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La tigre e la neve
Repubblica - 03-09-2004
La favola di Benigni nell´Iraq della guerra



ROMA - Era riuscito a portare il sorriso e la leggerezza nell´orrore dei lager nazisti e adesso Roberto Benigni affronta una nuova sfida: portare la poesia nell´inferno dell´Iraq. Il nuovo film, di cui sono cominciate ieri le riprese a Roma sullo sfondo del Palazzo di Giustizia, si chiama La tigre e la neve e il titolo già evoca bizzarri contrasti. Il personaggio è Attilio De Giovanni e, nell´annuncio del film, Benigni lo definisce "un poeta innamorato della poesia ma ancora più innamorato di una donna, Vittoria, che riempie i suoi sogni". Ma gli amori felici non sono divertenti, e Vittoria, interpretata da Nicoletta Braschi, che per la Melampo è anche produttrice del film, non corrisponde. Anzi, cerca in ogni modo di liberarsi di Attilio.
Il quale è pur sempre Benigni, esuberante e irrefrenabile, deciso a non arrendersi e ad inventare situazioni e gag per la conquista della bella. È facile prevedere che sarà questa la parte più comica della storia che Benigni ha scritto ancora una volta con Vincenzo Cerami. Improvvisamente il gioco del corteggiamento e del rifiuto cambia toni e colori, Attilio e Vittoria si ritrovano in Iraq all´inizio del conflitto, sconvolti dalla devastazione e dal dolore. Attilio non conosce una parola di arabo, nella sua vita non ha mai preso in mano neanche un fucile giocattolo: le sue armi sono la poesia, il sorriso, l´attenzione agli altri, la ricerca di un contatto fatto di sguardi, di gesti, di ammiccamenti.
L´amore di Attilio per Vittoria diventa così un sentimento più grande ed universale, è l´amore per l´umanità più sfortunata e dolente, per le vittime innocenti e impotenti di giochi di potere spietati. Sono tanti i personaggi stravaganti e talvolta surreali interpretati da Benigni: Mario Cioni che in "Berlinguer ti voglio bene" spera nella rivoluzione del Pci per liberarsi del complesso edipico, il maestro di scuola in "Chiedo asilo" di Ferreri, i tre Benigno di "Tu mi turbi" - un pastore senza gregge che fa da baby-sitter a Gesù bambino, un disoccupato, un bersagliere in servizio all´altare della Patria - il boss mafioso Johnny Stecchino e il sosia Dante, "Il piccolo diavolo" spudorato e beffardo, il folle Salvini che insegue sogni d´amore ascoltando "La voce della luna" evocata da Fellini, fino a Guido Orefice di "La vita è bella". L´ultima impresa di Benigni è stata Dante, la lettura dell´ultimo canto del Paradiso, in diretta su RaiUno, riproposto poi con incredibile successo negli Usa, davanti ad un pubblico di lingua inglese, rapito e commosso. E non a caso Flavio Cattaneo, direttore generale della Rai, ha parlato del suo sogno, quello di avere ancora in tv Dante e Benigni.
Ma forse Attilio De Giovanni è l´impresa più ardua, il più impegnativo dei suoi personaggi: vuole portare poesia e amore dentro una realtà che ogni giorno è protagonista sui media con le sue implacabili notizie di morte e distruzione.
In "La tigre e la neve" c´è un personaggio misterioso, una sorta di Deus ex machina", che entra pesantemente nella vicenda ed è interpretato da Jean Reno, con il suo fisico aggressivo, con la sua fama di duro. Tigre o neve? Alla domanda l´attore francese rispose: "Con questa faccia potrei rappresentare il morbido candore della neve?". Per il film Benigni ha raccolto alcuni dei consueti collaboratori, come Elda Ferri produttore esecutivo, Nicola Piovani per le musiche. Il direttore della fotografia e Fabio Cianchetti, le scenografie di ;Maurizio Sabatini, i costumi di Louise Stjernsward. Dopo le prime settimane a Roma, la troupe si sposterà in Tunisia, dove sarà possibile ricreare i paesaggi dell´Iraq. Gli interni saranno ricostruiti negli studi di Papigno, dove fu girato "La vita è bella".

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