria fascista": una lacerazione, come quella che deve provare chi, tentando alternative nei territori di guerre non volute, contraddice una "patria" difficilmente cancellabile.
I passati si ripetono sempre e ci chiedono di accostare, alla pietas profondissima e silenziosa, la testarda, lucida, capacità di comprendere, che significa “scoprire, vedere, percepire, rendersi conto di qualcosa, catturare, afferrare” , ma "insieme"



60 anni fa l'armistizio fra il Governo Badoglio e gli Alleati

................ Quel giorno di sessant’anni fu gli angloamericani annunciarono la firma dell’armistizio da parte del governo Badoglio con gli americani. Vittorio Emanuele III fuggì di notte a Pescara abbandonando la capitale subito dopo occupata dai nazisti e il comando supremo italiano abbandonò a sua volta settecentomila ufficiali e soldati italiani sorpresi in tutto il mondo mentre combattevano al fianco dei nazisti.
Il risultato della crisi fu la morte per migliaia di militari italiani (come a Cefalonia) e l’internamento di oltre mezzo milione di loro nella Germania nazista. Pochissimi tra i militari internati, meno del dieci per cento, optò per la causa dell’Asse e restarono quindi prigionieri dei nazisti fino alla primavera del 1945.
In Italia per altri milioni di italiani si pose la scelta drammatica tra nascondersi, andare in montagna e diventare partigiani o aderire alla Repubblica Sociale Italiana.
Fu un momento drammatico e segnò l’inizio di una guerra aspra in tutto il paese - salvo che nelle regioni dell’estremo Sud già liberate dagli alleati - tra i partigiani e i sostenitori della repubblica collaborazionista di Salò. Durò venti mesi e sparse migliaia di vittime nella tormentata penisola.
Ma quel giorno - come dimostreranno gli avvenimenti successivi - nacque nei partigiani l’abbandono della vecchia patria fascista e la speranza di una Italia nuova democratica e antifascista da costruire alla fine della guerra.
Maturarono in quei venti mesi, dopo la già avvenuta elaborazione ideale delle correnti antifasciste, le idee di base per la Costituzione democratica del 1948 che sarebbe nata dal dibattito dell’Assemblea Costituente con la collaborazione tra i liberaldemocratici, i cattolici democratici, gli azionisti, i socialisti e i comunisti.

Oggi la destra al potere e i suoi corifei, più presenti nella stampa quotidiana che tra gli storici (almeno fino a questo momento) tentano di negare il valore fondante della lotta armata contro i nazisti e i fascisti, rivalutano quelli che scelsero Salò per combattere insieme con i nazisti, lavorano intensamente per distruggere i valori essenziali della costituzione ................

Nicola Tranfaglia

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